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Occupazione ancora in calo in provincia: in negativo agricoltura, edilizia e industria

Nel periodo in questione (2008-2013), l’occupazione in provincia di Forlì-Cesena si è ridotta del 4,0% (-3,8% con riferimento all'Emilia Romagna)

L’occupazione nelle imprese della provincia di Forlì-Cesena risulta in calo: infatti, a metà 2013, si è riscontrata una flessione consistente, pari al -2,6%, rispetto al giugno 2012 (la flessione media regionale è del 2,1%). Con riferimento, invece, all’occupazione dipendente, la contrazione, nel medesimo periodo, è stata pari al 3,3% (-2,8% a livello regionale). E' quanto emerge dal sistema di Monitoraggio Annuale sulle Imprese e il Lavoro.

“I macroindicatori di sintesi – commenta Alberto Zambianchi, presidente della Camera di Forlì-Cesena - palesano quindi elementi di notevole sofferenza anche nel nostro Territorio, a fronte della crisi che si protrae quasi ininterrottamente dal 2008 e nella quale siamo entrati con dinamiche rallentate e alcuni problemi strutturali. Tale contesto enfatizza il ruolo del lavoro, così come quello della formazione, per la “tenuta” economica e la coesione sociale".

"Sempre il lavoro rappresenta, inoltre, un fattore di importanza fondamentale per il benessere materiale e psicologico dell’individuo, in quanto produce sicurezza del reddito, acquisizione di competenze e capacità, diversificazione dell’esperienza, strutturazione del tempo, contatti e identità sociale - continua Zambianchi -. Le politiche per il lavoro, pur non rientrando direttamente nelle competenze della Camera, costituiscono in realtà elementi strategici che sono compresi nella progettualità a favore del territorio, inseriti in una vision di ampio respiro.

La Camera, infatti, supporta il territorio e il sistema imprenditoriale attraverso vari strumenti, tra i quali l’Informazione statistica e sociale, che rende disponibili e aggiornati i principali indicatori economici e sociali e mediante azioni che si concretizzano nel sostegno alle imprese rispetto alle sfide contingenti poste dalla crisi. Ritengo che solo attraverso un sistema produttivo solido, competitivo, innovativo e inclusivo si possa creare occupazione e qualificare i fabbisogni professionali, migliorando il mismacht tra domanda e offerta di lavoro.”

Alcuni dati in sintesi - Alla stabilità delle “public utilities”, cioè energia elettrica, gas, acqua, gestione rifiuti e reti fognarie (-0,8%), si contrappone l’andamento negativo di tutti gli altri grandi settori, vale a dire l’industria (-2,6%), i servizi (-2,2%), l’agricoltura (-3,0%) e soprattutto le costruzioni (-4,7%). All’interno del settore industriale, i cali più marcati si registrano nel legno-mobili (-6,6%), nella lavorazione dei minerali non metalliferi (-5,5%), nel tessile-abbigliamento-calzature (-3,8%), nella fabbricazione dei mezzi di trasporto (-3,2%) e nella gomma-plastica (-2,9%).

L’industria metalmeccanica, che occupa il 35% degli addetti di tutto il settore e si articola in diversi comparti (metallurgia, prodotti in metallo, macchine e apparecchiature elettriche e elettroniche, fabbricazione, installazione e riparazione di macchinari e attrezzature), mostra nel suo insieme una contrazione del 2,4%, ma con andamenti differenziati al suo interno, tra i quali si segnalano una riduzione marcata nell’elettronica (-3,4%) e stabilità nell’installazione e riparazione di macchinari (-0,7%).

Gli altri settori industriali – tra cui emerge nettamente l’industria alimentare - sono improntati alla stabilità. Nei servizi, mostrano variazioni positive l’istruzione (+3,7%), i servizi all’impresa e alla persona (+2,4%), l’informatica e le telecomunicazioni (+2,1%) e la sanità e assistenza sociale (+1,0%). A differenza di quanto accadeva fino allo scorso anno, la ristorazione segna il passo perdendo, negli ultimi 12 mesi, il 5,7% dei relativi addetti. Oltre a questa e ai servizi di alloggio (-6,6%), registrano un segno negativo anche le attività ricreative, culturali e altri servizi alla persona (-5,1%), i trasporti (-4,7%), il commercio (-1,6%) e i servizi finanziari (-1,1%).

Il turismo, la ristorazione e i servizi connessi (in particolare le attività ricreative e culturali) sono stati interessati dalla generale riduzione dei consumi. Esaminando inoltre il quinquennio giugno 2008-giugno 2013, che consente di valutare gli effetti complessivi della lunga crisi che l’economia provinciale sta vivendo, si rileva la forte riduzione dell’occupazione industriale (-10,0%) e delle costruzioni (-13,0%), mentre l’agricoltura ha perso il 3,3% dei propri addetti. Sono invece aumentati dell’1,3% i servizi (risultato derivante, in gran parte, dal positivo andamento del comparto “ristorazione”), mentre le Public Utilities presentano un incremento del 4,3%. Nel periodo in questione (2008-2013), l’occupazione in provincia di Forlì-Cesena si è ridotta del 4,0% (-3,8% con riferimento all'Emilia Romagna).

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