rotate-mobile
Economia

Brexit, cosa cambia per le imprese: incontro a Forlì

“BREXIT, cosa cambia per le imprese – Impatti doganali e riflessi sugli scambi commerciali”, questo il titolo dell’incontro organizzato ieri da Confindustria Forlì-Cesena che ha visto la partecipazione di relatori di eccellenza che hanno affrontato l’argomento  in modo concreto.

L’incontro, ospitato presso la sede di Vem Sistemi per rendere ottimali i collegamenti in videoconferenza con Pietro Mambriani Senior Advisor Delegazione CONFINDUSTRIA BRUXELLES e con Roberto Luongo Direttore Generale ICE e Direttore ad interim di ICE Londra, è stato aperto dal Presidente CONFINDUSTRIA FORLI’-CESENA, Andrea Maremonti. Pur non sapendo ancora con certezza in che termini il Regno Unito lascerà l’Unione Europea, ė stato possibile fornire lo stato dell’arte da un punto di vista politico e commerciale oltre a prospettare i diversi tipi di scenari che vanno dalla rinegoziazione dell’accordo fino alla “no Brexit”.

Il Regno Unito rappresenta un importante mercato di sbocco per l’Italia, concetto avvalorato da Laura Travaglini, Area Affari internazionali e Politiche commerciali di CONFINDUSTRIA, che ha illustrato i dati 2018 (gen.-nov.) in cui si evidenzia che l’export Made in Italy verso il mercato britannico ammonta a 21,6 miliardi di euro, e questo significa che dal punto di vista dell’Italia il Regno Unito rappresenta il 5° mercato di destinazione con il 5% del totale export italiano. Inoltre, da uno studio dell’Agenzia delle Dogane (dati 2017), è emerso che gli operatori economici nazionali che hanno effettuato cessioni e/o acquisti di beni a/da Gran Bretagna sono 117.381 e di questi circa il 42% dei soggetti non ha dimestichezza con operazioni doganali di import/export.

Il Direttore Generale dell’ICE, Roberto Luongo, ha sottolineato come alcuni settori, in particolare food e beverage, legno e arredo, tessile e abbigliamento, automotive e farmaceutico, saranno quelli maggiormente colpiti per i potenziali adempimenti doganali, dazi, certificati sanitari e simili.

Con relazioni più tecniche sono intervenuti i professionisti Deloitte, Pierpaolo Ghetti fornendo indicazioni, in particolare in caso di “No deal”, sugli impatti IVA (perdita delle semplificazioni IVA), doganali (sdoganamento, approvvigionamento, customs management, origine preferenziale, valore doganale) e Giuseppe Marianetti sulla mobilità internazionale dei lavoratori dipendenti.

E’ stato infine segnalato che l’Agenzia Dogane e Monopoli ha attivato un servizio di informazione focalizzato sulle ricadute della Brexit sulle attività doganali per fare fronte ai numerosi quesiti delle imprese: https://www.adm.gov.it/portale/infobrexit .

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Brexit, cosa cambia per le imprese: incontro a Forlì

ForlìToday è in caricamento