rotate-mobile
Economia

Costi delle materie prime, allarme di Confartigianato: "Imprese in affanno"

I dati raccolti dall'Osservatorio Confartigianato sull'inflazione a giugno 2011 mettono in luce che in Italia la dinamica dei prezzi - misurata dalle variazioni dell'indice armonizzato europeo - è del 3%

I dati raccolti dall’Osservatorio Confartigianato sull'inflazione a giugno 2011 mettono in luce che in Italia la dinamica dei prezzi - misurata dalle variazioni dell'indice armonizzato europeo - è del 3%, superiore di 0,3 punti rispetto alla media dell'area euro. Un anno fa l'inflazione era all'1,1% e l'accelerazione dei prezzi negli ultimi dodici mesi è stata spinta dalle tensioni inflazionistiche diffuse sui mercati internazionali: i prezzi delle materie prime energetiche - quotati in dollari - sono in salita del 39,7%

I prezzi delle materie prime non energetiche crescono invece del 30,3% su base annua. Scendendo maggiormente nel dettaglio, in dodici mesi, si evidenzia la crescita di carburanti e lubrificanti in Italia del 12,5%, sostanzialmente in linea con il 12,1% dell'area euro. 


Chiarisce Marco Valenti vicesegretario di Confartigianato Forlì “ciò che grava sulle imprese, frenandone anche la competitività nei mercati esteri, è il fatto che i prezzi industriali della benzina e del gasolio in Italia rimangono superiori a quelli degli altri principali paesi dell’Unione Europea: all'11 luglio 2011 nel nostro paese il prezzo della benzina era di 0,701 euro al litro, contro il 0,613 della Germania, 0,630 della Francia e dello 0,687 della Spagna. Nel gasolio per autotrazione il prezzo industriale italiano è di 0,735 contro lo 0,685 della Germania, lo 0,655 della Francia e lo 0,721 della Spagna.”


Ma non è l’unico dato negativo, continua Valenti “un elevato differenziale di inflazione a sfavore degli Italiani si trova nei servizi e, in particolare, in quelli con una forte presenza di operatori pubblici. A giugno 2011 i prezzi dei servizi salgono del 2,6% rispetto allo spesso periodo dell’anno precedente, 0,6 punti in più rispetto al 2% della media europea. Il divario sembra abbastanza contenuto, ma se lo proiettiamo sul consumo totale di servizi delle famiglie - che nel 2010 è pari a 481.265 milioni, pari al 51,1% della spesa totale delle famiglie - la maggiore inflazione in Italia equivale a 2.888 milioni di euro (0,2% del PIL) e pari a 115 euro per ciascuna degli oltre 25 milioni di famiglie italiane.”

E conclude “uno studio realizzato dalla Banca d’Italia ha evidenziato ciò che ribadiamo da tempo: maggiore concorrenza nei servizi, in grado di livellare il tasso di profitto nei servizi in Italia alla media dell'area euro, determinerebbe nel lungo periodo una maggiore crescita del PIL del 10,8%. Metà dell'incremento, pari al 5,4%, verrebbe realizzato nei primi tre anni.”

 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Costi delle materie prime, allarme di Confartigianato: "Imprese in affanno"

ForlìToday è in caricamento