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Cronaca

Unioni civili, il vescovo: "Sulla famiglia si gioca il futuro della società"

Pizzi ricorda che Papa Francesco lo ha affermato nuovamente nel recente discorso alla Sacra Rota: “non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione”

"I diritti delle persone vanno riconosciuti, ma credo che possano essere garantiti senza bisogno di creare un nuovo istituto giuridico che si confonda con la famiglia". In merito al dibattito in atto sulla famiglia, il matrimonio e le unioni civili ha preso la parola Lino Pizzi. Premette il vescovo di Forlì-Cesena: "Consapevole della necessità e dell’urgenza di mantenere viva, nelle vicende quotidiane e nel dibattito pubblico, la coscienza che la famiglia è indispensabile cellula vitale della società, sento il dovere come cittadino e come vescovo di dare il mio contributo, sereno e costruttivo, al bene comune del nostro Paese, con il desiderio di aiutare tutti a riflettere sulla portata dei valori in gioco".

"Già nel 2014, in occasione della festa della Madonna del Fuoco, avevo segnalato che stanno diffondendosi derive e stravolgimenti culturali e antropologici che mettono in serio pericolo il futuro stesso della convivenza sociale - ricorda Pizzi -. E in questo futuro c’è sicuramente la famiglia della quale parliamo avendo ben presente il n. 29 della nostra Costituzione dove si afferma che “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. Circa il timore di equiparazione delle unioni tra persone omosessuali al matrimonio ribadisco quanto affermato nella relazione finale del Sinodo ordinario dei Vescovi: “non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia”".

Pizzi ricorda che Papa Francesco lo ha affermato nuovamente nel recente discorso alla Sacra Rota: “non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione”. "I diritti delle persone vanno riconosciuti, ma credo che possano essere garantiti senza bisogno di creare un nuovo istituto giuridico che si confonda con la famiglia - evidenzia -. Si finisce per non fare attenzione ai più deboli, ai bambini che, ha ricordato il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei: “hanno diritto di crescere con un papà e una mamma. La famiglia è un fatto antropologico, non ideologico”. Ritengo inoltre che si abbia il diritto di ragionare su queste cose e di partecipare ad una manifestazione come quella del 30 gennaio prossimo senza essere tacciati di oscurantismo o di discriminazione. Una manifestazione che non interessa solo i cattolici, ma tutte le persone che credono alla famiglia naturale, con un padre e una madre". 

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