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Cronaca

Unieuro dona oltre duemila smartphone per tenere in contatto ricoverati e familiari

Per gli ospedali dell’Emilia Romagna sono già in consegna i primi mille cellulari. L'a.d. della catena: "Un aiuto per consentire ai pazienti di ricevere il conforto dei propri parenti"

Unieuro, la popolare catena di elettronica ed elettrodomestici, ribadisce il proprio impegno a sostegno della comunità donando oltre 2000 smartphone a beneficio dei malati di Covid-19 impossibilitati a comunicare con i propri cari. La prima fase del progetto, già completata, ha riguardato gli ospedali dell’Emilia Romagna a cui sono in consegna i primi 1000 smartphone Motorola. "Unieuro conferma la vicinanza al proprio territorio facendo leva sulla collaborazione di una Regione che ha dimostrato una forte ricettività organizzativa e tecnologica - - afferma Giancarlo Nicosanti Monterastelli, amministratore Delegato di Unieuro -. E’ stata attivata una vera e propria task force operativa in grado di non gravare sulle strutture ospedaliere destinatarie e con l’obiettivo di rendere immediatamente disponibili i telefoni".

Nel contempo, Unieuro sta lavorando per destinare gli altri device agli ospedali e alle case di cura per anziani (RSA) nelle aree maggiormente colpite del Paese. In questa seconda fase, in collaborazione con Vodafone Italia, i telefoni saranno corredati di una SIM dati necessaria a garantire la connettività anche nelle strutture prive di wi-fi. "In un mondo iperconnesso, l’attuale emergenza sanitaria ha infiniti risvolti tragici, persino quello di non consentire ai pazienti ricoverati di ricevere conforto e calore dai propri familiari - afferma Nicosanti -. Unieuro ha pertanto deciso di dare il proprio contributo nel combattere questa disconnessione forzata, con un gesto concreto, realizzato in collaborazione con Motorola e Vodafone, partner importanti che ringrazio di cuore".

"Questo progetto è nato ascoltando i racconti di chi lavora negli ospedali del nostro territorio - spiega Marco Titi, direttore marketing di Unieuro - storie di tante persone ricoverate, costrette a privarsi anche dell’affetto dei propri cari proprio nel momento in cui ne avrebbero più bisogno. Grazie all’impegno di un team messo in piedi a tempo di record, siamo riusciti a finalizzare il progetto e a raggiungere un primo traguardo di cui siamo davvero orgogliosi".

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