rotate-mobile
Cronaca

Tutela dei beni culturali, le richieste di Italia Nostra al Comune

"La città storica, vanto italiano, sta morendo: per la perdita di funzioni e di servizi assorbiti da periferie non pianificate, per la progressiva erosione dei caratteri storici distintivi del tessuto edilizio"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

La Sezione di Forlì di Italia Nostra, la prima Associazione Nazionale nata con lo scopo di promuovere azioni per la tutela, la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali, dell’ambiente, del paesaggio urbano, rurale e naturale, dei monumenti, dei centri storici e della qualità della vita , propone di realizzare a Forlì un “laboratorio” di idee e progetti condivisi per la conservazione del patrimonio storico, architettonico e paesaggistico quale valore identitario ed indispensabile riferimento per l’innovazione e la qualificazione del territorio.

A tale scopo chiede di aprire un dibattito sui seguenti punti:

1 – La città è un bene comune e come tale deve garantire gli interessi della collettività, non negoziabili rispetto agli interessi privati. Pianificare le funzioni della città significa attribuire ruoli e attività di promozione compatibili con le esigenze e gli spazi disponibili.

La città storica, vanto italiano, sta morendo: per la perdita di funzioni e di servizi assorbiti da periferie non pianificate, per la progressiva erosione dei caratteri storici distintivi del tessuto edilizio oltre che dei monumenti e per il soffocamento dovuto al traffico.

Da un lato i Comuni tendono a limitare il restauro ai soli beni tutelati dalle Soprintendenze, dall’altro attribuiscono a queste ultime i ritardi burocratici e addirittura un eccesso di potere. Nella maggior parte dei casi sostituiscono le norme conservative, finora diffuse nei centri storici di questa regione, con la devastante azione di demolizione e ricostruzione ritenuta erroneamente fonte di maggior sicurezza.

Italia Nostra chiede: la riaffermazione della tutela dell’identità culturale e dell’integrità fisica del patrimonio storico urbano e rurale quale cardine anche della pianificazione urbanistica ordinaria, secondo i migliori esempi del recente passato; un piano unitario per la conservazione e la valorizzazione del Centro Storico che recuperi le puntuali analisi già realizzate e raccolga le fonti storiche anche ai fini della prevenzione sismica; che definisca le funzioni necessarie compatibili con le strutture esistenti; che inserisca la città storica in un articolato Piano dei Servizi comprendente la riqualificazione delle periferie; che sostenga la conservazione delle aree verdi quale necessario contesto delle originarie tipologie edilizie e fattore della qualità di vita nel centro storico (es. Piazza Guido da Montefeltro, ex Ospedale Morgagni, orti), ma anche nella cintura della quale fanno parte il Parco della Resistenza e quello Urbano e, a nord, il complesso dell’Eridania che vede aggravarsi l’annosa vicenda fra Comune e proprietà. Infine utilizzare il dibattito sollevato dall’abbattimento di alberature dei viali per approfondire la cultura del verde, seguirne le esigenze di manutenzione e garantire il costante coordinamento dei progetti collegati.

2 – Premesso che il Patrimonio culturale è l’eredità delle generazioni che ci hanno preceduti, di cui l’art. 9 e l’art. 1 della costituzione garantiscono l’appartenenza ai cittadini, “la conservazione dell’ambiente e del patrimonio culturale e la riattivazione della loro funzione civile possono diventare il cuore di una nuova economia civile, il progetto di un paese che smetta di divorare se stesso e riprenda ad investire nel proprio futuro”. (Tomaso Montanari, Istruzioni per l’uso del futuro. Il patrimonio culturale e la democrazia che verrà, Roma, Edizioni Minimum fax, 2014)

L’importanza del patrimonio artistico, culturale e naturale conservato in questa città impone la definizione di un Progetto complessivo di distribuzione e gestione che tenga conto delle interazioni fra edifici storici, Biblioteche e Musei (es. Piancastelli) e fra poli territoriali tematici a livello di Unione dei Comuni e di area romagnola. A questo si collegano: la realizzazione di un Piano di conservazione e fruizione del patrimonio culturale materiale e immateriale quale diritto dei cittadini, che comprenda oltre al San Domenico e a Palazzo Romagnoli gli altri contenitori storici, quali Palazzo del Merenda, Palazzo Gaddi, Villa Saffi, Rocca di Ravaldino, per citare quelli pubblici principali, senza contare collezioni e musei privati, chiese e palazzi, tutti da inserire in circuiti collegati e comunicati; un Piano di manutenzione e messa in sicurezza programmata per i luoghi pubblici del patrimonio culturale , capace di promuovere professionalità e percorsi formativi da riversare sulla manutenzione dell’intero centro storico.

Questi strumenti possono consentire di aderire, come già in passato, a convergenze finanziarie, anche con fondi europei, guidate dall’interesse collettivo, mettendo a frutto il rapporto fra grandi mostre e valorizzazione del patrimonio capillarmente diffuso nella città e nel territorio.

3- Migliorare la comunicazione in tutti i sensi: dai collegamenti fra trasporto pubblico e privato, alla segnaletica, dalle grandi mostre alla promozione del territorio, fino alla ridefinizione delle regole per una effettiva trasparenza e partecipazione, dei cittadini e delle associazioni portatrici di interessi diffusi, nel processo di formazione delle scelte.

4 – Ripensare una politica dei trasporti che non moltriplichi percorsi e urbanizzazione con ulteriore spreco di suolo (via Emilia bis , nuovo collegamento con Ravenna, Orte Mestre), ma tenda a collegare e migliorare l’offerta esistente.

5. Consumo di territorio

Premesso che Italia Nostra aderisce al Tavolo delle Associazioni ambientaliste condividendone i documenti sottoscritti, essa intende sottolineare le questioni paesaggistiche indicate dall’Art. 9 della Costituzione e la necessità di porre alla base delle politiche territoriali quella che Annibale Salsa chiama La cultura della cura, a partire dai territori fragili, ed Andrea Emiliani Innovazione conservativa: per cogliere quella esigenza di valori e di conoscenze che si impongono con nuovi modelli di vita e prospettive di lavoro, per uscire dalla crisi.

Chiediamo manutenzione della città, cura del patrimonio anche immateriale, dei territori montani e rurali da intendere essi stessi come prodotti culturali e ricchezza di biodiversità, contro i malaffari delle grandi opere che ledono paesaggi ed economia: una cultura pratica che può e deve ripartire dalla scuola.

Italia Nostra Forlì

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Tutela dei beni culturali, le richieste di Italia Nostra al Comune

ForlìToday è in caricamento