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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Centro storico tra shopping di Natale, nuove aperture e futuro: "Forlì non ha nulla da invidiare alle altre città"

L'INTERVISTA - Nonostante l'incertezza dovuta all'epidemia da covid-19, le ultime settimane sono state particolarmente impegnative per gli operatori del commercio

La corsa ai regali è finita. Chi allo scoccare della mezzanotte, chi di buon mattino, si è fondato sull'albero di Natale per scartare i pacchetti regalo, sperando che Babbo Natale sia stato bravo a soddisfare i desideri. Nonostante l'incertezza dovuta all'epidemia da covid-19, le ultime settimane sono state particolarmente impegnative per gli operatori del commercio. Ma, spiega il direttore di Ascom-Confcommercio, Alberto Zattini, "bisogna attendere la fine del periodo natalizio per tirare le somme".

Ora che i regali sono stati scartati, qual è il bilancio dello shopping di Natale?
Possiamo dire che la città è stata molto animata. Non solo nei weekend, ma anche nelle giornate feriali che hanno preceduto il Natale, i parcheggi del centro storico erano sempre completamente pieni. Ma anche nei comuni limitrofi c'è stato molto movimento, grazie anche all'organizzazione di manifestazioni. Le previsioni che erano state fatte come Ufficio Studi di Confcommercio dovrebbero essere in linea. Avevamo ipotizzato una spesa pro-capite di circa 260-280 euro per famiglia. Tanti negozianti hanno comunicato che sono stati giorni importanti e che hanno lavorato parecchio. Il Natale rappresenta sempre un momento particolarmente importante per il commercio ed ha un impatto estremamente importante sul bilancio annuo, circa il 20%. Quindi la tendenza di questi giorni ci fa ben sperare. Ma ci sono anche timori.

Di che tipo?
Principalmente sono due quelli manifestati. Il primo, più volte dibattuto, riguarda i rincari delle bollette, che inevitabilmente hanno sottratto risorse allo shopping e non solo. E ovviamente le maggiori spese fisse che devono sostenere le famiglie hanno causato una contrattazione nei consumi. L'altra preoccupazione è legata all'andamento dell'epidemia e che non aiuta il commercio. Il green pass è stato molto utile, perchè ha dato un impulso alla campagna vaccinale.

Malgrado le tante difficoltà, c'è chi ha deciso di investire ed aprire una nuova attività, come sta accadendo anche nel centro storico di Forlì. Come ForlìToday abbiamo dato ampio spazio a questa iniezione di fiducia e che lascia ben sperare per il futuro...
E' una tematica che offre più spunti di riflessione. Ci sono delle zone che stanno avendo uno sviluppo perchè legate ad una caratterizzazione. Ad esempio la nuova apertura in Piazza Cavour (Erbe 47, ndr) si è collocata in un contesto già caratterizzato come il polo dell'enogastronomia. Quindi ci sono delle aree particolarmente dinamiche con tante aperture e questo è un enorme vantaggio per l'intero centro storico. Poi c'è l'altra riflessione legata al commercio tradizionale, che sconta ancora problematiche enormi. Bisogna ricordare un problema irrisolto.

Quale?
Anche nel 2021 il commercio online ha avuto una crescita del 25%, consumi che vengono sottratti alle vendite 'vis a vis'. Riassumendo, il commercio da una parte sta vivendo una situazione dinamica, ma non dobbiamo dimenticarci che arriviamo da una serie di crisi economiche, la prima nel 2008, la seconda a metà del 2015 ed ora quella collegata alla pandemia, che ha contratto i consumi in modo impressionante, con cali anche del 50%, mentre per i pubblici esercizi anche del 100%. Siamo in un percorso di crescita e c'è una sorta di fiducia, il consumatore ha voglia di fare acquisti, ma le imprese necessitano di aiuti.

Qual è la ricetta?
Mettere più soldi in tasca alle famiglie. E per fare questo il governo dovrà agire sulla leva fiscale, detassando le buste paga. E' questa la vera soluzione al problema e che potrà aiutare in una crescita solida e strutturata. Inoltre va affrontato il tema del commercio online, tassato del 15%, mentre le imprese devono fare i conti con un tassazione fino al 60%. C'è un gap enorme da colmare.

Tornando sul tema del centro storico, cosa manca a livello di commercio? Cosa vorrebbe vedere a Forlì e che invidia alle altre città?
Forlì non ha nulla da invidiare alle altre città. E anche i turisti che sono venuti anche per visitare le grandi mostre al San Domenico lo riconoscono. Quello che manca è una struttura di medie-dimensioni che abbia una grande capacità attrattiva. C'è interesse per le sorti di Palazzo Talenti Framonti (l'ex sede di Eataly, ndr), tra i palazzi più belli del centro e completamente ristrutturato dalla Fondazione Cassa dei Risparmi. Si stanno esplorando varie possibilità e spero che nel 2022 riapra le porte. Se si riescono a trovare gli imprenditori che credono nel progetto di rilancio, sicuramente sarà un fattore determinante per l'attrattività del centro.

Il 2022 sarà l'anno del piano sul centro storico?
Penso che si riprenderà quel percorso interrotto dal covid e immagino che nei primi mesi del nuovo anno scopriremo quali saranno le scelte definitive che l'amministrazione comunale vorrà adottare.

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