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Cronaca

Voucher da 600 euro per le famiglie con disabili: sostenere i bisogni che danno benessere alla loro vita

Si va a sostenere “la creazione di una rete relazionale e momenti di benessere psichico e fisico, secondo le inclinazioni e i desideri della persona disabile”

Il Comune di Forlì lancia un voucher da 600 euro da spendere per le attività che generano benessere e innalzano la qualità della vita delle famiglie con disabili. L'iniziativa, che gode di un finanziamento di 100mila euro, è stata presentata giovedì in Comune. “Non è uno spostamento di risorse e resta tutta l'attività dei centri diurni, è un provvedimento in più che lanciamo quest'anno e speriamo di poter rifinanziare anche il prossimo anno”, spiega l'assessore al Welfare Rosaria Tassinari. L'importo esatto del voucher, che per ora è solo una stima, sarà indicato quando arriveranno le domande. Il Comune, da parte sua, eroga già servizi sociali e scolastici a circa 450 disabili in città, sia minorenni che adulti. 

E il voucher è pensato soprattutto per gli adulti, tanto che il contributo va dai 6 ai 65 anni di età, per “colmare le fragilità e le difficoltà economiche di questi nuclei famigliari” e “accompagnare in particolare i ragazzi disabili quando escono dalla scuola ed entrano nelle strutture per adulti, che è un momento critico per la loro socialità”, sempre Tassinari. Il contributo viene erogato in base all'Isee che deve essere inferiore ai 40mila euro, e tende a sostenere situazioni famigliari complesse, dove per esempio ci sono disabili e minori nello stesso nucleo, e valutando i deficit.

La novità del progetto è duplice: da una parte c'è il “sostegno alla famiglia nei bisogni legati al  benessere e all'inclusione, si va su bisogni non primari, ma fondamentali per la qualità della vita della persona disabile e della sua famiglia”, spiega la dirigente dei Servizi sociali Rossella Ibba. Per questo vengono sostenute spese, si legge nella presentazione, come palestra, biblioteca, cinema teatro, attività culturale, in particolare anche per le spese connesse come accompagnatori e trasporti. Sono ammessi anche servizi a domicilio come per esempio la fisioterapia e l'assistenza. In generale si va a sostenere “la creazione di una rete relazionale e momenti di benessere psichico e fisico, secondo le inclinazioni e i desideri della persona disabile”. Per Ibba, si tratta, “di un grande stimolo verso la personalizzazione del servizio”.

Il voucher trova il sostegno di Maria Cristina Terenzi,  presidente della Consulta delle famiglie, che mette assieme 28 associazioni, nata nel 1996 e cessata “per il progressivo declino della collaborazione del Comune,  fino al 2017 quando venne riscontrata la difficoltà a concretizzare una decina di progetti proposti che erano stati quasi tutti disattesi”. Quindi – sempre Terenzi - “nel 2020 la ripresa delle attività su impulso dell'attuale amministrazione”. Ed infine: “Ora constatato una grande energia e propositività, per cui arriveranno dalla nostra base nuove proposte”.

E Alberto Gentili, presidente dell'associazione 'Famiglie Insieme', rileva che il Coronavirus ha fortemente penalizzato queste famiglie: “Col lockdown, la chiusura dei centri diurni ha riportato i nostri figli a casa, una grande ricchezza, ma anche una grande fatica, fisica e psicologica. Gli enti locali hanno fatto i salti mortali per istituire i servizi a domicilio, ma non è stato sufficiente rispetto ad un'offerta molto ricca ante-covid”. E dal nuovo welfare post-Covid, spiega Gentili, “le famiglie vorrebbero che venisse mantenuta la relazione diretta uno a uno tra genitori e figli o nel rapporto con gli operatori, giudichiamo positiva la direttiva che impone di lavorare con piccoli gruppi, dato che nei grandi gruppi di una ventina di persone il rapporto personale uno a uno si perde”.

Ha voluto mandare il suo pensiero anche Matteo Corzani, un giovane disabile presente alla conferenza stampa: "Essere silente resta per me bieca condizione di vita, ma l’amore dei genitori e dei familiari e degli amici fidati è per me e per noi, amici senza voce, un gioioso e fondamentale aspetto della nostra vita, non è da dimenticare mai! Anche se diventiamo grandi siamo sempre figli amati e che amiamo col cuore. Ciò che crediamo speciale per noi è restare uniti pur nelle vicende della vita e poterci sostenere l’un l’altro. Perché sia fisicamente possibile essere in famiglia e nella società, dentro la vita della comunità civile e religiosa, assai abbiamo bisogno di sostegno per noi e per i nostri familiari e questo lo viviamo come un primo passo per la famiglia che si prende cura dei non autosufficienti".

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