rotate-mobile
Tempo di Pasqua

Il vescovo Corazza: "Ritornare a vivere la Via Crucis è un segno di grande speranza"

Almeno trecento fedeli hanno preso parte alla Via Crucis del Venerdì Santo, nel cuore del centro storico, incentrata sulle sette parole di Gesù in croce

“Gesù ha risposto con l’amore all’odio che l’ha inchiodato sulla croce, questo è l’insegnamento”. Almeno trecento fedeli hanno preso parte, venerdì sera, alla Via Crucis cittadina nel cuore del centro storico. Dopo due anni di sospensione imposta dal Covid, la suggestiva processione, che ricorda il sacrificio salvifico di Cristo sulla croce prima della Resurrezione, è partita alle 21 dal sagrato della chiesa della SS. Trinità. “La Via Crucis - anticipa il vescovo di Forlì-Bertinoro monsignor Livio Corazza - è prima di tutto un momento di condivisione con coloro che soffrono. Il poter tornare a vivere, a celebrare quelli che sono i ritmi della Settimana Santa, importanti per i fedeli e per l’intera città, è anche un segno di grande speranza”.

Pasqua 2022, la via Crucis attraversa il centro storico

Aperto dalla croce lignea affiancata dalle fiaccole, con subito dietro il vescovo, i cantori della Compagnia “Quelli della Via”, i lettori e poi la massa dei fedeli, il corteo orante si è snodato lungo Corso Garibaldi, Piazza Saffi e Via delle Torri, facendo tappa in luoghi altamente significativo della religiosità forlivese, come la colonna della Madonna del Fuoco, le chiese di San Filippo Neri e del Suffragio, la basilica di San Mercuriale e il monastero del Corpus Domini, fino all’arrivo in Cattedrale. Promossa dall’Unità pastorale Centro storico, guidata dal parroco don Antonino Nicotra, la Via Crucis “segue un itinerario particolare – dichiara lo stesso don Nino - nel quale tanti cristiani che ci hanno preceduto hanno trovato nutrimento per la loro fede”.

Le sette stazioni della processione sono tutte incentrate sulle parole che il Signore pronunciò dalla croce prima di morire, collegate a canti e testimonianze tese a riconoscere il legame che c’è fra la Passione divina e l’esperienza dell’umanità di oggi: vedi gli slanci d’amore di Annalena Tonelli e Benedetta Bianchi Porro. Se l’avvio dal sagrato della Trinità è improntato sul grido “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”, la conclusione ha visto risuonare le parole “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Il programma ha toccato altre espressioni basilari della testimonianza di Cristo, come “Ho sete” (quinta stazione, davanti al Suffragio), ma anche “Donna, ecco tua madre; ecco tuo figlio”, corrispondente alla sesta tappa letta davanti alla porta del monastero del Corpus Domini, che riaprirà ai primi di maggio per ospitare 25 profughe ucraine. E proprio davanti alla chiesa che per oltre due secoli e fino all’11 ottobre scorso, è stata dimora delle clarisse urbaniste, ha lanciato il suo grido di sofferenza, ma anche di riconoscenza, il profugo Myroslav, direttore di una scuola sportiva per bambini nella regione di Kiev.

L’uomo, tradotto in simultanea dal cappellano per gli ucraini presenti a Forlì, padre Vasyl Romaniuk, ha ringraziato apertamente gli italiani per la straordinario slancio caritativo nei confronti del suo popolo, lamentando anche la gravità della prova che sta affrontando il suo paese, alle prese con la più grave crisi dai tempi della seconda guerra mondiale: “Mia figlia è scappata col marito e i due figli dalla regione di Bucha, dopo aver vissuto per 12 giorni in un bunker”. Myroslav ha comunque espresso la speranza di poter uscire presto dalla tragedia, grazie anche all’aiuto degli italiani. Di grande impatto emotivo anche le testimonianze rese da Josef, egiziano poco più che ventenne ospite della Casa della Speranza per detenuti a fine pena di Malmissole, e da Mirella Sintoni, madre di Sara Pedri, la ginecologa forlivese sparita nel nulla il 4 marzo 2021 in Trentino.

Se Josef ha confessato la grande sofferenza patita in 8 mesi vissuti in strada, dove ha campato di espedienti fino a commettere reati che l’hanno condotto in carcere e al pensiero di farla finita (“ora sto percorrendo un cammino di conversione che mi dovrebbe portare al battesimo e alla nuova vita”), la madre di Sara ha affidato ai presenti il dramma della perdita della figlia, portata alla disperazione da un ambiente lavorativo ostile. “Signore - è il suo grido - aiutaci a risvegliare nel cuore tanti sentimenti assopiti, come l’amore, il rispetto, la pietà e la tenerezza verso i più deboli”. L’atto finale della ritrovata Via Crucis cittadina, è stata l’adorazione corale del crocifisso ligneo portato in processione, con l’offerta raccolta da quanti hanno preso parte alla processione, che sarà devoluta alle opere della chiesa cattolica in Terra Santa. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il vescovo Corazza: "Ritornare a vivere la Via Crucis è un segno di grande speranza"

ForlìToday è in caricamento