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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Università, la protesta dell'Udu: "Meno tasse universitarie, più diritto ad abitare"

Fra i temi della protesta c'era anche il sistema di tassazione adottato dall’Università di Bologna: "Vogliamo una didattica accessibile a tutti"

In occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2021/2022, anche il nucleo forlivese dell’Unione degli Universitari (UDU), con il supporto dell’associazione studentesca Koiné Bologna, ha scelto di manifestare per ricordare tutte le battaglie per la tutela del diritto allo studio. All’inaugurazione, a cui era presente anche Maria Cristina Messa, Ministra dell’università e della ricerca, l’Ateneo di Bologna e i rappresentanti delle istituzioni locali hanno sottolineato i successi raggiunti, come l’aumento del numero di iscritti ai corsi di laurea di UniBo. "L’aumento del numero di iscritti senza interventi strutturali per accoglierli costituisce un enorme disagio per la comunità studentesca, soprattutto a Bologna - afferma Deepika Salhan, rappresentante della popolazione studentesca e membro dell’UDU - Infatti, un aumento degli iscritti con l’attuale crisi abitativa mette a rischio il diritto all’abitazione, nonché lo stesso diritto allo studio. La nostra denuncia si basa proprio su questo: 'meno tasse universitarie, più diritto ad abitare'".

Il secondo tema della protesta riguarda il sistema di tassazione adottato dall’Università di Bologna. Dall’ultima analisi dell’Unione, il costo medio della vita di uno studente universitario fuorisede che abita e studia a Bologna è di circa 13mila euro. "Oltre che insostenibile - spiega Salhan - l’attuale tassazione è illegale. Esiste una soglia prestabilita oltre la quale il fondo di finanziamento ordinario non può essere costituito dalle tasse pagate dallə studentə. UniBo sfora questa soglia di 8,5 punti percentuali. Ci siamo resi conto che l’insieme delle criticità che riguardano il diritto allo studio riflettono l’attuazione del modello aziendale di università, il cui scopo non è istruire ma produrre, creare profitti. Speriamo - conclude Salhan -che il nostro presidio e le nostre voci portino le Istituzioni all’avere una visione oggettiva e pragmatica dell’esperienza universitaria: vogliamo una didattica accessibile a tutti e a tutte e pretendiamo che l’istruzione sia funzionale alla diminuzione delle disuguaglianze, non alla loro espansione".

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