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Allarme Confagricoltura: "L'Imu strangola le nostre aziende"

Confagricoltura lancia un grido d'allarme: "L'IMU strangola le nostre aziende, il carico fiscale ormai è insopportabile", spiega il presidente Claudio Canali

Confagricoltura lancia un grido d’allarme: “L’IMU strangola le nostre aziende, il carico fiscale ormai è insopportabile. La nostra associazione – spiega il presidente Claudio Canali - rappresenta circa il 35% della superficie agricola utilizzabile delle provincie di Forlì-Cesena e di Rimini, con ciò che ne consegue. Eppure su buona parte delle nostre aziende pesa l’IMU ad aliquota piena dal momento che non godono di agevolazioni caratteristiche di altre tipologie d’imprese”.

“Ora siamo in grado di quantificare quanto inciderà sulle nostre imprese l’IMU, qualche esempio: per un agricoltore con terreno ma senza fabbricati l’IMU, rispetto all’ICI comporterà un aumento dei costi da 247 a 1845 euro (+746,96%). Per chi non possiede terreni, ma solo fabbricati la spesa passerà da 690 euro a 2291 euro (+ 332,03%), mentre invece per chi possiede sia terreno che fabbricato gli aumenti percentuali oscillano da  + 238% a + 320%. In sostanza possiamo affermare, che rispetto all’ICI, le nostre aziende dovendo far fronte all’aumento dell’imposta sui terreni e all’introduzione dell’imposta sui fabbricati rurali (finora esenti) avranno un aumento d’imposta mediamente triplicato rispetto allo scorso anno”, continua il presidente.

“A questa gabella si devono poi sommare i costi per gli accatastamenti dei fabbricati rurali che comporteranno una spesa media di circa 2.000  euro per ogni unità totalmente a carico delle imprese agricole. - spiega Canali - Ma in quale contesto imprenditoriale si paga l’IMU su un bene strumentale indispensabile per la produzione? Nelle industrie si paga l’IMU sui macchinari? NO. E’ chiaro che così non si avanti. Gli agricoltori, già costretti a misurarsi con le difficoltà di carattere economico-commerciale, saranno obbligati a intraprendere scelte drastiche quali l’abbattimento dei frutteti con ripercussioni notevolissime sull’indotto , l’occupazione e quindi sull’intera economia provinciale. Sulla base di queste considerazioni chiederemo ai sindaci che hanno applicato l’aliquota massima di questa tassa iniqua di rivedere queste decisioni anche in considerazione del fatto che il gettito IMU ci risulta di gran lunga superiore alle aspettative”.

“Ci preme ricordare inoltre che l’istituzione dell’IMU deve in ogni caso essere considerata come un evento temporaneo che chiediamo a gran voce sia di breve durata.Non vogliamo sottrarci ai nostri doveri di contribuenti ma intendiamo sottolineare che una politica troppo penalizzante per le nostre aziende avrà ripercussioni negative devastanti sul medio-lungo periodo non solo sulle imprese agricole ma su tutto il comparto agroindustriale", conclude.

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