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Ausl unica? La Cgil: "Prima l'Area vasta Romagna"

Le CGIL di Ravenna, Rimini, Forlì, Cesena e Regionale intervengono sull' Area Vasta Romagna Sanità: "Una discussione complessa, che necessita di sedi di confronto appropriate e approfondite"

Le CGIL di Ravenna, Rimini, Forlì, Cesena e Regionale intervengono sull' Area Vasta Romagna Sanità: “Una discussione complessa, che necessita di sedi di confronto appropriate e approfondite, nelle quali gli interlocutori, istituzionali e non, assumano precise responsabilità legate al ruolo che rivestono: per noi la sede corretta per riflessioni-analisi-proposte è il confronto sul 2° Piano socio sanitario regionale che, a partire dai territori, sta prendendo l’avvio in queste settimane e che dovrà tener conto anche delle scelte del Governo sulle riforme istituzionali, in particolare quelle riferite al sistema decentrato dello Stato”.

“E’ evidente a tutti come l’intero sistema sanitario ER, per provare a reggere i tagli del precedente governo e le scelte sbagliate della spending review, avrà la necessità di mettere in campo scelte innovative, sia di programmazione che di gestione, valide per tutto il sistema regionale, con l’obiettivo di una maggiore efficienza ed appropriatezza, mantenendo, nel contempo, la capacità di coniugare qualità dei servizi ed accessibilità per la popolazione”.

“Per le CGIL di Ravenna, Rimini, Forlì, Cesena e Regionale questo confronto parte dalla riconferma della validità delle scelte di integrazione in Area Vasta Romagna, già presenti nel primo PSSR e da ultimo condivise nel verbale di incontro  che precede la delibera della Regione n. 927 del 27/6/2011; scelte che sono impostate su logiche di collaborazione, non di competizione, tra i territori, non solo a livello aziendale ma soprattutto a livello politico/istituzionale. Collaborazione che è passaggio indispensabile per ogni futura evoluzione organizzativa, a partire dai documenti delle singole Conferenze Territoriali, che devono considerare sia i bisogni del territorio che le funzioni meglio gestibili in Area Vasta”.

“Nel territorio romagnolo si sono già realizzate esperienze innovative con diverse forme di cooperazione e di integrazione fra le aziende che hanno prodotto sia risultati di qualità che di razionalizzazione della spesa. Tuttavia, a nostro giudizio, non vi è stata la sufficiente volontà politica, da noi più volte richiesta alle Conferenze, di far crescere i processi di integrazione in AVR; anzi, alla luce del dibattito attuale, si può dire che spesso hanno prevalso logiche competitive e divaricanti tra i territori, al di là  delle dichiarazioni formali più volte espresse. D’altro canto il tema della collaborazione istituzionale in primo luogo e della forma più adeguata per il raggiungimento del risultato è la scelta che deve essere fatta a priori, molto prima di delineare il contenitore organizzativo. Alla luce delle considerazioni precedenti porre il tema dell’Azienda Unica, senza aver nemmeno realizzato l’integrazione già condivisa di AVR  ci pare una scelta  sbagliata, in particolare rispetto ai bisogni dei cittadini. Allo stesso modo non  condividiamo l’idea  che per poter decidere in Sanità bisogna allontanarsi dai cittadini e che l’Azienda su base provinciale è una barriera al cambiamento e all’innovazione organizzativa; per noi, al contrario, è importante confermare la prossimità dei servizi ai cittadini e la centralità del territorio nella scelta del modello ER”.

“Noi pensiamo che  bisogna insistere nell’integrazione in AVR, partendo anche da una verifica chiara e condivisa dei risultati delle scelte degli anni precedenti. Per questo chiediamo alle Conferenze di rafforzare il coordinamento istituzionale attraverso la programmazione condivisa dei PAL, e ai Direttori Generali di rafforzare il coordinamento gestionale attraverso l’applicazione integrale della Direttiva regionale. Qualsiasi proposta nasca da quei territori avrà infatti bisogno di gambe solide su cui marciare e dovrà avere come presupposto la condivisione di tutti i soggetti istituzionali e sociali. Inoltre pensiamo che anche  la stessa Regione, nell’individuazione degli obiettivi annuali per le Aziende sanitarie, dovrebbe dare più forza alla realizzazione delle scelte di integrazione di Area Vasta. Per queste ragioni, chiediamo a tutti di qualificare la discussione per non alimentare l’idea sbagliata che con questa “semplice” soluzione si risolvono i problemi della sanità e per non demotivare chi, ogni giorno, lavora per proporre soluzioni innovative e condivise”.

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