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Celanese, la Cgil di Forlì solidale con i lavoratori di Ferrara: "Investimenti senza chiudere stabilmenti"

. Celanese è una multinazionale della plastica, ha piu' stabilimenti in Europa e tre in Emilia-Romagna: due a Ferrara e il piu' grande a Forli'

No al tira e molla sulla Celanese: arriva l'altolà della Cgil, preoccupata per la chiusura del sito di Ferrara (e dei 67 posti a rischio). Celanese è una multinazionale della plastica, ha piu' stabilimenti in Europa e tre in Emilia-Romagna: due a Ferrara e il piu' grande a Forli'.  "Non e' un'azienda in crisi, ma produce importanti utili e risultati per i suoi azionisti. Non e' nuova a scelte di questo genere, abbiamo gia' assistito allo stesso percorso a Mantova: semplicemente, nella mera logica del profitto, e con il solo scopo di aumentare i dividendi, decide e procede a chiusure e spostamenti della produzione", spiega Maritria Coi, segretaria della Filctem-Cgil dell'Emilia-Romagna. E' una logica che appunto preoccupa il sindacato: "Ieri a Mantova, oggi a Ferrara, domani chissa'. Nessuno deve sentirsi tranquillo di fronte alle sole promesse e alle ristrutturazioni", dice quindi Coi.

Neanche Forli', quindi. Il sindacato ha chiesto di vedere il piano industriale, non si accontenta di "dichiarazioni in videoconferenza" mentre si annuncia la chiusura di uno stabilimento, e non manda giu' di vedere il sindaco di Forlì a cui "evidentemente basta poco per sentirsi baciato dalla fortuna" perche' da Ferrara l'azienda trasloca nella sua citta'. La ricetta perche' Celanese funzioni e' tutt'altra per la Filctem: sta nell'"integrazione e complementarieta' dei siti di Ferrara e di Forlì", nella "cura ed attenzione verso i clienti con cui e' stato costruito un rapporto solido e di espansione che ha generato la fortuna economica degli stabilimenti sui due territori. Questa logica dell'integrazione, che con determinazione perseguiremo" e' "la strada da percorrere"

Per la Celanese, pero', serve anche "una piu' attenta politica commerciale ed industriale, per rilanciare in maniera strutturale" l'azienda in Italia, dice la Filctem. "Giova ricordare- prosegue Coi- la dimensione etica e responsabile che un grande gruppo come Celanese deve sempre garantire nelle proprie strategie economiche ed industriali, in particolar modo in una fase delicata come quella in corso e noi questo da Celanese ci aspettiamo. La chiusura di uno degli stabilimenti di Ferrara determinera' una ricaduta sociale importante per un territorio gia' fragile e massima dovrebbe essere l'attenzione da parte di un gruppo che ha fatto sempre della responsabilita' sociale una propria bandiera".

Ad ogni modo, se la moral suasion non dovesse bastare, la Cgil avvisa che "ci opporremo a questa scelta scellerata, convinti, in questo modo, di tutelare tutti i lavoratori del gruppo e non soltanto una parte di loro. La logica spietata delle multinazionali si trovera' di fronte la nostra determinazione. Non crediamo affatto che questa sia la modalita' per 'fare impresa e farla bene', ma insieme ai lavoratori vogliamo guardare al futuro con fiducia, tutelando tutti ed il futuro di tutti", conclude la segretaria della Filctem. 

Sulla questione interviene anche la Cgil di Forlì con una nota: "Il gruppo sindacale Celanese Italia ha già in diretta espresso perplessità  e parere negativo sulle scelte prospettate, affermando che la scelta già percorsa dalla Celanese  di chiudere siti produttivi al solo fine di ridurre costi ed aumentare  profitti (come già avvenuto con il sito di Castel Goffredo), non appartiene alle politiche sindacali, anche quando si cerca di contrapporre un territorio all'altro, promettendo importanti investimenti a scapito di altri colleghi lavoratori. E’ dentro questa logica che anche il sito di Forli esprime sostegno alle posizioni e alle iniziative già espresse dal territorio ferrarese. Si ritiene necessario avere un quadro complessivo delle scelte che il Gruppo vuole effettuare, degli investimenti e delle modalità di realizzazione dei potenziamenti prospettati, ma sopratutto si ritiene che investimenti e progettualità non debbano essere realizzati attraverso la chiusura di stabilmenti, la contrazione organica di lavoratori e con l’ìimpoverimento di specifici territori".

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