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Economia

Rapporti "tesi" tra banche e imprese: Confartigianato si veste da mediatore

La raccolta dei questionari debitamente compilati è stata ultimata nel mese di ottobre e i dati emersi sono stati presentati ai principali istituti di credito operanti nel forlivese, nel corso di un forum

Nello scorso mese di maggio Confartigianato di Forlì ha avviato un’indagine fra i propri associati con l’invio di una serie di domande sul tema “Voi e la banca”. La raccolta dei questionari debitamente compilati è stata ultimata nel mese di ottobre e i dati emersi sono stati presentati ai principali istituti di credito operanti nel forlivese, nel corso di un forum. Obiettivo dell’Associazione è di creare un legame ancora più saldo col sistema bancario, per favorire il dialogo con le imprese, che hanno necessità di rivolgersi al mondo del credito. Confartigianato mira a diffondere la cultura d’impresa e, al contempo, far sì che le aziende non siano valutate unicamente in base a rigidi indicatori statistici, che non tengono in considerazione le idee e i progetti imprenditoriali da finanziare.

Come emerso chiaramente negli ultimi mesi, la relazione banche-imprese non è soddisfacente e, di fatto, vede uscire perdenti tutti i soggetti coinvolti; gli imprenditori, che non ottengono credito e le banche, che vedono aumentare le sofferenze. Spiega il segretario di Confartigianato Forlì, Roberto Faggiotto “l’indagine condotta è il primo progetto, rivolto principalmente al sistema bancario, predisposto da Collabora, il servizio di consulenza creditizia, fiscale e finanziaria dell’Associazione. Presentare dati reali, vivi, frutto di un’indagine su un campione rappresentativo di associati può fornire un quadro dal quale partire per avviare una riflessione comune, per migliorare la relazione tra banche e imprese.”

L’idea di promuovere un forum con i rappresentanti di Cariromagna, Unicredit, Banca di Forlì e Credito di Romagna nasce proprio dalla volontà di Collabora di fungere da trait d’union tra soggetti che ancora faticano a trovare un linguaggio comune. Chiarisce Mauro Collina, responsabile credito di Confartigianato, “le aziende devono conoscere più approfonditamente le dinamiche che sono alla base della decisione di concedere o meno finanziamenti, allo stesso tempo gli istituti di credito devono uscire dalla visione parziale offerta unicamente dal rating, un dato freddo che non tiene conto delle garanzie immateriali. Confartigianato mira a essere un punto di contatto tra i due soggetti per riuscire a superare le criticità legate a una cattiva comunicazione tra le parti.”

Un ruolo di mediazione frutto del rapporto fiduciario esistente tra i protagonisti della relazione, con l’Associazione sempre più spesso coinvolta nell’azione di tutoraggio delle aziende nel dialogo con i referenti delle banche. Il presidente Giorgio Grazioso ricorda “il razionamento del credito, causato dal livello insostenibile delle sofferenze e dalla presenza di una disciplina normativa sempre più stringente, risulta ancor più grave visto dal nostro osservatorio. Il credito intermediato da Confin srl, l’agenzia in attività finanziaria di Confartigianato Forlì è diminuito di una percentuale vicina al 20%, rispetto alla fine del mese di novembre dello scorso anno.”

Nello specifico, le richieste vengono inoltrate principalmente per garantire i fidi a breve (c/c, sbf e anticipo fatture) 42,51%, liquidità/consolidamento passività 22,48%. Del restante 35,01% per investimenti, solo il 23,21% è destinato all’acquisto di beni strumentali per l’esercizio dell’attività caratteristica d’impresa, l’11,8% va infatti a finanziare impianti di produzione energia elettrica da fonti rinnovabili ed è quindi legato a un business di sicuro interesse, ma strettamente legato a temporanei incentivi statali.

Fra i dati emersi dall’indagine, alcuni meritano approfondite riflessioni. Per esempio, ben il 21% del campione oggetto d’analisi opera con cinque banche o più. Il pluriaffidamento offre anche alle piccole e micro imprese l’opportunità di accedere al credito presso più banche; un elemento positivo anche ai fini della concorrenzialità del mercato del credito.

Non va tuttavia sottovalutato che questa libertà ha un rovescio della medaglia: qualora gli istituti bancari contemporaneamente chiedano il rientro del credito erogato, l’azienda rischia di trovarsi a mal partito, nell’incapacità di restituire quanto finanziato. Altro punto evidenziato attiene alla comprensione da parte delle imprese delle dinamiche alla base delle decisioni delle banche: un campione significativo ammette di ignorare il proprio rating, obiettivo di Confartigianato è di diffondere la conoscenza degli elementi basilari del rapporto con il sistema bancario, anche attraverso percorsi formativi ad hoc, il primo dei quali organizzato per il prossimo mese di gennaio.

I dati emersi - L’indagine “Voi e la banca” è stata realizzata attraverso l’invio di un questionario a tutte le imprese socie, restituito correttamente compilato dal 14% delle stesse. Dieci semplici quesiti, volti a indagare come le aziende locali si relazionino con gli istituti di credito. Dall’elaborazione dei dati è emerso che il 26% delle imprese partecipanti all’indagine ha in corso un unico rapporto di conto corrente bancario, il 53% ne ha fino a 3, mentre il 21% opera con cinque o più banche. Il 23% del campione ritiene che la qualità della relazione non sia in linea con uno standard accettabile, il 41% sufficiente, il 36% buono-ottimo.

Sono stati poi evidenziati eventuali cambiamenti nel rapporto: il 40% non ha rilevato variazioni, mentre il 60% ha risposto di aver notato differenze rispetto all’anno precedente. I cambiamenti attengono all’aumento dei costi (36% dei casi), richiesta di maggiori garanzie (23%), riduzione delle linee di credito esistenti (18%), rifiuto nel concedere nuove linee di credito (11%), mancato rinnovo di linee esistenti (10%).
Gli imprenditori vorrebbero chiedere alle banche una riduzione dei costi e delle commissioni (30%), una riduzione dei tassi sugli interessi passivi (19%), la concessione di nuovo credito (14%), l’estensione delle linee di credito (13%), più chiarezza nel rapporto contrattuale (13%), nonché una maggiore assistenza e consulenza (10%).

Altro nodo indagato è il grado di informazione che gli imprenditori hanno in merito alle dinamiche bancarie. È stato, infatti, chiesto quali siano, secondo la propria esperienza, gli elementi dell’impresa sui quali le banche porrebbero maggiore attenzione: solidità patrimoniale per il 34%, reddito prodotto nel 28%, garanzie prestate per il 27%, informazioni su operatività e progetti aziendali per l’11%. Dall’indagine è emerso come il 47% del campione ignori il proprio rating.

Gli imprenditori poi vorrebbero approfondire la conoscenza di specifici aspetti bancari quali tassi e condizioni (34%), modalità utilizzate dalle banche nella valutazione dell’azienda (27%), corretto utilizzo delle linee di credito (20%) e modalità di accesso al credito (19%). Le imprese, che costituiscono il campione in esame, sono rappresentative dei principali settori merceologici, in particolare l'edilizia costituisce il 18% degli aderenti al progetto e, assieme ad altri settori del comparto casa, raggiunge il 30%, mentre il 10% è composto da metalmeccanica e trasporti.

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