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Bar e ristoranti, anche Confesercenti Forlì alla manifestazione a Parma: "Riaperture all'aperto e coprifuoco? Significa non lavorare"

"Ormai non abbiamo più fiato per far capire che siamo estenuati", evidenzia il presidente di Fiepet-Confesercenti Forlì, Vittorio Casali

"Non siamo fantasmi". Con questo slogan si è svolta giovedì mattina in piazza Garibaldi a Parma, la manifestazione organizzata da Fiepet Confesercenti Emilia Romagna che ha visto numerosissimi imprenditori di bar, ristoranti e di tutta la filiera ho.re.ca. (Hotellerie, Restaurant, Catering), provenienti dalle diverse località della regione, per chiedere al Governo e alle Istituzioni pubbliche interventi immediati per la ripresa delle attività colpite dai provvedimenti restrittivi dovuti alla diffusione del Covid-19 e di correzione alle misure ipotizzate nel nuovo decreto.

"Ormai non abbiamo più fiato per far capire che siamo estenuati - evidenzia il presidente di Fiepet-Confesercenti Forlì, Vittorio Casali -. Adesso ci stanno dicendo che riapriremo a giugno con limitazioni di orari. E fino all’ora solo all’aperto anche se la situazione sanitaria migliora, ed ad altre attività è consentito aprire quasi normalmente. Di fatto questo significa non lavorare!  Se non si prendono provvedimenti, si rischia che la metà delle attività avrà le saracinesche abbassate. Per cui chiediamo con forza di metterci in condizione di riaprire con tutti gli standard per garantire la sicurezza dei nostri locali. La nostra associazione non si fermerà fino a quando non saremo ascoltati: lo facciamo per salvaguardare gli imprenditori, i nostri lavoratori e il servizio per i clienti.”

"Le restrizioni del nuovo decreto, in particolare, sono state oggetto di forte critica in quanto, sotto un falso slogan di riapertura delle attività del settore, in realtà costringono alla chiusura oltre la metà delle imprese della regione che non è in grado di avere spazi esterni per il servizio - spiegano da Confesercenti -. Anche per i rimanenti, peraltro, si rischiano di avere serie problematiche, in quanto gli spazi all’aperto valgono, in media, appena il 20% della capienza complessiva dei locali". L’associazione di categoria chiede inoltre "sostegni congrui per coprire i costi aziendali e la perdita del fatturato per tutto il periodo dello stato d’emergenza; la moratoria sui muti almeno fino a tutto il 2021; il credito d’imposta per la riduzione dei canoni d’affitto per tutto il 2021; l’esenzione della Tari fino alla fine di quest’anno; la liquidità per le imprese a tasso zero garantito dallo Stato; la revisione del sistema fiscale che riduca il peso delle imposte e tasse per i prossimi tre anni; interventi per la riduzione del costo del lavoro e per renderlo più flessibile; la sospensione del requisito del Durc per l’accesso a qualsiasi tipo di finanziamento pubblico". Altrettanto urgente è per Fiepet-Confesercenti "l’accelerazione della campagna vaccinale e, alla luce del Protocollo sottoscritto a livello nazionale, test rapidi gratuiti e un canale prioritario per la vaccinazione degli addetti del settore".

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