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Video hard di sesso violento, ma era solo una finzione: anche la Cassazione lo scagiona dal ricatto

La Corte di Cassazione chiude definitivamente la vicenda giudiziaria per un istruttore di guida forlivese che lo scorso anno, in Appello, si era visto assolto con formula piena

La Corte di Cassazione chiude definitivamente la vicenda giudiziaria per un istruttore di guida forlivese che lo scorso anno, in Appello, si era visto assolto con formula piena e possibilità di tornare al proprio lavoro di scuola guida, con la revoca anche dell'interdizione perpetua alla professione.  Una nuova pronuncia favorevole nella vicenda è arrivata dalla Suprema Corte che martedì mattina ha rigettato i ricorsi della parte e civile e del Procuratore Generale di Bologna, mettendo la parola fine sull'iter giudiziario. Infatti, avverso il provvedimento di assoluzione reso dalla Corte di Appello di Bologna il 7 ottobre, sia la parte civile (tutelata dall’avvpcato Guido Magnisi di Bologna), sia la Procura Generale, avevano fatto ricorso per Cassazione per chiedere il terzo grado di giudizio.

Lo scorso anno il processo di appello, al Tribunale di Bologna, aveva ribaltato la condanna inflitta a Forlì per un istruttore di guida forlivese di 52 anni che in primo grado si era visto condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione, a settemila euro di provvisionale civile e all'interdizione perpetua al suo mestiere, che è soggetto ad autorizzazione da parte dello Stato. Difeso dall'avvocato Fabrizio Briganti, il 52enne ha trovato accolte le sue ragioni contro la donna che lo accusava di violenza sessuale, una 37enne originaria dell'Est Europa.

La donna nel 2016 accusò il proprio istruttore di guida per essere stata costretta a subire rapporti sessuali contro la sua volontà, sotto il ricatto di mostrare al marito dei video che li ritraevano assieme durante un rapporto sessuale. Immagini di un certo impatto, dal momento che ritraevano una scena di sesso violento. Nel luglio del 2018 arrivò quindi la condanna in primo grado al Tribunale di Forlì per violenza sessuale, nonostante la Procura della Repubblica avesse chiesto l'assoluzione. In Appello, spiega la difesa dell'uomo, è passata la tesi da sempre sostenuta dall'istruttore di guida, vale a dire che i rapporti sessuali tra i due erano sempre stati liberi e consenzienti e che il ricatto sarebbe stato inventato quando l'uomo aveva deciso di troncare la relazione extra-coniugale con la sua "studentessa" di scuola guida. Anche le scene violente altro non erano - secondo la difesa - che una finzione scenica finalizzata al video a luci rosse, e quindi anch'esso non perseguibile penalmente. 

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