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Cronaca

Zangheri, sindacati contro l'Ausl: "Il personale contagiato è di 25 unità non 4. Anziani Covid non separati dagli altri"

E' scontro tra sindacati e Ausl sui numeri dei contagi di Covid tra il personale della casa di riposo Zangheri. Ad essere contestato in particolare è il direttore del distretto sanitario Stefano Boni

E' scontro tra sindacati e Ausl sui numeri dei contagi di Covid tra il personale della casa di riposo Zangheri. Ad essere contestato in particolare è il direttore del distretto sanitario Stefano Boni che nel tentativo di rassicurare le famiglie ha indicato come in 4 i casi accertati di Coronavirus tra i dipendenti, mentre ai sindacati risultano 25 persone. Una differenza notevole. Scrivono Daniela Avantaggiato (Cgil), Martina Castagnoli (Cisl) e Massimo Monti (Uil): "Troviamo sconcertanti le dichiarazioni in merito alla situazione esistente all’interno della Casa di Riposo Zangheri, volte a tranquillizzare la cittadinanza ed i familiari degli ospitati. In tale contesto sono stati forniti dati da contagio assolutamente non veritieri soprattutto per quanto attiene gli operatori della struttura. Ci domandiamo perché Ausl e Amministrazione comunale vogliano minimizzare i dati del contagio, come se si cercasse attraverso queste notizie filtrate di rappresentare una verità offuscata".

Questi i conti di Cgil, Cisl e Uil: gli operatori contagiati sono 25 ("dato aggiornato a mercoledì sera", precisa la nota). Sempre il comunicato: "I dati sono stati forniti dalla stessa Direzione della Zangheri, e non smentiti da Ausl, durante la riunione del Distretto socio-sanitario". I contagi tra gli operatori risultano infatti così ripartiti: sei operatori socio sanitari al Pensionato, tre operatori socio sanitari della cooperativa che supporta il lavoro del personale della casa di riposo al Reparto Vassura, due infermieri al Pensionato, dodici operatori socio sanitari nel reparto Angeletti, divisi tra i diversi nuclei, un responsabile delle attività assistenziali all’Angeletti, ed un operaio, risultato primo caso positivo nella struttura.

"Mancano ancora i dati degli ultimi tamponi effettuati e dei test sierologici su operatori che in questo momento sono a casa in “attesa” di sapere il loro destino, per completare la situazione che risulta ancora troppo fluida sulla definizione del contagio. Questi i dati reali, che non devono e non possono essere nascosti, perché non stiamo parlando di numeri sterili come se stessimo giocando a tombola, e non possiamo neanche trincerarci sulla mancanza o meno di dati “ufficiali” e non a conoscenza della Casa di Riposo - proseguono i sindacati -. Sono persone in carne ed ossa che stanno facendo del loro meglio per assistere gli ospiti anziani della struttura, facendolo con rofessionalità ed umanità, sostituendosi anche alle famiglie in questo momento lontane".

"Sono operatori con famiglie a casa, figli, mariti, mogli che svolgono il loro lavoro con amore per quei “nonni” che sentono come i loro.
Troviamo come organizzazioni sindacali assolutamente ingiustificabile il comportamento omissivo assunto dalle Amministrazioni e dall’Ausl: non è così che si tranquillizzano le famiglie e si gestisce un’emergenza. C’è bisogno, così come già più volte segnalato e denunciato pubblicamente, di incrementare il poco organico rimasto che è costretto dalle necessità a turni massacranti. Vengono fatte doppie notti senza alcun giorno di riposo, turni da 10 ore con anziani che hanno bisogno di assistenza più di prima".

"Ancora oggi al Pensionato, dove convivono pazienti Covid con sintomi lievi ed asintomatici e ospiti negativi, il personale non è dotato delle necessarie mascherine fp2 e fp3, di guanti in nitrile….delle minime condizioni di sicurezza individuale e per la sicurezza degli ospiti. Non siamo più disponibili come Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl ad ascoltare chiacchiere e rassicurazioni inutili, chiediamo un intervento immediato a supporto degli operatori della struttura con l’incremento di personale specializzato e di strumentazione idonea, e non ci interessa che sia personale assunto dalla Casa di riposo o dall’Ausl l’importante è che arrivi personale. Vogliamo verità e giustizia, la salute non si tutela con le omissioni. Diversamente le andremo a ricercare, a tutela di tutte queste persone, presso le sedi giudiziarie deputate", conclude la nota.  

Replica il direttore del distretto sanitario Stefano Boni, secondo cui ci sarebbe stata una "incomprensione in conferenza stampa riguardante i dati degli operatori contagiati presso la Zangheri". Per Boni "nel fare una cronistoria del contagio all’interno della struttura ho informato che nella fase di intervento iniziale da parte dell’AUSL, il numero di operatori contagiati era di 4, mentre i pazienti positivi erano 74. Procedendo nella descrizione degli interventi effettuati all’interno della struttura, sono poi stati forniti i dati aggiornati dei pazienti positivi e non quelli degli operatori". Ed infine: "Possiamo assicurare che non c’è stata alcuna volontà omissiva".

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