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Clima 'pazzerello', annata agricola disatrosa: il vino subirà un calo di prezzo

Nell'occasione, il Presidente Zambianchi, dopo aver ribadito l'utilità del servizio informativo, svolto con grande impegno dai Commissari e profuso a vantaggio dell'intero territorio e della sua governance, ha illustrato lo stato "numerico" del comparto

A conclusione dell’annata agraria 2014, la Camera di Commercio Forlì-Cesena punta l’attenzione sull’andamento di un comparto, quello agricolo, che ha sempre rappresentato per l’economia del territorio una componente fondamentale. Attraverso il lavoro puntuale e assiduo delle sue Commissioni Prezzi, è possibile per l’Ente monitorare produzioni, prezzi e quotazioni lungo tutto il corso dell’anno, fornendo informazioni che possono rappresentare la base per utili spunti di riflessioni su struttura e componenti di questo importante settore.

La rilevazione delle quotazioni è uno dei compiti istituzionali e “storici” dell’Ente, (sancito già nel 1910 dalla Legge n.121 del 20 marzo) e contribuisce a tenere aggiornato un sistema di dati di grande utilità per gli operatori, come è evidente dal grande numero di accessi al sito camerale (www.fc.camcom.gov.it/prezzi) dove settimanalmente sono riportate le quotazioni. Per fare il punto sull’andamento dell’annata agraria 2014, Alberto Zambianchi, presidente della Camera di Commercio di Forlì-Cesena, e Pier Francesco Cornacchia, presidente delle due Commissioni camerali dei Prezzi, hanno presentato dati sintetici relativi ai diversi settori agricoli, evidenziando le grandi difficoltà e i risultati in flessione di questa annata che si contraddistingue per le anomalie climatiche e la loro influenza negativa sulle produzioni.   

Nell’occasione, il Presidente Zambianchi, dopo aver ribadito l’utilità del servizio informativo, svolto con grande impegno dai Commissari e profuso a vantaggio dell’intero territorio e della sua governance, ha illustrato lo stato “numerico” del comparto (imprese attive, al 30/9/2014, 7.111 in calo del 4,1% rispetto al 30/9/2013, -3,0% Emilia-Romagna, -2,5% Italia) e ha dichiarato: “Purtroppo molti elementi negativi hanno caratterizzato l’annata agraria 2014 e testimoniano le tante difficoltà di un comparto, quello agricolo, che nel tempo ha sempre dimostrato di saper affrontare ogni tipo di avversità. Anche ora, di fronte ad una situazione oggettivamente difficile, occorre reagire con prontezza e professionalità, puntando su scelte qualificate ed innovative che consentano di rimanere sul mercato, facendo, nel contempo, sentire la propria voce a tutti i livelli – regionale, nazionale e internazionale – ai fini dell’attuazione di politiche strutturali che valorizzino, e non deprimano ulteriormente, un settore storicamente rilevante nell’economia locale.”
 
Al presidente Cornacchia, il compito di presentare il breve resoconto sull’andamento dell’annata: "Tutti i principali comparti agricoli hanno riscontrato difficoltà di ogni genere e tipo, con un risultato economico completamente negativo, complice anche l’andamento meteorologico che ha favorito fisiopatie e difficoltà di conservazione dei raccolti. Il settore frutticolo, molto importante nella provincia di Forli-Cesena, è risultato fortemente penalizzato per tutte le specie, con produzioni quantitative nella media, ma con quotazioni talmente basse, particolarmente per pesche e nettarine, da non coprire i costi colturali e, a volte, neppure quelli di raccolta e trasporto. Hanno fatto eccezione a questo stato di cose albicocche, kiwi e kaki che sono riusciti a recuperare i costi di produzione.

Il comparto vitivinicolo ha subito un drastico calo di produzione (meno 30% in pianura meno 15% in collina) a cui si è aggiunta una diminuzione del grado zuccherino più accentuata nelle area collinari. Questo fatto obbligherà tutti i trasformatori (cantine sociali, cantine cooperative, cantine private e vinificatori in genere) a ricorrere ai concentrati per poter correggere le anomalie delle uve raccolte con prodotti non più supportati  da incentivi e contributi. Vi saranno quindi delle difficoltà nella commercializzazione e il vino subirà riduzioni di prezzo. Un cenno alla situazione olivicola, dove l’andamento stagionale e attacchi da parte di insetti hanno causato una diminuzione di prodotto (sano) di circa l’ 80%.

I cereali, altro settore molto importante per l’ economia agricola della nostra provincia, hanno a loro volta risentito del particolare andamento stagionale che ha ostacolato la fioritura, l’accumulo e la maturazione delle cariossidi generando risultati produttivi modesti, quantificabili in rese da 25 a 45 quintali per ettaro, con qualità molto scarsa, pesi specifici bassi e insufficiente contenuto proteico. I prezzi sono stati inferiori di circa il 20% rispetto all’annata precedente, fatta eccezione per il grano duro che ha visto quotazioni in leggero aumento in fase di raccolta e una fortissima impennata in queste ultime settimane. Anche nel settore cerealicolo/proteico ci sono state alcune eccezioni positive che sono rappresentate dagli andamenti del sorgo, mais, girasole e barbabietola, che avvalendosi di un clima estivo a loro vantaggioso, hanno fornito produzioni di tutto rilievo, con prezzi comunque in leggero decremento.

Anche il settore dei foraggi (erba medica) ha incontrato un’annata molto difficile, che ha portato a raccogliere il primo taglio molto tardi e in stato avanzato. Il prodotto è risultato scadente e di difficile collocazione e quindi destinato a biodigestori o disidratatori, con quotazioni che hanno coperto a malapena i costi di carico e trasporto. I tagli successivi sono stati numerosi, ma si sono accompagnati a quotazioni non remunerative. Il settore delle coltivazioni orticole da industria (pomodoro, fagiolini, patate, zucche ecc….) ha visto buone produzioni e condizioni economiche soddisfacenti. Per quanto riguarda la zootecnia, si rileva come per bovini e ovini proseguano i problemi e le difficoltà, che vedono in  continua e costante diminuzione il patrimonio zootecnico. Nella nostra provincia non si intravvedono novità che inducano le aziende ad investimenti per potenziare questi settori. I suini hanno visto un primo semestre di quotazioni soddisfacenti, mentre, nel secondo periodo dell’anno, i prezzi sono sempre stati in diminuzione, portando la media annuale dei ricavi al di sotto dei costi di produzione, cosa che ha compromesso seriamente il bilancio dell’intera annata.

Le cause di tutto ciò vanno ricercate nella contrazione continua dei consumi e nella chiusura dei mercati russi, che comporteranno un ulteriore indebolimento economico del settore, già in grandi difficoltà, e una ulteriore riduzione del patrimonio suinicolo nazionale. Il comparto avicolo appare in flessione (prezzo medio pollo da carne -8,8%, media gennaio-ottobre 2014 su stesso periodo 2013). Aggiungo qualche nota di particolare interesse: i mezzi tecnici sono rimasti sostanzialmente stazionari sia come impiego (fatta eccezione per i fitofarmaci) sia come quotazioni. Il mercato fondiario continua ad essere considerato un “bene rifugio” e la richiesta rimane vivace ed interessante. Si registra un aumento della domanda di mano d’opera per il lavoro dei campi, ma questo è un fenomeno conseguente all’aumento di disoccupazione in altri settori, fenomeno questo che porta un numero crescente di persone ad essere disponibile al lavoro saltuario o a giornata, in ambito agricolo.

Non si segnalano settori emergenti e, contrariamente alle scorse annate, anche i biodigestori e impianti innovativi mostrano le prime difficoltà. Il Presidente Cornacchia ha poi espresso alcune considerazioni finali, nell’ottica della salvaguardia del ruolo-cardine dell’agricoltura all’interno dell’economia locale: “Per affrontare il futuro, specialmente i giovani imprenditori devono essere posti in condizioni di operare con più serenità e con rinnovato entusiasmo, la nostra agricoltura locale, ma anche quella nazionale, che purtroppo risulta eccessivamente burocratizzata, fiscalizzata e con un costo del lavoro troppo alto rispetto alle nazioni europee concorrenti (per non citare paesi emergenti o Cina), deve poter puntare su prodotti di alta qualità e sulla sicurezza alimentare. Occorre puntare sulla aggregazione del prodotto, sulla costituzione di consorzi per la valorizzazione e garanzia del marchio che possano rassicurare i consumatori attraverso filiere unitarie e condivise. Queste iniziative permetteranno di affrontare la crisi attuale delle produzioni agricole, difendendone i prezzi, consentendo di programmare piani di investimento e sviluppo fondamentali per il futuro. Un fatto rilevante ed incoraggiante è rappresentato dal notevole incremento di studenti per gli Istituti Tecnici e Università Agrarie. Riteniamo che il mondo agricolo e in particolare il nostro territorio di antica vocazione agricola e di eccellenza, possieda le risorse umane, tecniche e commerciali per fare apprezzare i nostri prodotti sui mercati internazionali e, perdurando la grave crisi economica iniziata nel 2008, possa fornire risposte adeguate per avviare percorsi virtuosi di ricerca, crescita, innovazione e investimenti, percorsi che, attraverso nuove tecnologie e la valorizzazione dei giovani imprenditori, possano permettere di affrontare con successo le future sfide dei mercati internazionali.

Dopo l’intervento di Mario Turroni, Vice Presidente della Commissione prezzi cereali, foraggi, sementi, frutta e ortaggi, hanno concluso Mara Biguzzi e Stefano Lazzarini, membri della Giunta camerale, rappresentanti rispettivamente dei settori Agricoltura e Cooperazione, che hanno ribadito gli elementi negativi di questa annata agraria e quelli positivi, specie in relazione al settore vinicolo, richiamando l’attenzione sull’esigenza di competenze e professionalità specifiche per la risoluzione, a tutti i livelli, dei problemi del mondo agricolo.  

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