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Cronaca

Una messa per ricordare don Pippo, il "santo dei forlivesi", a 69 anni dalla morte

Nel giorno in cui don Pippo chiuse gli occhi per sempre, la notizia fece subito il giro della città: accorsero a migliaia ai funerali solenni, celebrati in San Mercuriale

Il 9 novembre 1952 si concludeva la vita terrena di monsignor Giuseppe Prati. Il popolare don Pippo, il “santo” dei forlivesi, sarà ricordato domenica 7 novembre nel 69esimo anniversario della morte, con la messa che il vescovo monsignor Livio Corazza presiederà alle 19 nella basilica di San Mercuriale. La liturgia commemorativa, proposta dall’Opera don Pippo, dal periodico diocesano Il Momento e dall’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali, si concluderà con l’omaggio e la preghiera alla tomba del sacerdote, sepolto dal 1957 nella cappella Ferri.

La figura di don Pippo rimane indissolubilmente legata alla salvaguardia di San Mercuriale, da intendersi sia come luogo di culto che come comunità di persone, di cui era divenuto curato il 19 marzo 1944: la “vox populi” sostiene, infatti, che il sacerdote la notte dell’8 novembre 1944, vigilia della liberazione di Forlì, abbia fatto ubriacare i soldati tedeschi con liquori giunti dal vescovado, impedendo così la distruzione del campanile. “Ciò che monsignor Giuseppe Prati è stato per la città – scrive nel 1962 don Mario Vasumi su Il Momento - non è stato ancora sufficientemente valutato. Quando qualcuno avrà animo di farlo, potrà forse parlare di un'epoca nuova per la storia cristiana di Forlì, segnata da un prete che non si è limitato a una testimonianza personale, ma ha creato un ambiente, uno stile, una tradizione”.

Nel giorno in cui don Pippo chiuse gli occhi per sempre, la notizia fece subito il giro della città: accorsero a migliaia ai funerali solenni, celebrati in San Mercuriale. Con Mario Baldelli, monsignor Prati aveva condiviso la creazione dello Scoutismo a Forlì: il lieto evento si era materializzato nella primavera del 1923 presso l’oratorio “San Luigi” della parrocchia di San Biagio, che ancora non era gestita dai Salesiani. Al suo attivo, questo straordinario sacerdote vanta la fondazione del Partito Popolare, nel 1919. In quell’anno, don Pippo dette vita pure a “Il Momento”, il periodico cattolico retto sino alla morte: il giornale fu palestra di vita e professionale per giovani come Diego Fabbri, Gino Mattarelli e don Francesco Ricci, che divennero suoi collaboratori e che poi scrissero pagine indelebili di storia forlivese. Nel 1992, al popolare sacerdote è stata intitolata la piazzetta accanto alla basilica di San Mercuriale, per iniziativa del Momento, che allo scopo raccolse ben 7023 firme.

Il ricordo più concreto di monsignor Prati rimane l’Opera Don Pippo, sorta già l’anno della sua morte come scuola professionale femminile per iniziativa di Elisabetta Piolanti, detta “Mamma Bettina”. Nel 1971 viene riconosciuta come Fondazione e nel 1999 come Onlus. La Fondazione Opera Don Pippo - Onlus persegue esclusivamente attività di solidarietà sociale, col fine di procurare benefici a persone svantaggiate in ragione di condizioni di disabilità, di disagio economico, sociale o familiare. All’interno della sede storica di via Cerchia, ampliata negli anni, sono presenti numerose attività per disabili: il Centro Socio-Riabilitativo Residenziale “Mamma Bettina” e il Centro Socio – Riabilitativo Diurno “Luigi Lago”, il Gruppo appartamento “Mauro Maltoni”, tre appartamenti per il progetto “Liberi di...” e infine un piccolo locale che può accogliere due persone in servizio di volontariato europeo.

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