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Crisi, Gardini (Confcooperative): "Ripartire mettendo al centro il socio"

A fare gli onori di casa è stato Domenico Ravaglioli, presidente della Banca di Forlì, il quale ha auspicato come “i valori di mutualità e cooperazione diventino una pratica diffusa non solo all'interno delle singole cooperative ma nei rapporti tra le cooperative stesse”:

Rilanciare le finalità autentiche e i valori del movimento cooperativo rimettendo al centro il socio e rendendo attuali i valori identitari della cooperazione, a partire dalla mutualità. Sono questi gli spunti emersi lunedì sera all'incontro “Mutualità e Cooperazione”, promosso da Confcooperative Forlì-Cesena e Banca di Forlì e svoltosi nella sala conferenze dell'istituto di credito in via Bruni, particolarmente affollata per l'occasione.

All'evento ha partecipato anche il presidente nazionale di Confcooperative, Maurizio Gardini che non ha voluto nascondere come “ci troviamo nella fase più difficile della nostra storia”, sia per la pesante crisi economica sia per le inchieste giudiziarie che hanno coinvolto alcune grandi cooperative. “Questo non è il momento per gioire delle glorie del passato – ha detto Gardini – ma per riscoprire i propri valori e guardare al futuro”. Sul tema della serata, il presidente nazionale ha spiegato come “la mutualità è l'essenza del pensare e agire cooperativo, intesa sia come mutualità interna, che significa attenzione verso i soci e riposizionamento del socio al centro della vita dell'impresa; sia come mutualità esterna, ossia l'attenzione ai bisogni del territorio”.

Secondo Gardini “i confini di una cooperativa sono quelli della sua comunità, della quale ne sa leggere i bisogni e di conseguenza costruire risposte, a iniziare dal problema del lavoro”. Alle parole del presidente di Confcooperative hanno fatto eco quelle del sindaco di Forlì, Davide Drei, convinto che “la cooperazione sia un grande valore aggiunto e proprio in questi anni di crisi si riscopra il valore della mutualità. Servono – ha detto il primo cittadino – persone che cooperino per affrontare i temi più scottanti delle nostre comunità, da quelli del lavoro ai bisogni sociali”.

“Parlare di mutualità e cooperazione significa parlare di quelle pratiche che realizzano le risorse economiche e sociali di una comunità, quindi il benessere – ha ricordato nella sua introduzione Everardo Minardi, sociologo e presidente della Fondazione Giovanni Dalle Fabbriche -. La cooperazione non nasce solitamente in situazioni di benessere, ma piuttosto in situazioni di crisi, per aiutare a fornire una risposta a un problema economico e occupazionale”.

In rappresentanza delle cooperative sociali, è poi intervenuto Paolo Dall'Acqua, presidente di Federsolidarietà Confcooperative Forlì-Cesena che ha spiegato il tentativo di “dare vita a un coordinamento delle tre associazioni provinciali romagnole nel nostro settore”, snocciolando alcuni numeri dati. Sono infatti 74 le cooperative sociali in provincia, di cui 51 di tipo A con un fatturato complessivo di 120 milioni di euro, e 22 di tipo B con 26 milioni di fatturato, oltre a un consorzio; nel complesso, si parla di un totale di 4.000 soci e 4.500 addetti. A fare gli onori di casa è stato invece Domenico Ravaglioli, presidente della Banca di Forlì, il quale ha auspicato come “i valori di mutualità e cooperazione diventino una pratica diffusa non solo all'interno delle singole cooperative ma nei rapporti tra le cooperative stesse”:

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