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Economia

Ancora un'annata nera per pesche e albicocche: settore ormai a rischio scomparsa

Ormai al termine di una stagione estiva caratterizzata da forte ondate di calore e dalla quasi assenza di precipitazioni, la Camera di commercio analizza l’andamento della produzione

Ormai al termine di una stagione estiva caratterizzata da forte ondate di calore e dalla quasi assenza di precipitazioni, la Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini, analizza l’andamento della produzione e dei relativi prezzi della frutta estiva, grazie anche al lavoro delle Commissioni prezzi, operanti al momento solo nella provincia di Forlì-Cesena. Analizzando i dati di questa stagione, si evidenziano grandi difficoltà; i mesi estivi del 2017 si sono rivelati particolarmente critici per le produzioni frutticole della provincia. Le temperature sopra le medie stagionali, la siccità, il perdurare dell’embargo russo, associati a problematiche strutturali irrisolte, hanno notevolmente ridotto le quotazioni e la redditività della frutta di stagione, in particolare pesche e nettarine.

Pesca romagnola in crisi nera

“È importante essere consapevoli che la frutticoltura estiva ha sempre rappresentato un asset importante della nostra economia - dichiara Fabrizio Moretti, Presidente della Camera di commercio della Romagna -. La peschicoltura romagnola fino a 15 anni fa era stabilmente affermata in tutto il mercato europeo e ha dato identità e benessere alle nostre campagne peraltro, caratterizzando, il nostro territorio con le fioriture primaverili. La difficile situazione nella quale si trova questa nostra importante specializzazione richiede quindi un’attenzione particolare per cercare soluzioni e prospettive e per non disperdere valore, competenze ed esperienza. A maggior ragione per la Romagna che vuole distinguersi per la qualità della vita puntando su un insieme di caratteristiche e specificità fra cui anche la qualità delle produzioni alimentari e il paesaggio è importante lavorare per includere pienamente la frutticoltura estiva nell’ambito concettuale del benessere e del buon vivere”.

Necessari interventi per i prezzi

“La Commissione prezzi manifesta apprezzamento per l’attenzione e la sensibilità della Camera di commercio e auspica una presa di coscienza più generale della gravità del problema da parte di coloro che, a vario titolo, possono agire positivamente per il futuro del settore - commenta Mario Turroni, Presidente della Commissione rilevazione prezzi dei cereali sementi foraggi frutta ed ortaggi -. La Commissione è pronta ad offrire il proprio contributo per cercare di superare questa situazione che è sicuramente complessa e non di facile soluzione. Fattori quali l'età avanzata dei produttori, la frammentazione aziendale, i meccanismi del mercato globale e le dinamiche di commercializzazione rendono necessario un “patto di comportamento” e sistemi di coltivazione che portino ad ottenere prodotti più omogenei. Tutto ciò nella prospettiva che la disponibilità di aggregazioni di superfice rendano più facile la condivisione di strategie (qualche esempio in provincia esiste già) e quindi il recupero di potere contrattuale.
È necessario inoltre individuare soluzioni affinchè le modalità di commercializzazione non gravino così pesantemente sulla produzione e quelle di produzione garantiscano certezza e costanza nelle quantità da portare sul mercato e qualità elevate.

Il confronto con l'estero

Il confronto con le produzioni estere, avvantaggiate da costi di mano d'opera sensibilmente inferiori ai nostri, richiede poi l’intervento delle Istituzioni che sono chiamate a cercare soluzioni sul tema dei contributi ai produttori.
Un appello accorato da parte della Commissione è rivolto infine alle Associazioni di categoria perché si impegnino efficacemente nel coordinare la ricostruzione e nel delineare le prospettive di un settore che versa in difficoltà così gravi da rischiare in tempo breve la sua scomparsa”.

I dati

I dati riportati nel listino prezzi della Camera della Romagna ed elaborati dall’ufficio Statistica e Studi (media dei prezzi dei gruppi di prodotti nelle settimane di quotazione e confronto con il medesimo periodo del precedente anno) riportano una flessione del 28,0% delle pesche gialle, del 27,3% delle nettarine gialle e del 30,9% di tutte le varietà di pesche. In flessione anche albicocche (-43,7%) e susine (-15,7%). Tuttavia, al di là del valore medio della flessione, assume importanza il livello di prezzo in termini assoluti che, per tutte le varietà citate, non appare minimamente remunerativo né capiente dei costi diretti di produzione. Per arginare la situazione, a livello ministeriale ed europeo è stato disposto un ampliamento del plafond dei ritiri di prodotto.

In provincia di Forlì-Cesena la produzione di Pesche e Nettarine si qualifica da anni come specializzazione e vocazione territoriale; la superficie agricola dedicata (SAU) a tali produzioni nel 2017 risulta pari a circa 3.520 ettari (-4,9% rispetto al 2016); la provincia si posiziona al quarto posto nella classifica nazionale decrescente (su 110 province) per superficie in produzione di nettarine (per 1.770 ettari, dopo le province di Ravenna, Caserta e Cuneo) e al sesto posto nella classifica nazionale decrescente (su 110 province) per superficie in produzione di pesche (per 1.750 ettari, dopo le province di Caserta, Napoli, Agrigento, Matera e Ravenna) (fonte: ISTAT). Il medesimo posizionamento si riscontra con riferimento alla produzione raccolta (quantità) dei due prodotti in esame; in provincia di Forlì-Cesena gli ultimi dati ISTAT (anno 2016) hanno rilevato una produzione di Pesche e Nettarine per circa 77.200 tonnellate (al quarto posto nella classifica nazionale su 110 province, dopo Caserta, Ravenna e Cuneo).
Per la stagione estiva 2017 le aspettative e le valutazioni degli operatori riportano una contrazione delle quantità in produzione (in termini di peso) per effetto della riduzione della SAU ma soprattutto della ridotta pezzatura, quale conseguenza dell’eccessivo caldo.

La produzione lorda vendibile (PLV) di pesche e nettarine nel 2016 – sempre elaborata dall’Ufficio Studi della Camera di commercio della Romagna - è stata pari a 32,9 milioni di euro (il 33,6% della PLV frutticola provinciale e il 7,0% di quella totale). A livello regionale, la PLV di pesche e nettarine prodotte in provincia di Forlì-Cesena pesa per il 21,8% del totale, al secondo posto dopo Ravenna (61,2%) che si conferma il principale produttore in regione sia per quantità sia per valore (fonte: regione Emilia-Romagna).

Crisi strutturale

I segnali e gli effetti della crisi strutturale del comparto frutticolo locale sono evidenti e manifesti già da anni. Infatti, dal 2006, a fronte di un dimezzamento delle superfici in produzione (-50,2%) la PLV a valori nominali di pesche e nettarine si è ridotta di più della metà (il 56,0%), mentre la flessione è pari al 61,7% se considerata a valori reali (vale a dire depurati dall’effetto dell’inflazione). Il peso della PLV provinciale di pesche e nettarine sulla PLV totale si è pressoché dimezzato (dal 14,8% del 2006 al 7,0% del 2016), mentre l’incidenza della PLV di pesche e nettarine sulle colture frutticole si è ridimensionata (dal 55,1% al 33,6%). 
 

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