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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Confronti di medio e lungo periodo, calano le imprese in provincia: i settori che soffrono di più

Al 31 dicembre 2020 in provincia di Forlì-Cesena sono presenti 36.341 imprese attive, tutti i dati e i confronti di medio e lungo periodo

La Camera di commercio offre una analisi delle attività economiche in provincia di Forlì-Cesena nel 2020, con dati e confronti di medio e lungo periodo.

Al 31 dicembre 2020 in provincia di Forlì-Cesena sono presenti 36.341 imprese attive così ripartite nei principali settori economici: 21,8% commercio, 17,4% agricoltura, 15,3% costruzioni, 9,5% industria manifatturiera, 7,5% alloggio e ristorazione, 6,4% attività immobiliari, 4,9% servizi alle persone, 3,6% attività professionali e tecniche, 3,5% trasporti e 2,6% servizi alle imprese.
Sia nel medio, sia nel lungo periodo si rileva una diminuzione delle imprese attive provinciali: -4,0% rispetto al 2015 e -10,4% rispetto al 2010. Cali maggiori investono le imprese artigiane (32,3% del totale): -5,2% rispetto al 2015 e -14,6% rispetto al 2010.

Nel medio periodo ben 7 settori sui 10 principali registrano un calo delle relative imprese; la variazione negativa più alta spetta ai trasporti (-12,9%) a cui seguono i cali nell’agricoltura (-8,5%), nel manifatturiero (-8,0%), nel commercio (-6,5%), nelle costruzioni (-4,1%), nell’immobiliare (-1,7%) e nei servizi alle persone (-0,6%). In aumento i servizi alle imprese (+14,1%) e le attività professionali e tecniche (+8,8%) mentre è stabile l’alloggio e ristorazione (-0,1%). Nel lungo periodo sono 6 i settori caratterizzati da un decremento che risulta però più marcato; accanto al calo dei trasporti troviamo anche l’agricoltura (rispettivamente, -23,5% e -23,4%), a cui fanno seguito, nell’ordine, le costruzioni (-17,7%), il manifatturiero (-14,5%), il commercio (-9,4%) e l’immobiliare (-7,2%). Crescono, invece, i servizi alle imprese (+46,2%), le attività professionali e tecniche (+7,5%), i servizi alle persone (+3,0%) e alloggio e ristorazione (+2,7%).

Da evidenziare che, rispetto al 2010, l’agricoltura perde addirittura 3 punti percentuali in termini incidenza sul totale delle imprese, passando dal 20,4% al 17,4%, così come le costruzioni ne perdono 1,3 (dal 16,6% al 15,3%); guadagnano 1 punto, invece, sia l’alloggio e ristorazione (dal 6,5% al 7,5%) sia i servizi alle imprese (dall’1,6% al 2,6%).

Da rilevare anche come la diminuzione delle imprese attive sia imputabile alla flessione del numero delle imprese individuali (-6,4% sul 2015, -15,9% sul 2010) e società di persone (-10,0% sul 2015, -15,6% sul 2010) mentre aumentano le società di capitale sia nel medio periodo (+12,7%) sia nel lungo periodo (+19,1%). In calo anche le micro imprese (< 10 addetti), che costituiscono il 93,5% del totale delle imprese attive: -4,8% rispetto al 2015 e -11,0% rispetto al 2010. Cresce nel tempo la dimensione media delle imprese, passando dai 3,5 addetti per impresa del 2010, ai 3,9 addetti per impresa del 2015 fino ad arrivare ai 4,1 addetti per impresa del 2020.

L’analisi delle imprese per comuni offre due spunti interessanti; il primo è che 9 comuni sui 10 principali risultano in flessione nel medio periodo (eccetto Gatteo, +0,2%), il secondo è che tutti e 10 sono in diminuzione nel lungo periodo. Al 31/12/20 i dieci principali comuni, per numerosità delle imprese, risultano, nell’ordine: Forli (28,6%), Cesena (24,8%), Cesenatico (8,6%), Savignano sul Rubicone (4,3%), San Mauro Pascoli (2,9%), Forlimpopoli (2,7%), Bertinoro (2,5%), Gambettola (2,4%), Gatteo (2,4%) e Meldola (2,4%). Riguardo agli ambiti territoriali, la maggiore concentrazione di imprese si registra in quelli che ricomprendono località di pianura: Grandi Centri (Forlì, Cesena), con il 53,4%, Area del Basso Rubicone (Gambettola, Gatteo, Longiano, San Mauro Pascoli, Savignano sul Rubicone), con il 14,0%, e Comuni di Cintura (Bertinoro, Cesenatico, Forlimpopoli), con il 13,8%. In tutti e tre si hanno decrementi sia nel medio sia nel lungo periodo, inferiori comunque alle variazioni negative che caratterizzano tutte le altre vallate, comprendenti località collinari e di montagna; in tale contesto, risultano maggiormente penalizzate la Valle del Bidente (-6,5% rispetto al 2015, -16,5% sul 2010), la Valle del Rabbi (-5,5% rispetto al 2015, -16,0% sul 2010) e la Valle del Savio (-6,4% rispetto al 2015, -15,1% sul 2010).

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