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Cronaca

Il vescovo: "I 600 anni della Madonna del Fuoco da celebrare con un restauro del santuario e un pellegrinaggio"

Sono state circa quattromila solo le comunioni, a cui ci sono da aggiungere altre migliaia di forlivesi che hanno reso omaggio all'immagine della Madonna fuori dagli orari delle messe

Grande affluenza di fedeli per la Madonna del Fuoco, complice la bellissima giornata di sole decine di migliaia di persone hanno affollato le strade del centro storico e, dal punto di vista religioso, hanno riempito il Duomo. Sono state circa quattromila solo le comunioni, a cui ci sono da aggiungere altre migliaia di forlivesi che hanno reso omaggio all'immagine della Madonna fuori dagli orari delle messe. “Un grande afflusso, non scontato dato che il festivo di sabato e la bella giornata potevano incoraggiare ad una gita fuori porta”, commenta il vescovo Livio Corazza.

Si avvicina, intanto, la ricorrenza dei 600 anni dal prodigio della Madonna del Fuoco: il miracolo si verificò, secondo le cronache dell'epoca, il 4 febbraio 1428. E quindi appena 5 anni dividono dall'anniversario dei 6 secoli di venerazione dell'immagine mariana in città. “Per quella data mi piacerebbe veder realizzato un restauro del santuario e della cattedrale”, aggiunge il vescovo. Mentre dal punto di vista religioso per il seicentenario “sarebbe bello se ci fosse un coinvolgimento di tutti, penso ad un pellegrinaggio da tutte le parrocchie, anche da fuori Forlì, dato che la Madonna del Fuoco è patrona di tutta la diocesi. Anche per quanto riguarda il quadro, che è di stampo catechistico dove la Madonna, che non è mai sola, è circondata da una ventina di figure di santi, questi andrebbero ripresi per conoscerne l'attualità”. 

Il prelato ha incontrato i giornalisti sabato mattina per la celebrazione di San Francesco di Sales, patrono dei comunicatori, consegnando il messaggio del Papa redatto per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, intitolato “Parlare col cuore, secondo verità nella carità”. “Difficile mettere assieme verità e carità – ragiona il vescovo -. L'invito è raccontare i fatti seguendo la verità, ma non facendolo senza cuore”.

Il vescovo incontra i giornalisti

L'occasione è per fare il punto sulle tante attività della comunità cattolica forlivese, in primis il sinodo (l'ultima volta vennero coinvolti oltre 400 gruppi di persone nelle parrocchie del territorio): un percorso che quest'anno sarà raccontato anche da Tv2000, nel corso della trasmissione “In cammino” che vuole raccontare le esperienze più interessanti nei sinodi avviati in tutte le Diocesi in Italia. In studio a Roma, giovedì 16 febbraio alle 19,30, ci saranno Ugo Mazzetti e Arianna Pivi dell'equipe sinodale diocesana, mentre in collegamento Skype ci sarà il vescovo Corazza. Assieme commenteranno il servizio registrato sulla riflessione sinodale della Casa della Carità di Bertinoro. Anche il chiosco in piazza Saffi “Good News” sarà utilizzato per coinvolgere i cittadini nella riflessione sulla Chiesa locale, con interviste volanti.

Sul fronte dei giovani sono circa 300 gli iscritti forlivesi alla Giornata Mondiale della Gioventù che quest'anno si terrà a Lisbona, in Portogallo. “Sarà un'occasione per andare nella città natale di Sant'Antonio, che veniva chiamato ai suoi tempi anche Sant'Antonio da Forlì”, dice il vescovo. Che annuncia poi la ripartenza, dopo il periodo Covid, della pastorale universitaria, a cura di don Andrea Carubia, nelle sale di Santa Lucia recuperate per questo obiettivo alcuni anni fa. Sabato 18 febbraio (dalle 8,30 alle 12,30 al seminario di via Lunga) si tiene poi il Convegno Oratori 2023 sui nuovi linguaggi della “generazione social”.

E sempre sulla vita ecclesiale forlivese arriva dal vescovo Livio Corazza una promozione dell'iniziativa di riunione le messe domenicali del centro storico: “L'esperimento è riuscitissimo, tutte le messe sono animate, cantate, con tanta gente che si vede assieme. Starà ora alla comunità cattolica del centro decidere come continuare a favorire la partecipazione. D'altra parte il centro ha circa 13mila abitanti, molti meno di un tempo, e una parte di questi non sono cattolici. Certo, ci sono delle chiese che restano chiuse, a me piange il cuore per esempio vedere chiusa la Chiesa del Carmine, ma per aprirle servono custodi e sacrestani. Se devono essere aperte e non presidiate, meglio che siano chiuse”.

Attenzione, infine, alle popolazioni terremotate in Turchia e Siria: la diocesi ha deciso di anticipare al 19 febbraio la colletta, rispetto alla data del 26 marzo. “Abbiamo voluto dare una risposta subito, dato che in tanti già ci chiedevano come potevano dare un aiuto”.

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