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Cala sul territorio l'intensità del fenomeno 'agromafie' nel settore agroindustriale

Ferrini: “Dati positivi, ma guai ad abbassare la guardia, avanti con i controlli e con le leggi su etichettatura obbligatoria e trasparenza su importazioni extraUe”

Cala sul territorio provinciale l'intensità del fenomeno 'agromafie' nel settore agroindustriale. E’ quanto è emerso dalla presentazione del quinto Rapporto #Agromafie2017 elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, nel quale è stata calcolata, appunto, l’intensità del fenomeno per provincia sulla base delle risultanze quantitative delle azioni di contrasto specifiche poste in essere dalle diverse Forze dell’ordine per questo particolare aspetto criminale.

La graduatoria, che fotografa una concentrazione del fenomeno soprattutto nel Mezzogiorno evidenziando però la presenza nella top ten anche di rilevanti realtà del Nord come Genova e Verona rispettivamente al secondo ed al terzo posto dopo Reggio Calabria per i traffici finalizzati al ricco business del falso Made in Italy, vede la provincia di Forlì-Cesena scendere dal 79° posto del 2015 all’attuale 81°, subito alle spalle di Ferrara, provincia che occupa il terzo gradino del podio emiliano-romagnolo dove spiccano per presenza della criminalità nel sistema agroalimentare Bologna (24esima a livello nazionale) e Parma (43esima). Forlì-Cesena esce, dunque, dalla zona più ‘calda’ caratterizzata da un livello 'medio-basso' di penetrazione malavitosa assestandosi ad un livello 'basso'. “L'intensità del fenomeno agromafie sul nostro territorio è calata e questo è un dato alquanto positivo – commenta il Presidente Coldiretti Forlì-Cesena Andrea Ferrini – tuttavia guai a mollare la presa e ad abbassare la guardia. Auspichiamo quindi che i controlli – sinora davvero efficaci - proseguano con ancora più forza e capillarità perché non possiamo lasciare nessuna breccia al malaffare e ai delinquenti che vogliono lucrare sulla pelle dei nostri agricoltori e dei consumatori”.

Sono oltre duecentomila, a livello nazionale, i controlli effettuati dalle forze dell’ordine nel 2016 per combattere le agromafie dal campo allo scaffale e garantire all’Italia il primato nella qualità e nella sicurezza alimentare. Ma il volume d'affari complessivo annuale dell'agromafia è salito a 21,8 miliardi di euro con un balzo del 30% nell’ultimo anno. “Occorre fare tutto il possibile, dunque – conclude Ferrini – per fermare i traffici illeciti stringendo le maglie larghe della legislazione a partire dall’obbligo generalizzato di indicare in etichetta la provenienza degli alimenti e rendendo pubblici gli elenchi delle aziende che importano da paesi extracomunitari al fine di meglio garantire l’attività di controllo e verifica”.

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