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Coronavirus, frutta e verdura di 'Campagna Amica' arrivano a domicilio

È arrivata così l’idea di venire incontro alle esigenze dei consumatori che non vogliono rinunciare a prodotti freschi, genuini, di stagione e a chilometro zero

Con l’emergenza Coronavirus quasi 4 italiani su 10 (38%) hanno fatto scorte di prodotti alimentari e bevande per il timore ingiustificato di non trovali più disponibili sugli scaffali di negozi, supermercati e discount. È quanto emerge dalla prima indagine Coldiretti/Ixè su “La spesa degli italiani al tempo del coronavirus” in occasione dell’avvio dell’iniziativa dei produttori di Campagna Amica che, in ottemperanza delle ordinanze di alcuni comuni, hanno sospeso momentaneamente i mercati settimanali dei gazebo gialli.

È arrivata così l’idea di venire incontro alle esigenze dei consumatori che non vogliono rinunciare a prodotti freschi, genuini, di stagione e a km zero, con i produttori agricoli hanno deciso di provvedere a consegnare a domicilio la spesa dei prodotti del territorio. In Emilia-Romagna il servizio è attivo nelle province di Bologna, Parma, Reggio Emilia e Forlì-Cesena, mentre a Ravenna e Ferrara è possibile ordinare la spesa e ritirarla al mercato coperto di Campagna Amica.

“La campagna e l’agricoltura non possono fermarsi e, rispettando tutte le direttive del Governo, abbiamo colto l’opportunità di trasformare la vendita diretta in consegna a domicilio. Sono oltre 2000 le famiglie della regione che in queste prime settimane hanno ordinato i prodotti del territorio ai nostri soci che li hanno recapitati loro a domicilio - commenta il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Nicola Bertinelli - Gli inviti a stare in casa da parte dell’autorità sanitarie e del Governo sono stati raccolti dalla popolazione con ben il 43% degli italiani che ha tagliato le uscite anche per andare a fare la spesa, che rimane peraltro tra i comportamenti consentiti. La grande maggioranza degli italiani (61%) in questo periodo va a fare la spesa circa una volta alla settimana preoccupandosi di mettere nel carrello prima di tutto, nell’ordine, pasta, riso e cereali (26%), poi latte, formaggi, frutta e verdura (17%), quindi prodotti in scatola (15%), carne e pesce (14%), salumi e insaccati (7%) e vino e birra (5%)".

Infatti nelle ultime tre settimane dell’emergenza Coronavirus gli acquisti di pasta sono cresciuti del 61% e quelli di farina addirittura dell’82% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, secondo un’analisi di Coldiretti su dati Nielsen che segnala anche un raddoppio per cibo in scatola e conserve e un balzo di oltre il 24% dei surgelati, quasi si temesse una lunga durata della pandemia.

"Quasi 1 italiano su 3 (30%) – spiega Coldiretti – si aspetta che l’emergenza duri almeno fino a Pasqua mentre il 46% pensa che dovremo fare i conti con il virus almeno fino all’estate, un 7% fino al prossimo autunno e infine i più pessimisti (5%) pensano che durerà per tutto l’anno mentre non si pronuncia il 12% della popolazione. Una situazione che ha cambiato in parte anche le modalità della spesa con l’11% che ha aumentato l’online mentre il 7% si è rivolto con maggiore frequenza ai servizi di consegna a casa. L’iniziativa si inserisce nella campagna #MangiaItaliano per salvare il Made in Italy, difendere il territorio, l’economia e il lavoro. Un obiettivo sostenuto dalla grande maggioranza dei consumatori (82%) che è d’accordo sul fatto che in questa fase è importante acquistare prodotti italiani per tutelare una filiera agroalimentare che dal campo alla tavola garantisce il lavoro a 3,8 milioni di persone".

“Siamo presenti ai tavoli con le Istituzioni per trovare le misure più efficaci per far fronte all’emergenza in cui ci troviamo – conclude Bertinelli – intanto chiediamo a supermercati, ipermercati e discount di privilegiare negli approvvigionamenti sugli scaffali le mozzarelle con il latte italiano al posto di quelle ottenute da cagliate straniere, salumi ottenuti con la carne dei nostri allevamenti, frutta e verdura nazionale ed extravergine made in Italy al 100%. È importate sostenere lo sforzo degli agricoltori e degli allevatori per assicurare le forniture alimentare al Paese”.

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