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Nel 2013 la crisi miete ancora più vittime: oltre 9mila i lavoratori colpiti

I primi 4 mesi del 2013 hanno lasciato sul territorio un fortissimo segno della crisi, che si acuisce sempre di più sul mondo del lavoro. A fare il punto della situazione i segretari generali di Cgil e Uil Forlì, Paride Amanti e Luigi Foschi, ed il segretario organizzativo di Cisl Forlì-Cesena, Vanis Treossi

I primi 4 mesi del 2013 hanno lasciato sul territorio un fortissimo segno della crisi, che si acuisce sempre di più sul mondo del lavoro. A fare il punto della situazione i segretari generali di Cgil e Uil Forlì, Paride Amanti e Luigi Foschi, ed il segretario organizzativo di Cisl Forlì-Cesena, Vanis Treossi. I numeri sono davvero drammatici, basti pensare che, ad oggi, i dipendenti di aziende in crisi nel Forlivese sono 9.230, divisi in 469 ditte colpite.

Ovviamente i settori più flagellati sono quello metalmeccanico, con 175 aziende in crisi, il che significa 3.987 lavoratori, e quello edile, che vede in difficoltà 150 aziende, per un totale di 3.230 lavoratori. Degli oltre 9mila dipendenti toccati dalla crisi, secondo i dati forniti dai sindacati, 2.533 sono in cassa integrazione ordinaria, 3.543 in straordinaria, 608 usufruiscono del contratto si solidarietà, 1.794 di ammortizzatori sociali in deroga e ben 753 hanno perso il lavoro. “Come sindacati – affermano i tre rappresentanti – chiediamo che le aziende rispettino il patto firmato nel 2009, anche con la Regione Emilia-Romagna, nel quale si sono impegnate ad utilizzare tutti gli ammortizzatori sociali possibili, prima di passare ai licenziamenti”.

Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, appunto, i dati sono forniti dall'Inps provinciale e riguardano i primi 4 mesi dell'anno: di fronte ad un leggero calo della cassa integrazione ordinaria  nel 2013, è quasi triplicata quella straordinaria, passata da, 498.763 ore nei primi 4 mesi del 2012, a 1milione 656.800 quest'anno. La cassa in deroga “ovvero l'anticamera del licenziamento”, spiegano i sindacati, è passata da 950.779 ore a 769.686, “Mancano però tutti i dati degli 8mila accordi bloccati in Regione perchè mancano i fondi, che riguardano 40mila persone”.

In totale, tolte ovviamente le suddette, si tratta di oltre 3 milioni di ore di ammortizzatori sociali (esclusi i contratti di solidarietà), richieste da gennaio ad aprile 2013. Nello stesso periodo del 2012 erano state 2milioni 300 mila circa.

I sindacati manifesteranno unitariamente a Bologna il 1° giugno e il 22 a Roma, con il motto “Meno rigore, più coesione”, chiedendo a governo ed enti pubblici, tra le tante cose, il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga  e l'allentamento del patto di stabilità. A livello locale, in particolare, Cgil, Cisl e Uil, chiedono maggiore coesione degli enti negli interventi anti-crisi, disponibilità delle banche verso le imprese, ad esempio attraverso la creazione di un Fondo di investimento territoriale messo in piedi da Fondazione e istituti di credito.

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