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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Fiere, sancito il matrimonio tra Forlì e Parma. "Ma Fieravicola resta qui, è patrimonio della città"

Con una firma congiunta del presidente della Fiera di Forlì Gianluca Bagnara e dell'amministratore delegato di Fiere di Parma Antonio Cellie è stato sancito il matrimonio tra i due soggetti fieristici

Con una firma congiunta del presidente della Fiera di Forlì Gianluca Bagnara e dell'amministratore delegato di Fiere di Parma Antonio Cellie è stato sancito il matrimonio tra i due soggetti fieristici. Forlì, quindi, col suo giro di affari poco superiore al milione di euro, sceglie di entrare nell'orbita di Parma, un soggetto economico che muove un fatturato di 42 milioni di euro. L'accordo ha anche il suggello politico, come spiega il vicesindaco Lubiano Montaguti che parla di “giornata storica”: “Dopo che abbiamo dialogato con città più vicine, che non ci hanno offerto abbastanza, è stato scelto come partner Parma che ha compreso che la Fieravicola è patrimonio della nostra comunità e quindi non c'è prezzo che tenga affinché rimanga a Forlì”.

Antonio Cellie conferma che gli eventi in portafoglio alla fiera di Forlì resteranno nei padiglioni di via Punta di Ferro, in primis Fieravicola, l'unica fiera di rilievo internazionale della città, organizzata con cadenza biennale, ma anche le fiere locali minori come 'Caccia & Country'. 'Old Time Show' e 'Happy Family' (le altre fiere di Forlì sono realizzate da organizzatori terzi, ndr). Per Cellie, infatti, “non è vero che le piccole fiere come Forlì sono destinate a dover chiudere”. Spiega: “Lo dimostra l'esperienza fatta a Parma in passato, quando è stato preso in mano un quartiere fieristico necessitante di forti interventi e marginale che rischiava di scomparire. Quando i territori perdono fiere perdono un megafono formidabile per i loro distretti produttivi, per i loro know-how, e a Forlì c'è un distretto molto forte, quello avicolo”, che deve essere rappresentato. Anche perché, sempre Cellie, “non dobbiamo competere con le grandi fiere globali, dato che è una guerra persa in partenza, siamo in una scala uno a dieci con i grandi operatori come Francoforte, Colonia o Parigi; invece con le nostre fiere dobbiamo invitare il mondo a vedere come lavora il nostro manifatturiero, e il 'food' è una nostra grande produzione manifatturiera”.

Gianluca Bagnara, presidente di Fiera di Forlì, vede complementarietà tra Parma e Forlì, la prima specializzata sul food, ma anche sulla meccanica per la produzione, la seconda come Cibus Tec, anch'essa specializzata sulle tecnologie dell'industria alimentare, in particolare la zootecnia avicola. “La firma di questo accordo quadro con Fiere di Parma -  spiega Gianluca Bagnara, Presidente della Fiera di Forlì - è il primo passo per integrare la nostra esperienza nel settore agro-zootecnico con le competenze di una realtà di primaria importanza nel panorama fieristico internazionale, che ha all’attivo saloni di riferimento per il mondo del food come Cibus e CibusTec. Questa sinergia ci permetterà di rilanciare Fiera di Forlì e le sue manifestazioni, a cominciare da Fieravicola, rassegna che continuerà ad essere organizzata a Forlì”.

Fiere, Forlì e Parma assieme

Tecnicamente l'accordo quadro firmato venerdì mattina, nella terza giornata di Fieravicola, sancisce un percorso che porterà allo sviluppo di un business plan congiunto e poi ad una nuova società (al 90% formata da Parma e al 10% da Forlì) a cui Fiera di Forlì affitterà il ramo d'azienda di tutti gli aspetti gestionali. Di fatto, quindi, la gestione ma soprattutto lo sviluppo delle fiere da realizzare a Forlì passerà sotto la regia di Parma, ma con alcuni paletti. “Forlì continuerà a nominare il presidente, nel cda per certe decisioni strategiche, per esempio il trasferimento di eventi fieristici, servirà l'unanimità”, precisa Bagnara. Nessun problema parrebbe esserci neanche per il personale (a Fiera di Forlì operano 5 persone, di cui due a part-time), dato che – continua Bagnara - “il tema che si pone è rafforzarci e implementare” e quindi non tagliare costi di personale. L'accordo ha valenza di 5 anni come piano industriale, Parma potrà avvalersi in futuro di un diritto d'opzione sul 10% forlivese. 

Da quest'accordo Forlì conta di reperire le risorse necessarie per sviluppare la Fieravicola, portandola a nuovi traguardi. “Sempre di più produzione e food guardano all'intera filiera, lo vediamo anche nelle trasmissioni tv, quelle tarate sul cibo sono molte attente alla produzione e quelle sull'agricoltura mostrano il cibo”, commenta Franco Manzato, sottosegretario del ministero delle Politiche agricole. “Al food dobbiamo sempre più guardare – riprende Bagnara -, ci sono temi trasversali che interessano ad un consumatore sempre più consapevole, come per esempio il 'senza antibiotici', che riguardano in modo trasversale tutta la zootecnia e non solo l'avicolo”. 

“E’ un accordo federante, rispettoso delle singole competenze, nell’ambito zootecnico ed agroalimentare – rimanrca Antonio Cellie, ceo di Fiere di Parma –. Il nostro approccio, replicabile, è quello di non trasferire fiere da una città all’altra, sradicandole dai loro consolidati legami con il territorio, ma rilanciarle ottimizzandone i processi di gestione e internazionalizzazione. La sinergia tra Fieravicola, Cibus e Cibus Tec aprirà nuovi orizzonti per la valorizzazione della filiera avicola Made in Italy grazie ad un appuntamento che potrà sempre più confrontarsi con gli operatori internazionali alternandosi con l’omologa VIV di Utrecht”.

Forlì fa quindi una scelta opposta dalla vicina Cesena, che ha scelto di portare il suo principale evento fieristico business, il Macfrut, dedicato alle macchine per la produzione ortofrutticola, già da alcuni anni da Cesena a Rimini, mantenendo però a Cesena la “testa pensante” dell'evento. Presente alla firma dell'accordo anche l'assessore regionale Simona Caselli che spiega: "Per la Regione le aggregazioni anche a dimensione societaria vanno bene. Capisco le difficoltà di tali operazioni, in questo caso siamo di fronte ad un'integrazione di attività con collaborazioni importanti tra Cibus e Fievavicola". Lo scopo ultimo della Regione, conclude Caselli, "è un sistema fieristico che tenga su le esportazioni, e in Romagna c'è un forte settore avicolo da sostenere".

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