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Cronaca

"Il terremoto ci ha sconvolto la vita: ma grazie a voi ricostruiremo tutto"

Alberto Silvestri, sindaco di San Felice sul Panaro (il Comune colpito dal sisma adottato dalla provincia di Forlì-Cesena) mercoledì sera per la prima volta a Forlì, alla cena di Vecchiazzano. Raccolti oltre 3200 euro

“Siamo tutti della stessa pasta: e anche grazie a voi ricostruiremo tutto”. Con un velo di emozione, il sindaco di San Felice sul Panaro, Alberto Silvestri, ha ringraziato così mercoledì sera le oltre 350 persone che hanno preso parte alla cena di raccolta fondi pro-terremotati organizzata nell’area festa di Vecchiazzano. Una importante prova di solidarietà che ha consentito di devolvere a favore delle popolazioni colpite dal sisma oltre 3200 euro.

A Vecchiazzano maxi-cena per l'Emilia terremotata



Particolarmente significativa la presenza di Silvestri, primo cittadino di San Felice sul Panaro (provincia di Modena), cioè del Comune che è stato adottato dalla Provincia di Forlì-Cesena e al quale saranno dirottate tutte le iniziative di solidarietà e le raccolte che saranno effettuate sul territorio provinciale.

VITE STRAVOLTE - “Nel giro di qualche secondo le nostre vite sono state stravolte – ha raccontato il sindaco -. Dalla inizio si pensa che sia un incubo che il qualche modo passera; poi ci si rende conto invece che rutto quello che è quotidiano non c'è più. Tutti i servizi sono venuti meno, compresi gli ospedali”.

Assieme a lui c’era anche Elettra Garuti, assessore di Poggio Renatico, comune del Ferrarese duramente colpito dal terremoto. “Il nostro comune è stato ferito in profondità – ha raccontato – le case distrutte o addirittura rase al suolo; la sede del nostro Municipio, il simbolo della città, la torre dell’orologio, è stata polverizzata in pochi secondi; ma dopo il dolore e la disperazione la popolazione ha dato prova di una grande voglia di riscatto. Vogliamo ricostruire tutto, meglio e più di prima. Col vostro aiuto ce la possiamo fare”.

RICOSTRUZIONE - Stefano Vaccari, assessore alla Protezione civile della Provincia di Modena, ha percorso in lungo e in largo tutti i comuni colpiti dal terremoto nell’area modenese. “Il terremoto ha colpito al cuore la nostra identità e le nostre vite – ha ribadito -; ma la gente ha tanta voglia di ripartire e ricostruire anche perché l’affetto e la vicinanza che ci state dimostrando in tanti, sono una grande spinta per tutti noi”.

L’impegno della Protezione civile è molteplice: “Stiamo lavorando far su che i tempi per il rilascio dell’agibilità negli edifici rimasti in piedi siano i più stretti possibili. Vogliamo ridare una forma di normalità nel più breve tempo possibile, a cominciare dalla scuola; faremo uno sforzo disumano per far sì che a settembre l’anno scolastico possa ricominciare regolarmente per i nostri ragazzi”.

VOLONTARI - Durante la serata sono intervenuti anche i volontari della Protezione civile di Dovadola, impegnati sin dall’inizio dell’emergenza assieme ad altre decine di volontari dal territorio provinciale nelle zone del sisma. Roberto Bartolini, vice presidente dell’associazione dovadolese: “Per noi è uno sforzo impegnativo, ma che facciamo con il cuore in mano; gestiamo una cucina da campo che sforna pasti per mille persone al giorno ed è un impegnato che durerà a lungo; per questo siamo alla ricerca di nuove persone”. E' intervenuto anche il vigile del fuoco Riccardo Pedrizzi, che assieme ai colleghi ha compiuto numerosi interventi al fianco delle popolazioni colpite.

Un impegno poderoso quello del territorio provinciale, coordinato dal vice presidente della Provincia, Guglielmo Russo: “Stiamo lavorando con 150 volontari che a turni di 27 sono a disposizione delle popolazioni colpite dal sisma – ha ricordato Russo durante la serata -. Stiamo lavorando in stretta collaborazione con gli enti locali per aiutare queste comunità a ritrovare nel più breve tempo possibile un barlume di normalità”.

INCUBO SENZA FINE - Che passo dopo passo sta tornando, come racconta ancora il sindaco di San Felice sul Panaro, Alberto Silvestri. “All’inizio di un terremoto – ha detto - pensi che sia un incubo, che in qualche modo passerà; poi ci si rende conto invece che tutto quello che è quotidiano non c'è più. Tutti i servizi sono venuti meno, compresi gli ospedali”.

E allora bisogna rimboccarsi le maniche e provare a ripartire. “Il nostro patrimonio non era antisismico perché eravamo classificati in zona 3 a bassa intensità – ha ammesso il primo cittadino -. La voglia di partire ce l'abbiamo dentro. Con la consapevolezza di avere a fianco gente come voi, che vale molto più delle cose che ci donate. Siamo tutti della stessa pasta e insieme ce la faremo”.

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