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Credito e artigianato: "Rilanciare i Confidi per le piccole imprese"

Confartigianato denuncia, da tempo, le difficoltà di accesso al credito e l’alto costo del denaro per la piccola impresa italiana, temi oggetto di costanti monitoraggi da parte dell’Associazione

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

Confartigianato denuncia, da tempo, le difficoltà di accesso al credito e l’alto costo del denaro per la piccola impresa italiana, temi oggetto di costanti monitoraggi da parte dell’Associazione, per comprendere come evolva il rapporto tra banche e aziende in questi lunghi anni di crisi. Chiarisce il responsabile credito di Confartigianato Forlì, Mauro Collina “le imprese artigiane, come reso evidente dalle ultime rilevazioni dell’ufficio studi di Confartigianato, sono le più colpite dal calo dei prestiti bancari, diminuzione che, nell’ultimo anno, ha toccato il 5,7%. A questo, si aggiunge l’aumento dei tassi di interesse.”

Sebbene di recente la Banca Centrale Europea abbia deciso di tagliare ulteriormente il tasso ufficiale di sconto dell’Eurosistema, portandolo allo 0,25%, il più basso mai applicato dal gennaio 1999, i benefici di questa azione tardano ad arrivare, anzi i tassi stanno ricominciando a crescere. Le imprese italiane sono penalizzate da condizioni che sono le peggiori d’Europa, 140/150 punti base in più rispetto a quanto pagano le imprese in Francia e Germania. Il gap Italia – Ue per i tassi d’interesse genera un maggiore costo per oneri finanziari pari a 7,1 miliardi a carico delle aziende italiane. Questo aspetto mina la competitività del nostro sistema produttivo: mentre le nostre imprese sono chiamate a far fronte a un inutile sforzo finanziario, negli altri Paesi europei possono utilizzare, investendo soprattutto in ricerca e sviluppo, le somme risparmiate in termini di interessi passivi. Un altro dato da non sottovalutare: nei bilanci delle banche italiane, rispetto all’anno precedente, sono aumentati di 80,1 miliardi di euro (+25,4%) i titoli di Stato in portafoglio. Gli Istituti di credito anziché credere nell’economia reale, preferiscono impiegare la loro liquidità nei titoli del debito sovrano.

Continua Collina “a dispetto di una moneta che dovrebbe essere “unica” ma non lo è, l’euro che circola (poco e male) nel nostro Paese è come se fosse svalutato, rispetto a quello che fluisce (e con quale facilità), in Germania e Francia. Per migliorare le condizioni di accesso al credito sarebbe non soltanto necessario richiamare il sistema bancario a un maggiore impegno nell’erogazione dei finanziamenti agli imprenditori, ma rilanciare il ruolo dei Consorzi Fidi, che in questi cinque anni di crisi hanno prestato garanzie per decine di miliardi.” L’auspicio è che, nell’ambito della legge di stabilità, vengano recepite le proposte sollecitate da Confartigianato, per sostenere la ri-patrimonializzazione dei Confidi, tramite la costituzione, all’interno del Fondo Centrale di Garanzia, di un Fondo Speciale, da dedicare all’aumento del capitale dei Confidi, pari all’1% delle garanzie che hanno in essere e che oggi ammontano a 20 miliardi.

Confartigianato Forlì

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