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Coldiretti contro la proposta Ue: "No al taglio della data di scadenza dei cibi"

"Basta con gli attentati alla trasparenza alimentare". Questo l'appello lanciato dal presidente Coldiretti Forlì-Cesena Filippo Tramonti alla luce del programma dell'Unione Europea

“Basta con gli attentati alla trasparenza alimentare”. Questo l'appello lanciato dal presidente Coldiretti Forlì-Cesena Filippo Tramonti alla luce del programma dell'Unione Europea volto a rivedere le norme sulle etichette di scadenza dei prodotti alimentari al fine di far sparire le scritte ”da consumarsi preferibilmente entro” dalle confezioni di prodotti come pasta, riso, caffè e formaggi duri. L’ipotesi di eliminazione della “data di scadenza” sarà dunque uno dei temi del semestre di presidenza italiana dell'Unione “ed è solo l’ultimo esempio – afferma Tramonti - di come l’Unione Europea condiziona la vita quotidiana dei cittadini a partire dalla tavola”.

Secondo Tramonti “c'è effettivamente il rischio che sotto il pressing delle lobby industriali si concretizzi il solito tentativo dei Paesi del Nord Europa di livellare il cibo sulle tavole europee ad uno standard di qualità inferiore al nostro con la scusa  di tagliare gli sprechi alimentari. Con l’eliminazione della data di scadenza, infatti – aggiunge Tramonti - l’Unione Europea taglia di fatto la qualità del cibo in vendita in Europa che con il passare del tempo perde le proprie caratteristiche nutrizionali in termini di contenuto in vitamine, antiossisidanti e polifenoli che fanno bene alla salute, ma anche quelle le proprietà organolettiche, di fragranza e sapore dal quale deriva il piacere di stare a tavola”.

La tentazione di mangiare cibi scaduti per non sprecare non può andare a scapito della qualità dell’alimentazione in una situazione in cui molti cittadini sono costretti a risparmiare sulla spesa privandosi di alimenti essenziali per la salute o rivolgendosi a prodotti a basso prezzo che non sempre offrono le stesse garanzie qualitative. Inoltre - precisa Coldiretti - il Termine Minimo di Conservazione (TMC) differisce dalla data di scadenza vera e propria che è la data entro  cui il prodotto deve essere consumato ed anche il termine oltre il quale un alimento non può più essere posto in commercio. “L'Unione Europea – conclude Tramonti – non può tagliare la 'data di scadenza' perché in questo modo mina anche la qualità del cibo, qualità che – se pensiamo alla pasta che viene prodotta qui in regione con il grano a km zero dei nostri agricoltori – è altissima e quindi assolutamente da tutelare”.

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