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Economia Bertinoro

Al via la 17esima edizione delle Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile

Il Terzo settore riunito a Bertinoro per confrontarsi sulle sfide che lo attendono dopo la recente riforma.

È iniziata venerdì la 17esima edizione delle Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile, il tradizionale appuntamento di Aiccon, che riunisce annualmente i maggiori rappresentanti del mondo del Terzo Settore, dell’Università, delle Istituzioni e delle imprese. Il dibattito, articolato in quattro sessioni, vedrà oltre 250 partecipanti confrontarsi sui temi di maggiore attualità come la riforma del Terzo settore, educazione all'imprenditorialità sociale, sviluppo di nuove economie locali coesive e impatto sociale.

“Fare luogo. Il Terzo settore fra normatività sociale e legislativa” è stata la sessione d'apertura, coordinata da Paolo Venturi, direttore Aiccon, a cui hanno partecipato Stefano Zamagni, Università di Bologna; Leonardo Becchetti, Università di Roma Tor Vergata; Michele Tiraboschi, Università di Modena e Reggio Emilia; Maurizio Gardini, presidente Alleanza Cooperative Italiane epresidente Confcooperative e Luigi Bobba, sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

In particolare, il sottosegretario Bobba  ha affrontato il tema della riforma e della  necessità di ricostruire nuovi legami “Voglio ricordare tre elementi: l’accentuazione della promozione delle reti dei soggetti del Terzo settore; il rafforzamento dell’incontro fra cittadini, imprese e realtà del terzo settore con agevolazioni di carattere fiscale; il tentativo di far uscire il Terzo settore dalla logica di fornitore strumentale della pubblica amministrazione e per farlo diventare un partner che co-progetta gli interventi.”

Presentazione Istat

In chiusura della mattinata Sabrina Stoppiello e Stefano Menghinello dell’Istat hanno annunciato che si è conclusa la rilevazione campionaria delle istituzioni non profit relativa all’anno 2016, i primi risultati saranno diffusi entro la fine del 2017. Nel suo intervento la Stoppiello ha analizzato l’evoluzione del settore non profit negli ultimi anni (2011-2015). Nel breve periodo si rileva una forte vivacità demografica con tassi di mortalità e natalità più elevati rispetto al mondo delle imprese. Sono circa 62mila (il 20%) le istruzioni non profit (Inp) che hanno cessato la loro attività negli ultimi anni, la cessazione è legata ad una minore complessità organizzativa, dimensioni più contenute, lavoro più flessibile e meno strutturato (forte presenza di lavoratori esterni).

Le Inp in vita sono relativamente più presenti al Centro e al Nord (Toscana, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Piemonte, Veneto la percentuale è superiore all’ 80%). Le Inp cessate sono relativamente più presenti Situate al Sud (Molise, Calabria, Abruzzo, Sicilia, Basilicata la percentuale è superiore al 24%). Le istituzioni non profit censite nel 2011 ancora in vita nel 2015 risultano relativamente più presenti tra cooperative sociali e fondazioni, esistono da almeno 40 anni, operano con 20 e più volontari, gestiscono entrate superiori a 30mila euro annue (oltre l'83%), erogano più di un servizio (81,5%) e si occupano di Sostegno e supporto dei soggetti deboli (82,8%).

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