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Economia

Officine Maraldi, i sindacati: "Situazione preoccupante, serve un compratore"

Nei prossimi giorni continueranno i confronti tra le parti nel tentativo di trovare delle soluzioni condivise

Si è svolto giovedì mattina in Prefettura l’incontro richiesto dalle organizzazioni sindacali sulla crisi cha attraversa le Officine Maraldi, azienda che occupa circa 50 dipendenti nel territorio di Bertinoro. Presenti all’incontro le istituzioni territoriali (oltre alla Prefettura c’erano i sindaci di Bertinoro e Forlimpopoli e la Provincia), la direzione Aziendale con l’amministratore delegato del gruppo Sfir, cui Officine Maraldi appartiene, Fiom e Uilme i rappresentati dei lavoratori.

"Durante l’incontro si è affrontata in prima battuta la situazione relativa alle retribuzioni dei dipendenti: durante il precedente incontro in Prefettura del 10 ottobre l’azienda aveva preso l’impegno di coprire gli arretrati con i dipendenti, compresi i quasi 2 anni di contributi ai fondi di previdenza complementare non versati - affernano i sindacati -. Durante la riunione di giovedí è emersa la sola disponibilità a pagare la retribuzione di settembre, questo a causa di una riduzione degli incassi previsti che, a detta dell’azienda, costringe a un’analisi più dettagliata delle spese da affrontare nell’immediato futuro".

"Successivamente è stato affrontato il tema del futuro dello stabilimento bertinorese,  con un quadro che si delinea come molto preoccupante - proseguono i sindacati -. L’azienda ha affermato da tempo la necessità di trovare un compratore o un investitore come condizione imprescindibile per continuare l’attività aziendale, non avendo il gruppo le risorse per far fronte al rilancio dell’azienda. Ma da questo punto di vista non sono emerse allo stato attuale soggetti disposti ad investire nell’azienda, nonostante l’alta professionalità e la qualità che Officine Maraldi esprimono e che ne ha fatto negli anni un competitor globale nel settore dell’oil and gas. Resta dunque fondamentale l’intervento di un soggetto esterno che possa immettere nell’azienda i capitali necessari per garantirne la piena operatività e permetterle di  portare avanti le commesse già acquisite.
La direzione aziendale ha altresì dichiarato la necessità di avere qualche altra settimana di tempo nel tentativo di provare a costruire una soluzione della vicenda".

Fiom e Uilm, unitamente alle Rsu, hanno chiesto "di aprire gli ammortizzatori sociali, non essendo in questo momento il lavoro sufficiente per coprire tutti i dipendenti e anche al fine di non peggiorare la loro condizione debitoria nei confronti di Officine Maraldi;  si è concordato di verificare le condizione tecniche per arrivare all’apertura della cassa integrazione, pur in un quadro di forte riduzione nella possibilità di accesso alla stessa derivante dal cambio della normativa imposto dal Jobs Act. Nei prossimi giorni continueranno i confronti tra le parti nel tentativo di trovare delle soluzioni condivise, pur nella consapevolezza che serve un soggetto che abbia intenzione di investire nell’azienda".

A tal proposito le organizzazioni sindacali e i lavoratori chiedono alle Istituzioni locali e a chiunque ne abbia la possibilità "di intervenire in tal senso, anche al fine di non perdere altri posti di lavoro e gettare nella disperazione 50 famiglie".

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