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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

Gli autotrasportatori di Cna sfidano i costruttori di camion: maxi-causa da 15 milioni di euro

Gli autotrasportatori della provincia di Forlì-Cesena si mettono assieme in una "class action" contro i principali produttori dei camion, colossi mondiali del settore

Gli autotrasportatori della provincia di Forlì-Cesena si mettono assieme con una “class action” per chiedere a produttori dei camion, colossi mondiali come DAF, Mercedes, Iveco, MAN, Volvo e Renault Truck la restituzione di un sovrapprezzo pagato sull'acquisto dei mezzi, ritenuto indebito. E' il senso della campagna della Cna “Insieme per una giusta causa”, che vuole passare alla riscossa su una vicenda scandalosa sancita dall'Unione Europea. I grandi produttori di camion per circa 15 anni di fatto non si sono fatti concorrenza, livellando e mantenendo alti i prezzi e ritardando in alcuni casi l'introduzione di nuovi ritrovati tecnologici salva-ambiente. 

A farne le spese sono stati gli autotrasportatori, un mondo già in forte difficoltà, che sono un settore trainante per l'economia romagnola, tra il polo cesenate dell'autotrasporto della frutta e il porto di Ravenna. Nel territorio di Forlì-Cesena CNA Fita rappresenta 800 imprese, circa il 60% di questo mondo fatto di trasportatori autonomi spesso con uno o comunque pochi mezzi pesanti. Cna-Fita lancia ora l’azione collettiva contro il cartello dei costruttori di camion. Interessati 2.000 mezzi in provincia, per 12/15 milioni di rimborsi stimati.

Commenta Lorenzo Zanotti, presidente Cna Forlì-Cesena: “Insieme per una giusta causa, dietro il nome di questa campagna c'è la filosofia della nostra associazione, che raggruppa imprese di non grandi dimensioni, cioè che per avere forza bisogna fare assieme, fare massa critica tanto più che ci si deve far valere nei confronti di multinazionali di rilievo mondiale”. Aggiunge Daniele Battistini, presidente di Cna-Fita provinciale: “Per il mondo dell'autotrasporto locale sarebbe una boccata d'ossigeno la restituzione di questi importi indebitamente pagati. Ma al di là dei costi che verranno recuperati, è fondamentale mandare un segnale affinché certe cose non si verifichino più”.
 
IL CARTELLO DEI COSTRUTTORI - 3 miliardi di euro: questo l’ammontare complessivo della sanzione comminata dall’Antitrust europea al cartello dei costruttori di camion, la multa più alta nella storia dell’Unione Europea. Che cosa è successo? Le principali case produttrici di autocarri hanno fatto “cartello”, concordando ingiustamente un aumento dei prezzi ai danni dei loro clienti finali. Un comportamento ritenuto illecito dall'Unione Europea portato avanti dal 1997 al 2011, anni in cui i vertici dei vari marchi si sono accordati su aumenti dei prezzi e tempistica per l’introduzione di tecnologie antinquinamento. Le case costruttrici coinvolte sono tutte le principali, ovvero DAF, Mercedes, Iveco, MAN, Volvo e Renault Truck. Anche Scania è coinvolta con l'accusa di aver partecipato al cartello, ma il procedimento è ancora in corso perché ha impugnato la decisione dell'Antitrust.
 
LA CLASS ACTION - Per tali motivazioni CNA Fita si è attivata tempestivamente per promuovere un’azione legale collettiva al fine di far risarcire tutti gli associati coinvolti. Sono interessati tutti coloro che hanno acquistato, preso in leasing o noleggiato a lungo termine un camion di medie o grandi dimensioni (oltre le 6 tonnellate), immatricolato tra il 1997 e il 2011. Anche chi ha acquistato l'usato può partecipare alla class action, ma i casi vanno ben valutati singolarmente. All’azione collettiva possono partecipare tutte le tipologie di imprese che hanno acquistato o noleggiato un camion, per esempio appartenenti al settore costruzioni o alla produzione.

Il risarcimento ipotizzato si aggira intorno al 20% del prezzo del camion. Nel nostro territorio sono circa 2.000 i mezzi interessati all’azione collettiva, con un recupero potenziale per le imprese di circa 12 - 15 milioni di euro. Il valore viene calcolato sul costo di un trattore stradale “standard”, che normalmente costa una cifra superiore ai 100mila euro. Il meccanismo è quello della class action, vale a dire tanti piccoli utenti che sfidano i colossi, suddividendo le spese legali. Le imprese interessate (vale a dire che hanno avuto il possesso di un camion delle marche dette, Scania compresa) possono rivolgersi alle sedi territoriali CNA – Uffici Creaimpresa. La documentazione va presentata entro il 30 novembre e per sostenere gli imprenditori - in una fase di forte difficoltà in cui anche partecipare a spese legali può essere un motivo di rinuncia – la Cna ha deciso di prevedere solo un costo di 50 euro per l'istruzione della pratica, e nessun altro costo anche in caso di sconfitta in tribunale.

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