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Crisi dello sport, Cna: "Serve orgoglio per la nostra città"

"La grave crisi che sta attraversando la FulgorLibertas, oltre a mettere ansia ai tanti appassionati forlivesi, deve costituire un importante campanello d'allarme per la città"

“La grave crisi che sta attraversando la FulgorLibertas, oltre a mettere ansia ai tanti appassionati forlivesi, deve costituire un importante campanello d’allarme per la città, al di là degli aspetti squisitamente sportivi. Lo sport, piaccia o non piaccia, costituisce ancora oggi uno dei principali strumenti per la formazione dell’identità di una città e di un territorio. Per quanto ogni eccesso di campanilismo sia sempre da bandire, credo sia difficile trovare un luogo diverso dal Palasport, magari durante una infuocata sfida con Bologna, per rimarcare di più e meglio la propria appartenenza alla comunità di cui facciamo parte”. Lo afferma in una nota Riccardo Guardigli, responsabile CNA Forlì-Città.

“Lo stesso ragionamento, sia ben chiaro, vale per il calcio, che dopo stagioni difficili vede finalmente Forlì affacciarsi ai livelli che competono al valore della città. Fallire nel tentativo di garantire la sopravvivenza alle nostre più importanti società vuol dire in qualche modo ammainare la nostra bandiera, non soltanto sui campi da gioco. La nostra città, ormai da qualche decennio, sta attraversando un momento difficile, in cui appare perdere quota nel contesto locale e regionale. La caratteristica tipica del forlivese è poi quella di dipingere la propria città a tinte ancora più fosche di quanto sarebbe necessario. Lo sport serve. Le vittorie sportive contribuiscono, più di quanto si voglia ammettere, a consolidare l’orgoglio che in fondo tutti nutriamo per la nostra terra e la nostra città. La FulgorLibertas può contare sul più numeroso pubblico della Legadue: l’intera città si sposta al Palazzetto in occasione delle partite. È difficile pensare a una identificazione maggiore tra una città e una squadra. Tutti i giocatori che hanno vestito in passato la maglia biancorossa salutano con riconoscenza il nostro pubblico, quando tornano da avversari, memori dell’affetto che hanno avuto in questa città. Quella squadra, in quel palasport, siamo noi. Siamo noi ogni volta che uno sportivo forlivese sale ai piani alti della propria disciplina portando con se la propria origine. “He is from my town” dissi con orgoglio al tedesco che mi sedeva accanto in un bar, all’estero, mentre sul televisore Andrea Dovizioso pennellava curve perfette sul tracciato di Laguna Seca. Siamo noi, Forlì, che abbiamo la terza società più forte d’Italia nella scherma, a livello giovanile; siamo noi la città di Fabio Scozzoli, di Simona Galassi e della Fiorini softball. È forlivese Cristina Celli, campionessa europea di vela. Dobbiamo stare vicini ai nostri sportivi. Dobbiamo dare appoggio alle nostre società che, pur gestite con tanta passione, non possono contare su sponsor milionari. Sono tante le piccole e piccolissime imprese forlivesi che sostengono Forlì Calcio e FulgorLibertas. Auspichiamo che anche le imprese più grandi, che hanno sede nella nostra città si sentano più forlivesi, riconoscendo alla comunità, e alle sue bandiere, l’affetto che meritano. Auspichiamo la giusta passione e impegno da parte delle istituzioni, con la consapevolezza che lo sport, e le società che lo rappresentano, sono un bene comune di tutti i forlivesi”.


 

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