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La stangata di luce, gas e carburanti: a Forlì un'inflazione superiore alla media nazionale, ottobre il mese peggiore

Questa l'analisi di Carlo Battistini, presidente della Camera di commercio della Romagna, fotografando le principali dinamiche che emergono dall’analisi degli indici Istat dei prezzi al consumo per Forlì, elaborate dall’Ufficio Informazione Economica della Camera di commercio della Romagna

L'impennata dell'inflazione? "E' del tutto riferibile all'incremento dei prezzi dei prodotti energetici, mentre le imprese dei diversi settori economici hanno semplicemente adeguato i listini e i prezzi agli incrementi subiti alla produzione". Questa l'analisi di Carlo Battistini, presidente della Camera di commercio della Romagna, fotografando le principali dinamiche che emergono dall’analisi degli indici Istat dei prezzi al consumo per Forlì, elaborate dall’Ufficio Informazione Economica della Camera di commercio della Romagna. "Questa situazione dimostra che il nostro Paese ha necessità sì di misure immediate, ma soprattutto di una strategia energetica complessiva basata sull'analisi scientifica, sui dati e non aprioristica, che guardi alla sostenibilità nel tempo - commenta Battistini -. L'energia è un fattore fondamentale per famiglie e imprese, quindi per il Paese intero e richiede che sia messa al centro delle priorità a tutti i livelli di governo".

Nel 2022 la variazione media dell’indice dei prezzi al consumo Istat per l’intera collettività per il capoluogo di Forlì (estendibile alla provincia di Forlì-Cesena), rispetto al 2021, è stata pari a +9,2%, superiore a quella regionale (+8,4%) e nazionale (+8,1%). Ottobre è stato il mese con l’inflazione maggiore (+13,4% su ottobre 2021), mentre a gennaio si riscontra la variazione più bassa (+5,5%); pur restando su valori decisamente alti, a novembre si assiste ad un lieve calo (+13,3% annuo) che si fa, poi, più marcato nel mese di dicembre (+12,7%). Nel confronto con le altre province emiliano-romagnole, nella classifica decrescente, Forlì-Cesena si colloca al primo posto per ciò che riguarda la variazione media tendenziale gennaio-dicembre 2022; seconda posizione, invece, riguardo alla variazione annua nel mese di dicembre (dopo Ravenna, con +12,8%).

Sulla base delle divisioni di spesa, il maggior incremento medio tendenziale dei prezzi (periodo gennaio-dicembre 2022) riguarda il gruppo “abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili” (+36,5%), all’interno del quale spicca in modo evidente la voce “elettricità, gas e altri combustibili” (+87,2%); quest’ultima ha inciso in modo preponderante sulla crescita inflattiva, seguendone lo stesso trend, con un “picco” a ottobre (+142,9% annuo) e una relativa discesa nel mese di novembre (+137,7%) e, soprattutto, dicembre (+123,4%). A seguire, in termini di variazione media gennaio-dicembre 2022-2021, troviamo le seguenti divisioni: “prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+10,2%), “trasporti” (+9,2%), “ricettività e ristorazione” (+8,8%), “mobili e articoli per la casa” (+5,9%), “abbigliamento e calzature” (+3,3%), “servizi sanitari e spese per la salute” (+2,5%), “ricreazione, spettacoli e cultura” (+2,3%), “bevande alcoliche e tabacchi” (+2,0%) e ”istruzione” (+0,4%). Risultano in flessione, invece, le “comunicazioni” (-3,8%).

L’inflazione acquisita per il 2023, cioè la variazione media dell’indice, ipotizzando che l’indice stesso rimanga, per tutti i mesi dell’anno in corso, al medesimo livello dell’ultimo dato mensile di dicembre 2022, risulta essere del +5,2%. In ultimo, la variazione media dell’anno 2022, rispetto al 2021, dell’indice dei prezzi al consumo Istat per famiglie di operai e impiegati (FOI) per il capoluogo forlivese, e quindi per la provincia in generale, è pari a +8,6% (dicembre: +11,7%).

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