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Forlì patrimonio mondiale dell'Unesco? Da oggi la strada è più facile

Forlì può entrare come sito del patrimonio mondiale dell'Unesco, il massimo riconoscimento al mondo per quanto riguarda la tutela dei beni artistici? Dopo l'ultima sessione Unesco la risposta è sì

Forlì può entrare come sito del patrimonio mondiale dell'Unesco, il massimo riconoscimento al mondo per quanto riguarda la tutela dei beni artistici? Dopo l'ultima sessione dell'agenzia delle Nazioni Unite a Cracovia, avvenuta venerdì scorso, la risposta è che la strada appare ora più facile. Lo scorso venerdì, nella città polacca, sono stati inseriti nella lista dell'Unesco 20 nuovi siti considerati degni della massima tutela mondiale: tra questi, come è stato già detto, c'è la riserva integrale di Sasso Fratino, bosco millenario praticamente intatto, che si trova sul crinale tra Romagna e Toscana, su una vetta visibile dal lago della diga di Ridracoli. Sasso Fratino rientra nella categoria delle “antiche foreste di faggio europeo”.

Eppure c'è anche un altro sito interessante per la nostra zona. Di che si tratta? Degna della massima tutela Unesco è stata riconosciuta una “città modernista”, “realizzata con un programma urbanistico di larga scala, con l'applicazione dei criteri razionalisti italiani del tempo, dagli edifici governativi alle chiese, agli edifici residenziali e commerciali, luoghi di culto, cinema, hotel etc”. “E' un esempio eccezionale della prima urbanistica modernista di inizio del XX secolo”, spiega letterale la motivazione dell'Unesco. Si sta parlando di Forlì e delle vicine Predappio o Castrocaro? No, il riconoscimento è andato ad una città a migliaia di chilometri da Forlì: Asmara, la capitale dell'Eritrea, tra le più antiche colonie italiane in Africa. Qui, durante il Ventennio fascista, venne avviato – come in altre zone coloniali o nelle terre bonificate italiane – un grande programma di “modernizzazione” che ha trovato manifestazione più evidente nell'architettura razionalista, che ora l'Unesco, da sempre (e giustamente) molto più attenta ai resti della storia antica, riconosce come degno di protezione.

Forlì come Asmara? Le foto della capitale eritrea

ASMARA, IL PRECEDENTE - Asmara, negli anni '20 e '30 divenne il centro nevralgico della colonia italiana. Alcuni suoi edifici, come il cinema Impero o la stazione di servizio Fiat 'Tagliero' potrebbero essere scorci della nostra città o dei nostri dintorni, tranquillamente assimilabili a strutture come l'ex Gil di viale della Libertà, che di sicuro rappresenta l'edificio di maggior pregio a Forlì di quel genere di architettura. Proprio l'ex Gil, anzi, potrebbe essere gemellata con la 'Tagliero'. Come con il progetto Atrium Forlì non ha più “paura” a valorizzare un'architettura legata ad una fase storica tragica e sanguinaria del suo passato, vale a dire il Ventennio fascista culminato con le leggi razziali e la Seconda Guerra Mondiale, allo stesso modo l'Unesco ha oltrepassato la “remora” di tutelare quello che è a tutti gli effetti un simbolo della dominazione coloniale in Africa.

TRAMONTI: "UN BEL SEGNALE" - Ad essere stato valorizzato nell'attuale capitale eritrea, è stato prima di tutto il tessuto urbanistico, l'agglomerato urbano nella sua interezza, per quanto riguarda i quartieri di nuova fondazione. Niente di diverso, insomma, dal nostro viale della Stazione o dal compendio termale di Castrocaro, per non parlare di Predappio 'bassa'.  Ad accogliere la novità con interesse e soddisfazione è anche Ulisse Tramonti, lo studioso dell'Università di Firenze da sempre “motore scientifico” del progetto Atrium: “Conosco bene Asmara e mi fa molto piacere questo riconoscimento. Asmara è una città che ha bisogno di aiuto e che ha delle caratteristiche di architettura razionalista uniche degne di protezione. Importante anche il fatto che la popolazione locale ha scelto di mantenerle e non cancellarle. E' un bel segnale, speriamo che ci possa essere un'evoluzione su Forlì se, come sembra, l'Unesco ha iniziato a considerare di più il Novecento”.

E aggiunge Tramonti: “Come Atrium inizialmente avevamo valutato di avviare una richiesta per essere collocati come sito Unesco, ma è un processo molto difficile, con criteri molto stringenti e precisi. Il 'museo all'aperto' di Forlì e dintorni potrebbe anche starci come sito Unesco, ma è un percorso tutto da fare ancora”.

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