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Economia

Possibilità di business: le imprese locali alla scoperta del Vietnam

"Il Vietnam rappresenta uno scenario particolarmente interessante per le imprese di Forlì-Cesena e, soprattutto, possibilità di business ancora poco esplorate", continua il presidente della Camera di Commercio Alberto Zambianchi

Si è svolto giovedì pomeriggio nella sede di Forlì di Confindustria, il convegno “Go to Vietnam”, realizzato in collaborazione con Servin, Ytasya e IC&Partners. L’incontro è stata un’occasione di approfondimento sulle opportunità di business in uno dei paesi asiatici maggiormente in sviluppo e di grande attrattività per le imprese locali. Dopo i saluti istituzionali di Giorgio Cangini, Vice Presidente di Confindustria Forlì-Cesena con delega all’internazionalizzazione, di Franco Torre, Board of Directors di Servin, e Alberto Zambianchi, presidente della Camera di Commercio di Forlì-Cesena, è toccato ai relatori spiegare strategie e tecniche per entrare nel mercato che vietnamita.

Moderati da Domenico Polcaro, presidente di Vittoria company, si sono alternati gli interventi di Roberta Fusaroli, vice presidente di Ytasya; Roberto Guerrini, senior professional Gruppo IC&Partners; Hoang Hai Pham, direttore generale Icham Italian Chamber of Commerce in Vietnam; Andrea Imbrenda, cofondatore e direttore tecnico di Proges Engineering; e Federico Chiodi Daelli, Direttore Operativo Aispo Associazione Italiana per la Solidarietà tra i Popoli. Spazio poi alle case histories, con le testimonianze di: Andrea Acerbi, Area Director Trevi; Federico Pagliacci, development vice president di Soilmec S.p.a.; e Beatrice Majone, partner di Majone & Partners e presidente Ideas Ltd. Hanoi.

“L’incontro fa parte dei numerosi incontri della Commissione Internazionalizzazione di Confindustria Forlì-Cesena. Le possibilità di business in Vietnam per le nostre imprese, in questo momento, sono moltissime, facilitate, tra l’altro, da un contesto economico-diplomatico favorevole - spiega Giorgio Cangini -. Hanoi e Bruxelles hanno appena firmato un accordo di libero scambio che dovrebbe entrare in vigore dal 2018 e che porterà alla reciproca cancellazione del 99% dei dazi esistenti. Già all’entrata in vigore dell’accordo, Hanoi eliminerà il 65% dei suoi dazi".

“Il Vietnam rappresenta uno scenario particolarmente interessante per le imprese di Forlì-Cesena e, soprattutto, possibilità di business ancora poco esplorate - continua il presidente della Camera di Commercio Alberto Zambianchi -. Se guardiamo i dati elaborati dal nostro ufficio statistica e studi, notiamo che dal 2005 al 2015 l’export è aumentato del 551,8%, ma il valore complessivo delle esportazioni per il quarto trimestre del 2015 ammonta poco più di 7 milioni di euro, con un’incidenza sul totale di appena lo 0.2%. Esportiamo principalmente prodotti manifatturieri, agricoli e macchinari".

"La situazione è diversa se guardiamo invece le importazioni. Il tasso di crescita degli ultimi dieci anni è aumentato del 57,6% ma i dati dell’ultimo trimestre 2015 registrano un volume di importazioni di oltre 16 milioni di euro, più del doppio delle esportazioni - prosegue Zambianchi -. Dal Vietnam arrivano principalmente prodotti alimentari e agricoli che costituiscono il 2,9% del totale delle importazioni provinciali. Confrontando l’ultimo trimestre del 2014 con il medesimo del 2015, è interessante notare un calo generale sia delle importazioni (-2,9%), che delle esportazioni (-0,9%). Questi dati raccontano di mercato potenzialmente ancora tutto da esplorare, la cui situazione politico-economica pone condizioni favorevoli per un ingresso delle nostre imprese".

“Il Vietnam ha recentemente cambiato le proprie politiche economiche, partendo da un piano di riqualificazione delle infrastrutture che porterà, entro il 2020, a progettare grandi lavori per 170 miliardi di dollari - ha dichiarato Hoang Hai Pham, direttore generale Icham -. Le nuove politiche di sviluppo stanno già dando ottimi risultati: il Vietnam è cresciuto del 6,7% nel 2015 e le previsioni stimano che il trend positivo si manterrà intorno al 6,5-7% fino al 2020. È un progetto ambizioso e abbiamo bisogno di partner strategici che abbiano un know how altamente qualificato come quello delle imprese italiane".

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