Una catena umana per salvare i tesori culturali del Seminario: congelamento a -25°C per tenerli a riparo dalle muffe
Si pongono le basi per un'esperienza preziosissima, prima e unica in Romagna, tanto che i volontari formati potranno essere chiamati a operare anche altrove
E' iniziata giovedì la missione di recupero dei tesori culturali custoditi nell'alluvionata biblioteca del Seminario di via Lunga. Sono circa duecento i volontari che hanno risposto alla chiamata per recuperare i volumi antichi, tra i quali anche le "cinquecentine". All'appello lanciato dal rettore del seminario, don Andrea Carubia ha risposto un numero di persone considerevole, tra essi anche bibliotecari e archivisti. L'acqua aveva raggiunto i due metri e 25 centimetri per poi abbassarsi lentamente fino al metro, e le idrovore hanno fatto il resto. La biblioteca del seminario, oltre ai libri moderni, conta una trentina di incunaboli e migliaia di "cinquecentine" anche abbastanza importanti, richieste anche da studiosi inglesi o americani perché testi unici al mondo. I libri del Sei o Settecento hanno la caratteristica di essere molto belli e preziosi, e inoltre qui si trova pure l'antica biblioteca dei gesuiti, interessante per i testi scientifici.
E' una catena chirurgica quella che opera tra scaffalature crollate e libri a terra coperti di fango. Prima di tutto era necessario individuare la collocazione dei libri antichi, per poi prelevarli grazie al contributo di personale qualificato e formato. Dal momento che "camminare sul fango è peggio che sul sapone", si dovrà creare dei percorsi in sicurezza per "portare da sotto tutto, fino ai gazebo" che stanno davanti all'ingresso del seminario di via Lunga. Il tutto viene fatto con passamano, con una catena umana che lavorerà diverse ore al giorno secondo una turnazione organizzata. Lo scopo di questo lavoro è stabilizzare il materiale, identificandolo e congelandolo ad una temperatura di -25°C al riparo da muffe. In seguito il lavoro continuerà presso ditte specializzate che consegneranno i testi di nuovo consultabili. Non tutto si salverà, qualcosa andrà scartato e anche ciò che sarà salvato porterà le cicatrici di quanto avvenuto. Si pongono le basi per un'esperienza preziosissima, prima e unica in Romagna, tanto che i volontari formati potranno essere chiamati a operare anche altrove.
“Quando una terra, una comunità di persone e la loro memoria culturale viene messa a così dura prova, il Paese risponde con grande rapidità e così vediamo unità di soccorso arrivare da Reggio Emilia, dal Friuli Venezia Giulia da Comacchio dal Piemonte entrare nel meccanismo ben ordinato dell’Unità di Crisi dando un contributo fondamentale”, dichiara Corrado Azzollini, segretario regionale del Ministero della Cultura. Solidarietà e aiuto grazie alla collaborazione con aziende private come, ad esempio Orogel, che ha generosamente messo a disposizione a Cesena, propri spazi dotati di frigoriferi a bassissime temperature indispensabili per evitare che materiali documentari risalenti in alcuni casi al XVI e XVII provenienti dagli archivi vengano attaccati e distrutti dai funghi che facilmente potrebbero attaccare la carta, il cuoio e la pergamena. “I nostri magazzini automatici a -25 °C sono utilizzati normalmente per lo stoccaggio dei nostri prodotti surgelati. Abbiamo però appreso, con sorpresa, che possono essere utili anche per conservare e ripristinare altri materiali, come i libri – spiega Bruno Piraccini, presidente di Orogel. Abbiamo subito accolto la richiesta sopraggiunta dal Ministero della Cultura e dalle soprintendenze competenti e ci siamo attivati per riservare, all’interno del nostro magazzino automatico di Cesena, degli spazi dedicati alla conservazione di alcuni volumi, per salvare il nostro patrimonio culturale”.