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Economia

Banche e imprese, un rapporto da ricostruire: al via l'operazione trasparenza

La rinnovata trasparenza farà emergere eventuali carenze patrimoniali e la conseguente, necessaria, ricapitalizzazione delle banche dovrebbe far ripartire il credito, dando fiato alla ripresa

Mentre la Banca Centrale Europea ha avviato un’operazione trasparenza volta a verificare i bilanci di 128 istituti bancari europei, tra cui 15 italiani, la Banca d’Italia è recentemente intervenuta commissariando un istituto bancario locale. Lo scopo di queste operazioni di vigilanza è ristabilire la fiducia degli investitori privati nel settore bancario. La rinnovata trasparenza farà emergere eventuali carenze patrimoniali e la conseguente, necessaria, ricapitalizzazione delle banche dovrebbe far ripartire il credito, dando fiato alla ripresa.

Spiega il responsabile credito di Confartigianato di Forlì Mauro Collina: “la valutazione della BCE si concentrerà su una voce di bilancio in particolare, quella dei crediti deteriorati, che pesano pesantemente sulle nostre banche. Da un calcolo di Mediobanca, su 100 milioni di crediti lordi erogati dalle più importanti banche italiane, il 14,2% risulta a sofferenza, una cifra che fa rabbrividire, se confrontata al 4,3% tedesco, al 4,9% francese, o al 2,3% olandese. Vero è che in Italia le banche sono sottoposte a criteri più severi nel calcolare i crediti deteriorati, per esempio, da noi vengono considerati tali anche quelli che, seppur non pagati, sono comunque interamente coperti da garanzia reali.”

Un recente studio dell'agenzia di rating Fitch evidenzia come i principali istituti di credito abbiano spostato le risorse da un impiego all’altro, aumentando del 26% l'esposizione verso i debiti sovrani acquistando titoli di Stato, tagliando i prestiti alle imprese  del 9%. Gli analisti di Fitch annotano che questo comportamento è motivato dal fatto che l’erogazione di credito alle imprese assorbe un quantitativo di capitale dieci volte superiore a quello dei bond sovrani. Di conseguenza, i finanziamenti alle aziende devono generare rendimenti significativamente più elevati rispetto a quelli dei titoli di Stato per ottenere una redditività confrontabile.

Continua Collina: “stavamo forse dimenticando che le banche sono imprese, che devono far tornare i conti, a salvaguardia di azionisti e risparmiatori? Certamente no, ma dobbiamo anche ricordare il ruolo della banca commerciale: raccogliere denaro dai depositanti per investirlo nell'economia reale. Lo sforzo, doveroso, di uniformare gli Istituti di Credito a livello europeo, rischia di generare un ulteriore ostacolo ai finanziamenti alle aziende, non è questo quello che vogliamo. È necessario un vero dialogo, un’alleanza, fra banche e aziende, perché la natura imprenditoriale, con rischi e opportunità, appartiene a entrambe.”

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