"Vivere la legalità", il progetto del Comune di Forlì ottiene finanziamenti dalla Regione
“Rafforzare la prevenzione del rischio di infiltrazione o radicamento delle mafie e della criminalità organizzata e promuovere e diffondere la cultura della legalità e della cittadinanza responsabile, soprattutto fra i giovani, sono per noi obiettivi fondamentali", afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini
“Forlì - Vivere la legalità 2023”. E' il titolo di un progetto consolidato del Comune di Forlì, che fa riferimento a una serie di iniziative ed attività di sensibilizzazione, promozione e diffusione della cultura della legalità riguardanti momenti di incontro, formazione, educazione per gli studenti del territorio, oltre che iniziative, eventi, conferenze rivolte a tutta la cittadinanza. Il progetto, che ha un costo di 58mila euro, ha beneficiato di un contributo di 18mila euro dalla Regione. Il programma delle iniziative prevede la Settimana della legalità “Forlì -Vivere la Legalità”, una manifestazione, questa, ricca di iniziative ed eventi che intendono porsi come momenti di riflessione sul tema della legalità rivolti sia agli studenti del territorio che all’intera cittadinanza; la rassegna cinematografica estiva “Legalità in Arena”; e la settima edizione del concorso artistico "Io non mi volto" che intende valorizzare e sviluppare il protagonismo giovanile alla vita pubblica e le competenze artistiche e creative di questa fascia di popolazione.
“Rafforzare la prevenzione del rischio di infiltrazione o radicamento delle mafie e della criminalità organizzata e promuovere e diffondere la cultura della legalità e della cittadinanza responsabile, soprattutto fra i giovani, sono per noi obiettivi fondamentali - afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini -. Che perseguiamo collaborando al massimo con Prefetture, Magistratura e Forze dell’ordine. Un segnale importante è poi dato dal fatto che fra i progetti rientrano 8 immobili confiscati alla criminalità, una vittoria delle regole, dei valori e delle nostre comunità. Più in generale, si tratta di un lavoro che passa soprattutto attraverso processi partecipativi, indispensabili per accrescere la qualità della democrazia e la consapevolezza dei cittadini. E in Emilia-Romagna la partecipazione è un percorso, non certo un punto di arrivo”. “Quando un pezzo di territorio viene strappato alla criminalità organizzata e riportato all’uso comune è come dare corpo all’idea reale di giustizia, oltre che motivo di grande soddisfazione e orgoglio- aggiunge Bonaccini-. Tutti vogliamo che l’Emilia-Romagna, il Paese e ogni territorio siano liberi da ogni fenomeno criminale, ed è proprio dalla lotta contro le mafie e dalla vittoria della legalità che contrastiamo il fenomeno imparando a essere cittadini attivi”.