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Cronaca

Truffò disoccupati chiedendo soldi e fingendo di offrire loro un lavoro: finisce in carcere alla Rocca

 L’uomo è stato catturato in città durante un controllo in un esercizio ricettivo e incarcerato alla Rocca per l’espiazione della pena

La Polizia di Stato ha arrestato un cittadino italiano di 72 anni in esecuzione di ordine di carcerazione emesso dall’Autorità Giudiziaria per l’esecuzione di una pena detentiva di circa due anni di reclusione, comminata per i reati di truffa aggravata e sostituzione di persona. L’uomo è stato catturato in città durante un controllo in un esercizio ricettivo e incarcerato alla Rocca per l’espiazione della pena.

Il provvedimento detentivo è il risultato del cumulo di due condanne relative a fatti avvenuti nel 2014 in provincia di Forlì e di Salerno. Il caso forlivese riguarda la truffa commessa nei confronti di alcune persone che si erano rivolte a quel soggetto per risollevarsi dal proprio stato di disoccupazione; l’uomo si era spacciato per funzionario di una importante azienda petrolifera nazionale ed era riuscito a farsi consegnare circa 600 euro da ciascun aspirante dipendente, reclutati con annunci, con il pretesto di anticipare somme a suo dire necessarie a titolo di caparra per ottenere una licenza grazie alla quale sarebbe poi stato possibile ricevere immediatamente importanti lavori in subappalto proprio attraverso la sua influente posizione nella multinazionale.

Il caso di Salerno, invece, riguarda la trattativa di compravendita immobiliare di un agriturismo, presso il quale l’arrestato si era qualificato come mediatore per conto di una importante società della Repubblica di San Marino, finanche giungendo a stabilire con il venditore l’appuntamento presso uno studio notarile milanese e, nel frattempo, farsi consegnare circa seimila euro per la sua attività di mediazione; ovviamente, presso lo studio notarile nessuno si presentò mai per formalizzare col venditore l’accordo di compravendita. In questo caso, il soggetto fece uso di documenti di identità falsi appartementi a un defunto.

L’uomo è noto alle forze dell’ordine anche per altri reati contro il patrimonio, tra i quali quelli più frequenti restano le truffe, come, ad esempio, l’affitto fittizio di immobili ad insaputa dei proprietari, recependo le caparre senza concludere l’operazione, o in generale la simulazione della figura di intermediario in affari di diversa tipologia riuscendo a ricevere denaro a titolo di presunta opera di mediazione, non disdegnando neppure reati minori come l’insolvenza nel pagamento di soggiorni alberghieri o l’appropriazione indebita di veicoli.  

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