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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Caro carrello, cambiano le abitudini a tavola: tornano i piatti del giorno dopo. E l'agricoltura è in crisi

Se i prezzi per le famiglie corrono, l’aumento dei costi colpisce duramente anche l’intera filiera agroalimentare, a partire dalle campagne

Di fronte agli aumenti dei prezzi del carrello torna la lista della spesa in 4 famiglie su 10 (38%) ma si va anche a caccia delle promozioni (38%), si guarda con più attenzione anche al rapporto prezzo/kg di prodotto degli alimenti (47%) e soprattutto si taglia il superfluo (48%) a tavola. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti relativi alle strategie adottate dagli italiani secondo Ismea di fronte all’aumento dei prezzi alimentari che a maggio per l’Istat è stato del 7,1%. "Tra i comportamenti virtuosi segnalati dagli italiani – sottolinea la Coldiretti - spicca la riduzione degli sprechi che riguarda ben il 68% delle famiglie".

"Un impegno che al valore economico aggiunge anche quello etico ed ambientale in un Paese come l’Italia dove in media nella spazzatura - continua la Coldiretti - finiscono quasi 31 chili all’anno di prodotti alimentari per un totale di oltre 1,8 miliardi di chili da smaltire. Sulle tavole degli italiani sono così tornati i piatti del giorno dopo come polpette, frittate, pizze farcite, ratatouille e macedonia. Ricette che non sono solo una ottima soluzione per non gettare nella spazzatura gli avanzi, ma aiutano anche a non far sparire tradizioni culinarie del passato secondo una usanza molto diffusa che ha dato origine a piatti diventati simbolo della cultura enogastronomica del territorio come la ribollita toscana, i canederli trentini, la pinza veneta o al sud la frittata di past"a.

“La crisi colpisce direttamente imprese e famiglie con l’ortofrutta che è la prima voce di spesa per una media di oltre 105 euro al mese, con una inversione di tendenza nei consumi che si sono ridotti del 3% per un quantitativo totale che è sceso a 5,9 milioni di tonnellate lo scorso anno", racconta Fabio Della Chiesa cuoco contadino e presidente dell’Associazione Terranostra Forlì-Cesena e Rimini. "L’Italia della frutta - evidenzia Massimiliano Bernabini, presidente di Coldiretti Forlì-Cesena - primeggia in Europa con molte produzioni importanti: dalle mele alle pere, dalle ciliegie alle uve da tavola, dai kiwi alle nocciole fino alle castagne ma anche per molte verdure e ortaggi tipici della dieta mediterranea come pomodori, melanzane, carciofi, cicoria fresca, indivie, sedano e finocchi".

La propensione al risparmio, in ogni caso, non sembra intaccare l’attenzione verso la qualità di ciò che si porta a tavola con il 70% degli italiani che non intende rinunciare al prodotto 100% italiano anche per sostenere l’economia e l’occupazione nel proprio Paese. "Al nostro Mercato di Campagna Amica è possibile reperire tanti prodotti sani e locali spesso colti direttamente al mattino dagli imprenditori che poi si presentano alla vendita diretta: una vera garanzia di salubrità e freschezza - commenta Anna Pirillo, responsabile del Mercato -. Per i nostri clienti contenere i costi e tagliare la cifra riservata agli acquisti alimentari è dunque possibile. Basta seguire le nostre indicazioni per una corretta conservazione dei cibi e l’abbattimento dei costi è garantito. Il Mercato è aperto ogni venerdì e sabato mattina dalle 08 alle 14. Per informazioni e per tutte le novità sulle iniziative del Mercato è possibile consultare la pagina Facebook Campagna Amica Forlì-Cesena oppure scrivere a agrimercato.fc.rn@coldiretti.it o contattare via Whatsapp il 366 7660048”.

Se i prezzi per le famiglie corrono, l’aumento dei costi colpisce duramente anche l’intera filiera agroalimentare, a partire dalle campagne. Precisa la Coldiretti: "Più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa un terzo del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione, secondo il Crea. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio".

"Occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni", afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che "nell’immediato bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro".

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