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Economia

Revisioni auto: spesi 21,6 milioni nella provincia di Forlì-Cesena

Queste stime derivano da un’elaborazione dell’Osservatorio Autopromotec su dati Istat e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti

237,4 milioni di euro. È questa la cifra che gli automobilisti dell’Emilia Romagna hanno speso nel 2017 per far revisionare le loro auto presso le officine private autorizzate. La cifra di 237,4 milioni comprende il pagamento della tariffa per le revisioni che ammonta a 76,6 milioni di euro ed il costo per le cosiddette operazioni di prerevisione, cioè per le riparazioni necessarie per porre i veicoli in condizioni di superare i controlli, costo che ammonta a 160,8 milioni di euro. A livello provinciale, è Bologna la provincia dell’Emilia Romagna che registra con 50,1 milioni di euro la spesa più alta per le revisioni e le prerevisioni eseguite nel 2017. Seguono, più distanziate, Modena con 38,5 milioni di euro, Reggio Emilia con 27,5 milioni, Parma con 23,6 milioni, Ravenna con 22,6 milioni, Forlì-Cesena con 21,6 milioni, Ferrara con 19 milioni, Rimini con 18,7 milioni e Piacenza che con 15,7 milioni chiude la graduatoria delle province emiliano-romagnole. Queste stime derivano da un’elaborazione dell’Osservatorio Autopromotec (che è la struttura di ricerca di Autopromotec, la specializzata rassegna internazionale delle attrezzature e dell’aftermarket automobilistico) su dati Istat e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

È bene ricordare che, come previsto dall’articolo 80 del Codice della Strada (comma 3 e 4), è obbligatorio sottoporre la propria macchina a revisione dopo quattro anni dalla prima immatricolazione e, in seguito, entro due anni dal precedente controllo. Queste scadenze si applicano per autovetture, autocaravan, motocicli, ciclomotori, autoveicoli adibiti al trasporto di cose o ad uso speciale di massa complessiva non superiore ai 3.500 Kg. La revisione è invece prevista ogni anno per le autovetture adibite al servizio taxi, noleggio con conducente, per gli autoveicoli utilizzati per il trasporto di cose e i rimorchi di peso complessivo superiore ai 3.500 Kg, gli autobus, le autoambulanze e i veicoli atipici (ad esempio, le auto d’epoca). La revisione può essere effettuata presso la Motorizzazione Civile o nelle officine autorizzate dal Ministero dei Trasporti.

"La revisione periodica degli autoveicoli - sottolinea l’Osservatorio Autopromotec -  oltre ad essere un obbligo previsto dalla legge del nostro Paese, è anche uno strumento fondamentale di controllo. La revisione serve infatti a garantire che gli autoveicoli conservino i requisiti di idoneità alla circolazione accertati in sede di omologazione, verificandone le condizioni di sicurezza, il livello di emissioni inquinanti e la rumorosità. Nel dettaglio, la revisione comporta, oltre al controllo preventivo delle targhe e del numero di telaio per l’identificazione del veicolo, un’accurata verifica dello stato generale della carrozzeria, del campo di visibilità (parabrezza, specchietti retrovisori, vetri laterali, lunotto e tergicristalli), delle luci, del circuito elettrico e di pneumatici, assi e sospensioni. Altre verifiche che vengono effettuate sono il fissaggio del sedile del conducente, il fissaggio della batteria e la funzionalità di airbag, freni, sterzo e volante, cintura di sicurezza e avvisatori acustici. Vi sono poi i controlli su rumorosità del mezzo, condizioni dell’impianto dei gas di scarico e dei sistemi di aerazione, riscaldamento e antiappannamento, nonché la verifica della presenza del kit di sicurezza obbligatorio da tenere in auto (triangolo e giubbetto di segnalazione)".

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