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L'aeroporto non vola più: il bando è scaduto e nessuno ha partecipato

E' scaduto il bando, nessuno si è presentato per la gestione dell'aeroporto di Forlì. La seconda proroga del bando per la privatizzazione del Ridolfi non ha portato risultati. Così, tra speranze e rassegnazione, è arrivato il 25 marzo, lunedì, termine ultimo stabilito da Enac per la presentazione delle manifestazioni di interesse

E' scaduto il bando, nessuno si è presentato  per la gestione dell'aeroporto di Forlì. La seconda proroga del bando per la privatizzazione del Ridolfi non ha portato risultati. Così, tra speranze e rassegnazione, è arrivato il 25 marzo, lunedì, termine ultimo stabilito da Enac per la presentazione delle manifestazioni di interesse. La prima seduta pubblica romana sarà giovedì.  Il liquidatore di Seaf, riccardo Roveroni ha assicurato il mantenimento dell'operatività minima anche dopo la scadenza.

“Enac mi informa che non è stata presentata, nel termine previsto del 25 marzo, alcuna domanda di partecipazione al bando di gara per la concessione della gestione totale dell’aeroporto L. Ridolfi di Forlì. - comunica Roveroni in una nota - Si spegne oggi un riflettore che, con tanti sforzi e con l’impegno di moltissime persone, che ringrazio, è stato tenuto puntato, per oltre sei mesi, sull’aeroporto, per attrarre alla struttura gestori aeroportuali, investitori ed imprenditori, internazionali e nazionali”.

“Con Enac – sottolinea -  stiamo costruendo, in queste ore, l’assetto operativo più idoneo per il mantenimento della certificazione aeroportuale, in una fase della vita dell’aeroporto in cui saranno possibili voli privati e delle scuole di volo e voli commerciali non programmati. La storia dell’aeroporto di Forlì non è dunque conclusa. L’operatività dell’Aeroporto sarà quella minima, funzionale tuttavia a mantenere attivo il gruppo di lavoratori specializzati, così che, insieme alla struttura aeroportuale, possa sopravvivere Seaf e costituire il punto di partenza di qualsiasi iniziativa imprenditoriale ed utilizzo del sito, che Enac si trovasse, nelle prossime settimane, a dovere concretamente valutare”.

“Tra le persone che devo ringraziare per il loro impegno, vi sono, innanzitutto, i lavoratori di Seaf e delle società di servizi legate allo scalo, che hanno consentito lo svolgimento di una piena operatività e il mantenimento dei valori di un’impresa, complessa e delicata, qual è quella per la gestione di un aeroporto. - conclude Roveroni - Poi i sindacati e i soci, che, con risorse e competenza, hanno sostenuto l’esercizio provvisorio, nell’ambito della fase di liquidazione della società di gestione ed hanno operato fattivamente per la migliore presentazione dell’azienda agli investitori. I giornalisti, infine, che hanno dato visibilità all’operazione”.

I segretari generali di Cgil, Paride Amanti, Cisl, Filippo Pieri e Uil, Luigi Foschi, prima puntano il dito: “Le Istituzioni, a partire dalla Regione, non sono riuscite ad essere soggetto programmatorio di un’idea di sistema aeroportuale regionale “composto da un’Azienda e tre piste”, non perseguendo tale importante obiettivo con la dovuta determinazione che avrebbe creato condizioni di competitività per tutti gli scali emiliano romagnoli, non escluso chi oggi si crede autosufficiente” Poi ragionano su Area vasta: “Ci chiediamo se le politiche di Area Vasta siano una scelta strategica tout-court oppure siano valide solo quando qualcuno crede di trarre un vantaggio a discapito di altri nella definizione di nuovi asset. Ci chiediamo se i Comuni e le Province della Romagna, oltre che confrontarsi sull’opportunità della nascita del “contenitore” Provincia Unica, vogliano avviare un confronto serio rispetto alle politiche di sistema finalizzato a una valorizzazione dei territori e in coerenza con tale scelta e non prevalga la strumentalità legata alla convenienza del momento, e promuovere un ragionamento sulle Società in cui oggi hanno quote di partecipazioni, che non sia di concorrenza ma di messa in rete. Registriamo poi la totale assenza dell’imprenditoria locale che non ha nemmeno tentato di fare massa critica per trovare una soluzione per una struttura in grado di dare valore aggiunto al territorio, come invece è accaduto a situazioni a noi vicine. Tornando al bando noi crediamo che la sua chiusura, senza che siano pervenute proposte concrete di assegnazione, non significhi assolutamente abbandonare l’idea di utilizzo dell’infrastruttura”.

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