Cgil, Cisl e Uil: "Unione dei Comuni sempre più fallimentare, portare fuori la Polizia Locale dall'ente"
"I comuni dovrebbero valutare se attivare forme associate al di fuori dell’Unione, con perimetri territoriali diversi"
Ad ormai due anni dall’uscita di Forlì dall’Unione dei Comuni della Romagna Forlivese, l'ente che dovrebbe mettere in comune delle funzioni dei piccoli municipi funziona sempre meno. Lo rilevano i sindacato che parlano di una “gestione dell’Unione “fallimentare”, secondo quanto dicono Glauco Giorgetti (Fp-Cgil), Martina Castagnoli (Cisl Fp), Massimo Monti (Uil fpl).
I problemi? Fuga di personale, servizi ormai difficilmente erogabili, mentre alcuni Comuni si starebbero anche sottraendo dal dare il proprio contributo all'unione. “L’uscita di Forlì dall’Unione dei Comuni della Romagna forlivese, avrebbe dovuto segnare la ripartenza del progetto in termini di efficienza, efficacia e miglioramento della gestione del territorio. Nulla di tutto ciò. Ad oggi diventa sempre più evidente come la presenza del Comune di Forlì sarebbe stata la risorsa principale da cui partire per sostenere le criticità di tutti gli altri Comuni, mentre di contro si sosteneva erroneamente che Forlì fosse una palla al piede dell’Unione”, sempre i tre sindacalisti.
“Oggi si registra un progressivo “ fuggi fuggi “ di personale presso altre Amministrazioni, con un conseguente rallentamento nell’applicazione degli istituti contrattuali verso i dipendenti i quali subiscono una gestione approssimativa proprio per mancanza di personale: aumentano le richieste di straordinari ma sono rallentate le pratiche da evadere”, spiega la nota.
Particolarmente in difficoltà il Corpo di Polizia Locale, che dovrebbe contribuire alla sicurezza dei 14 Comuni del comprensorio, il corpo viene descritto come “sempre di più in crisi, per mancanza di personale e di volontà da parte di alcuni Comuni di partecipare attivamente alla gestione del servizio, lasciando gli oneri solo ad alcuni Comuni”. Ed ancora: “Come per la Polizia Locale, anche per altri servizi come Suap, ad esempio, i comuni dovrebbero valutare se attivare forme associate al di fuori dell’Unione, con perimetri territoriali diversi, sostituendo tali funzioni conferite con altre”.
“Potrebbe essere una soluzione che certamente snellirebbe la gestione generale dell’Unione in quanto la Polizia Locale, essendo il servizio più numeroso e trasversale, ad ogni problematica gestionale, rallenta la gestione amministrativa generale. In tal modo, l’Unione si potrebbe fattivamente dedicare allo sviluppo concreto del territorio, con un impegno maggiore nel reperire risorse a favore dei Comuni e con una gestione più efficace, ad esempio, delle risorse Pnrr o della ricostruzione post alluvione (facciamo presente che a breve anche la Centrale unica di Committenza che segue tutti i comuni si troverà sguarnita dell’unico funzionario che la segue, che andrà in pensione)”.
“Non si tratta certamente di una caccia alle streghe, ma di ribadire una volta in più che la politica deve assumersi la responsabilità di decidere cosa vuole fare con l’Unione e, se dobbiamo tenercela, la dobbiamo fare funzionare”, concludono gli esponenti di Cgil Cisl e Uil.