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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Anziani nel mirino dei "moderni predoni", Cna Pensionati: "C'è il diritto di vivere senza paura"

"Chiediamo - sostiene Attiani - il più alto controllo possibile del territorio, con occhio specifico alle persone anziane e ai luoghi di comune frequentazione"

Secondo l’Istat, negli ultimi 10 anni le truffe in Italia sono aumentate in maniera esponenziale con una incidenza, tra i reati denunciati, che passa dal 2% a quasi il 9%; le vittime, purtroppo, nel 70% dei casi sono persone anziane, maggiormente vulnerabili ai raggiri per via dell’età e, spesso, della solitudine. Qualche tempo fa il Censis ha analizzato le paure delle persone anziane e tra queste, ai primi posti, si colloca il timore di essere vittime di reati e di violenza fisica. "Occorre dire che è una paura motivata, in quanto circa il 20% dei soggetti interpellati in occasione dell’indagine aveva subito un reato nei precedenti due anni", afferma Alvaro Attiani, presidente di Cna Pensionati Forlì-Cesena.

"Negli ultimi giorni - prosegue Attiani - anche nel nostro territorio si sono verificati episodi di violenza nei confronti di persone anziane, con il fine di rapinarle (l'ultimo caso pochi giorni fa, ndr) e che hanno avuto anche conseguenze dal punto di vista fisico. A ciò bisogna aggiungere truffe e raggiri, ormai quotidiani. Oltre ad insicurezza e giustificato timore per la propria incolumità, questo stato di cose mina anche la volontà di partecipazione alla vita sociale e induce a chiudersi in sé e a rifiutare contatti esterni". Aggredire o raggirare gli anziani è quanto di più esecrabile possa accadere in una società che si reputa all’avanguardia del mondo civile e della coesione sociale.

"Chiediamo - sostiene Attiani - il più alto controllo possibile del territorio, con occhio specifico alle persone anziane e ai luoghi di comune frequentazione, utilizzando tutte le tecnologie e i sistemi di prevenzione, ivi compresa una capillare informazione finalizzata a individuare possibili forme di comportamenti fraudolenti. Non dobbiamo confondere la repressione di fenomeni delinquenziali, come forma di intolleranza e di razzismo ma considerarla come diritto di convivenza civile, di rispetto delle regole e di tutela della parte più debole della popolazione".

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