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Salute

Il grande caldo nemico dei più piccoli, come proteggerli: i consigli del pediatra su mare, aria condizionata e colpi di calore

Caldo e afa sta mettendo a dura prova chiunque, ma sono in particolare i bimbi i più vulnerabili a queste condizioni in quanto la loro termoregolazione risulta meno efficace a causa della ridotta superficie corporea, che permette la  traspirazione

"L'estate addosso, bellissima e crudele" canta Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, nella sua hit lanciata nel 2015. Parole che rispecchiano l'andamento di una stagione caratterizzata da una lunga sequenza di ondate di calore, con temperature che superano abbondantemente i 30 gradi - persino toccando e oltrepassando la soglia dei 40 gradi come accaduto il 23 luglio scorso - e che rischiano di compromettere la salute dei più piccoli. Caldo e afa sta mettendo a dura prova chiunque, ma sono in particolare i bimbi i più vulnerabili a queste condizioni in quanto la loro termoregolazione risulta meno efficace a causa della ridotta superficie corporea, che permette la  traspirazione. Fortunatamente, racconta Enrico Valletta, primario di Pediatria dell'ospedale "Morgagni-Pierantoni" di Forlì, "i piccoli e i loro genitori devono essersela cavata piuttosto bene in queste settimane di grande caldo perché, almeno in ospedale, non abbiamo osservato problematiche di particolare gravità. Cosa che, con le temperature che stiamo sperimentando, mi sarei senz’altro atteso".

Dottor Valletta, quali sono gli organi sottoposti a maggior stress dai colpi di calore?
Il cervello, sicuramente, ma poi il malessere diventa generale e coinvolge lo stomaco e l’intestino e anche il sistema respiratorio e quello cardiovascolare.

In caso di colpi di calore, quali sono le principali accortezze da seguire?
E’ necessario portare il bambino all’ombra e in luogo ben ventilato. Se sembra svenire, deve essere sdraiato, con le gambe posizionate più in alto rispetto al corpo e deve bere liquidi non troppo freddi. Se ha la febbre (oltre i 38°) si può utilizzare un antipiretico come il paracetamolo o l’ibuprofene. Se con questo il bambino non sta meglio o, addirittura, se appare confuso o non del tutto cosciente, meglio portarlo in Pronto Soccorso.

Si parla anche di casi di 'febbre da caldo'. Cosa occorre fare in questi casi?
Finché si tratta di modesti rialzi della temperatura (2-3 decimi di grado) non c’è da preoccuparsi. Naturalmente, meglio non esporre ulteriormente il bambino al caldo, si resta possibilmente nei locali più freschi o non esposti al sole, si beve molto per mantenere l’idratazione e, se disponibile, si fa un uso prudente dell’aria condizionata.

E poi ci sono i rischi collegati ad un eccessivo utilizzo dell'aria condizionata...
Ambienti troppo freddi che espongono a bruschi sbalzi quando si entra o si esce da un locale condizionato sono assolutamente da evitare. Gli stessi adulti avvertono disagio in queste situazioni e i bambini a maggior ragione. Uguale cautela occorre avere con il condizionatore dell’automobile. Qualche grado in meno rispetto all’ambiente circostante è più che sufficiente a garantire benessere e ad evitare problemi. Le vie respiratorie dei nostri bambini saranno le prime ad essercene grate.

E per le famiglie che si trovano al mare, quali sono gli orari più idonei per una passeggiata in spiaggia?
Eviterei le ore che vanno dalle 10 alle 16. Trovo interessante e simpatica la “regola dell’ombra”: in un orario della giornata nel quale l’ombra è più corta della nostra altezza è meglio non esporre i bambini al sole.

Come deve avvenire l'esposizione al sole?
Deve essere graduale, negli orari che abbiamo indicato, con costante impiego di creme solari ad alta protezione – protezione che va rinnovata frequentemente anche se si resta all’ombra. Cappellino in testa e attenti ai primi segni di eritema e di irritazione della pelle. E’ già un campanello d’allarme che ci avverte che l’esposizione al sole è stata eccessiva. La pelle dei bambini tende a scottarsi più facilmente che ad abbronzarsi e i problemi seri possono presentarsi più avanti da adulti. Va da sé che più il bambino è piccolo, maggiore deve essere la prudenza.

Queste norme valgono anche per la montagna o ci sono delle differenze per effetto della altitudine?
In montagna il rischio di scottature è ancora più elevato che in pianura. Perché la protezione dai raggi ultravioletti diminuisce mano mano che si sale di quota e perché la minore sensazione di caldo fa sottovalutare l’esposizione al sole. Quindi, dobbiamo avere le stesse precauzioni che adottiamo al mare, anzi, qualcuna di più.

Il caldo si combatte anche con una corretta alimentazione. Quali sono i cibi consigliati per i più piccoli in questi casi?
Pasti leggeri, non troppo grassi, molta frutta e verdura, tanta acqua da proporre attivamente e in questa stagione non si potrà fare a meno del gelato...

E poi è fondamentale una corretta idratazione, soprattutto tra i neonati.…
I neonati e i lattanti sono fatti in larga parte (circa il 70%) d’acqua. Questa “quota idrica” deve essere mantenuta costantemente in equilibrio dal momento che i più piccoli tendono a disperdere liquidi per traspirazione più degli adulti e la disidratazione è per loro particolarmente pericolosa. Va loro offerta acqua anche se non la richiedono, perché avvertono la sete meno di noi e perché, talora, possono essere distratti da altre attività più interessanti.

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