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Cronaca

Ucciso per mano delle Brigate Rosse: Forlì ha onorato la memoria del senatore Roberto Ruffilli

Nella chiesa di Sant’Antonio Abate in Ravaldino è stata celebrata la santa messa di suffragio

Forlì ha commemorato martedì mattina il trentunesimo anniversario della morte del senatore Roberto Ruffilli, assassinato dai terroristi delle brigate rosse nella sua casa di Corso Diaz. Nella chiesa di Sant’Antonio Abate in Ravaldino è stata celebrata la santa messa di suffragio. E' seguita la cerimonia istituzionale con interventi musicali e letture da parte degli studenti delle scuole superiori di Forlì, in Piazzetta Ruffilli. Quindi la deposizione di una corona commemorativa alla presenza delle autorità cittadine e dei familiari al cospetto delle epigrafi all’esterno dell'abitazione di in corso Diaz 116.

Nel pomeriggio, nella Sala San Luigi, è stato presentato il documentario “Cittadino Ruffilli”. Sono intervenuti Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna, Roberto Pinza presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Pierangelo Schiera, presidente della Fondazione Roberto Ruffilli, il sindaco Drei e gli autori del documentario Alessandro Quadretti e Domenico Guzzo. 

Trentuno anni fa la morte di Roberto Ruffilli

Il discorso di Drei

"Uccidendo una persona di studio e di riflessione, di alto senso del dovere e di grande semplicità, veniva inferto un colpo durissimo alla Repubblica, alla democrazia, alla rappresentanza civica e politica, alla voglia di riformare il sistema partendo dal valore della partecipazione - ricorda il sindaco Davide Drei -. Il terrorismo di tutte le latitudini compie azioni che assumono un significato simbolico e, per contrastarle e per sconfiggerle, bisogna agire anche sul valore simbolico. 31 anni fa il lavoro delle forze dell'ordine e della magistratura fu straordinario e portò alla cattura e alle condanne dei responsabili. Altrettanto straordinaria fu la reazione della Città, a cominciare dalle migliaia di persone che, appresa la terribile notizia, si ritrovarono quasi spontaneamente in piazza Saffi per testimoniare che la città era in piedi, insieme al suo cittadino Roberto Ruffilli, e avrebbe fatto argine contro la violenza e la barbarie".

Presentato il documento "Cittadino Ruffilli"

"Oltre 40 furono i testimoni oculari a testimonianza di una tempra forlivese lontana da paure e omertà. Poi ci furono il processo e le sentenze, mentre le commemorazioni scandivano tra le lacrime i primi anniversari - ha proseguito il primo cittadino nel suo discorso -. In questo dolore dei primi momenti hanno affondato le radici di una storia nuova, sempre più attuale, perché alimentata da grandi valori e da un grande esempio. L'insegnamento del professor Ruffilli è diventato un patrimonio prezioso e vivo, capace di generare quotidianamente educazione e responsabilità civica. Perché, nel corso del tempo, si è presa coscienza che il suo discorso e la sua opera non erano stati interrotti dal piombo terrorista. Si è passati dai segni, come sono queste epigrafi, alle denominazioni di strutture del mondo scolastico e universitario, fino alle denominazioni di associazioni e di progetti benefici: l'evoluzione della testimonianza è giunta ad oggi passando per l'impegno educativo e formativo che ha strutturato una identità. Una identità solida e feconda, riconosciuta ben oltre il confine della nostra comunità e che ha ricevuto il più alto riconoscimento simbolico per la Repubblica grazie alla visita, l'anno scorso, del Presidente Sergio Mattarella".

"Il Capo dello Stato ha reso onore al sacrificio del professore, del senatore, dell'educatore, dell'amico. Ha visitato la sua abitazione, ha scoperto la targa toponomastica della Piazzetta che porta il suo nome, ha salutato la Città, ha ricevuto l'abbraccio di tutti noi, ci ha accompagnato in una importante riflessione - ha proseguito Drei -. L'esempio di Roberto Ruffilli è un punto di riferimento dei valori democratici, del pluralismo, del patto di cittadinanza. Nella strutturazione di questa identità un ruolo fondamentale è stato esercitato dalla Fondazione Ruffilli e dall'indirizzo che è stato assegnato alle attività dal Presidente, Prof. Pierangelo Schiera, al quale esprimo massima gratitudine e riconoscenza. Grazie ai familiari, in particolare alla dottoressa Franca Ferri, grazie a tutti i componenti degli organismi dirigenti e a tutti i soci della Fondazione per quanto è stato fatto e per quanto farete in memoria del nostro grande Concittadino e per affermare i valori di democrazia, pluralismo e confronto, che sono alla base del suo pensiero e struttura del suo esempio. Nel corso dell'ultima seduta del Consiglio comunale di questo mandato abbiamo ricordato Roberto Ruffilli del quale, tutti noi, ci sentiamo amici, figli, studenti, allievi e compagni di strada. Una strada che prosegue verso il futuro e che ci vedrà, insieme, impegnati a proseguire l'impegno nel seminare valori di educazione, di senso del dovere, di rispetto, nel segno di Roberto Ruffilli, persona buona, generosa e giusta".

Di Maio

Commenta il deputato Marco Di Maio: "Per tutti i forlivesi (e non solo) il 16 aprile ha un solo significato: quello del ricordo di Roberto Ruffilli, trucidato dalle brigate rosse 31 anni fa. Il commando dei brigatisti rivendicò l'omicidio accusando il professore e senatore forlivese di essere "ideatore del progetto politico di riformulazione dei poteri e delle funzioni dello Stato". Ruffilli aveva come stella polare del suo ragionamento, dei suoi studi e della sua attività quella di arrivare a dare al cittadino il ruolo "arbitro" della scelta dei governi. Un obiettivo non ancora raggiunto e per il quale vale la pena battersi ancora oggi; per le future generazioni e per tutti coloro che, come Ruffilli, hanno pagato con la vita il proprio impegno per provare a cambiare il Paese".

Sei video coi personaggi dell'epoca

Chi era Roberto Ruffilli? Come venne ucciso? Perché venne ucciso? Come reagì la città di Forlì? Sono le domande a cui rispondono Roberto Mescolini, il pubblico ministero del processo Ruffilli, l'uomo che condusse le indaginì che portarono a 9 ergastoli. Mescolini racconta i dettagli di quell'omicidio per la prima volta in una video-intervista dopo trent'anni. Pierangelo Schiera, presidente della Fondazione Ruffilli, spiega il pensiero del senatore ucciso, mentre Piergiuseppe Bertaccini trattaggia la figura intima dell'amico Roberto Ruffilli. Gabriele Zelli, assessore nella giunta di allora, ricorda la reazione della città, gli scioperi, i cordogli pubblici, il funerale e i preparativi per il processo. In totale oltre un'ora di interviste speciali per ricordare a tutto tondo chi era il politico trucidato dalle Brigate rosse.

1 - Mescolini: "A Forlì in quest'aula si pose fine alle Br"
2 - Il pm: "Ruffilli in ginocchio, come doveva essere lo Stato per le Br"
3 - I forlivesi vennero in massa a testimoninare, dicevano 'Basta morte'
4 - I giorni dopo tra funerali e scioperi. Zelli: "Da qui sorse l'università" 
5 - Ruffilli, l'uomo, il romagnolo, il fedele all'ultima fila a messa
6 - Il pensiero e l'eredità politica: "Ecco cosa spaventava le Br"

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