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Cronaca

E' lite sulla via Emilia Bis. Forlimpopoli e Bertinoro dicono 'no'

Nella sua risposta per la Provincia qualsiasi altro progetto implicherebbe la ripartenza da zero e la strada vedrebbe la luce “al tempo del mai”, senza contare che non ci sono i soldi

Nessuna retromarcia sul progetto di via Emilia Bis. La Provincia di Forlì-Cesena con una dettagliata nota respinge la proposta, avanzata dai sindaci di Forlimpopoli Paolo Zoffoli, e di Bertinoro Nevio Zaccarelli, di rivedere il progetto di collegamento veloce tra Forlì e Cesena. In sostanza, secondo la risposta, qualsiasi altro progetto implicherebbe la ripartenza da zero e la strada vedrebbe la luce “al tempo del mai”, senza contare che non ci sono i soldi. La richiesta dei due sindaci è stata pubblicata sui giornali di venerdì mattina.

Specifica la Provincia: “Il progetto di via Emilia Bis è stato approvato già nel 2006 dagli enti locali interessati del territorio ed inserito negli strumenti urbanistici. E' incomprensibile dunque una rimessa in discussione del progetto in questa fase. Il lavoro già fatto in questi anni (inserimento nei programmi di sviluppo infrastrutturale, completamento di un complesso iter di project financing), nella penuria generale di risorse, è un punto di forza che aumenta le chance di realizzazione per l’attuale progetto, come riconosciuto da tutti gli interlocutori nazionali e regionali, che hanno sempre apprezzato il modus operandi della Provincia, che si è fatta promotrice di un bando, condividendolo – vero punto qualificante – direttamente con l’Anas, grazie all’apporto di suoi tecnici nella commissione giudicatrice”.

Strada tutta in salita per un altro progetto: “Viceversa, la realizzazione di un’eventuale proposta alternativa comporterebbe in ogni caso la necessità di reperire finanziamenti interamente pubblici (la cui cifra è stimata intorno ai 50 milioni di euro), tutti da reperire partendo da zero. Un eventuale progetto ex-novo comporterebbe anche un ri-allungamento dei tempi insostenibile, a causa della necessità di una nuova riprogettazione (Anas, Stato, Regione, soggetto attuatore, committente, affidatario incarico, risorse etc.), fino a sospingerlo “al tempo del mai”.

Ma non solo: i due Comuni hanno minacciato di vietare le loro strade al transito dei mezzi pesanti: “La prospettata idea dei due Comuni di vietare le proprie strade ai mezzi pesanti - quasi come forma di “pressione” per spingere verso la ricerca di un’alternativa che al momento non può esistere in tempi brevi – non avrebbe altro effetto che danneggiare prima di tutto il tessuto economico di Forlimpopoli e Bertinoro, senza contare che tale traffico andrebbe a congestionare ulteriormente la via Emilia storica. E’ bene, su questo punto, precisare che buona parte di questo traffico pesante che si avvale della viabilità non statale, grava principalmente su strade provinciali e quindi è già la Provincia a farsi carico dei relativi costi superiori di manutenzione”, replica la Provincia.

Non usa mezzi termini nella censura politica l’assessore alla Mobilità Marino Montesi: “Con grande franchezza vogliamo sottolineare che mettere in discussione, dopo tanti anni, il progetto di Via Emilia Bis suona come una presa in giro al territorio e ai suoi bisogni, alla necessità di un’infrastrutturazione adeguata ai nuovi volumi di traffico di cittadini e merci e al bisogno, soprattutto per la città di Forlì, di dotarsi di un collegamento veloce con i grandi assi viari cesenati”.

Su questa presa di posizione commenta anche il Vicepresidente della Provincia di Forlì-Cesena Guglielmo Russo: “La politica deve tornare a dare risposte di lungo respiro e che guardino al futuro. Basta con le scelte minimaliste, purtroppo ormai sempre più frequenti, che non risolvono niente, ponendosi i problemi fuori tempo massimo. Inoltre, ma che modo di procedere è questo? Dobbiamo discutere sotto la minaccia di chiudere al traffico delle strade di collegamento? Questa situazione, così come le innumerevoli che ormai si sono succedute negli ultimi mesi, ci dice con sempre maggiore urgenza che abbiamo bisogno di ricostruire una convergenza istituzionale e progettuale sul futuro del territorio, senza la quale saremo sempre deboli rispetto agli altri territori e saremo i primi artefici del nostro insuccesso. Basta con le posizioni di corto respiro, abbiamo bisogno di pensieri lunghi e di costruire il futuro vero delle nostre comunità. Abbiamo saputo costruire grandi cose nel passato solo quando siamo stati capaci di lavorare tutti assieme”.

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