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Giovedì, 25 Aprile 2024
Agricoltura

Decreto salvaspesa, Bernabini (Coldiretti): "Così potremo smascherare i falsi Made in Italy"

"Sarà cosi possibile distinguere la pasta ottenuta dal grano duro italiano da quella con grano canadese trattato in preraccolta con il glifosato secondo modalità vietate in Italia", viene evidenziato

E’ stato pubblicato in Gazzetta il decreto salva spesa Made in Italy con l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza dell’ingrediente principale, dal latte ai derivati del pomodoro, dai formaggi ai salumi fino a riso e pasta. Lo rende noto la Coldiretti che ha fortemente sostenuto il provvedimento nel sottolineare che sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale numero 32 dell'8 febbraio il Decreto Interministeriale sulla etichettatura di origine obbligatoria firmato dal Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti e della Salute Roberto Speranza.

"Il provvedimento - sottolinea Massimiliano Bernabini, presidente di Coldiretti Forlì-Cesena - prevede che sulle etichette dei principali alimenti sia obbligatorio indicare la provenienza per consentire scelte di acquisto consapevoli in un momento in cui è importante sostenere l’economia, il lavoro e il territorio nazionale. Sarà cosi possibile distinguere la pasta ottenuta dal grano duro italiano da quella con grano canadese trattato in preraccolta con il glifosato secondo modalità vietate in Italia. Ma anche smascherare la mozzarella con il latte lituano da quella con latte tricolore o i salumi da carne di suino proveniente da Belgio o Olanda rispetto a quelli allevati in Italia o ancora il concentrato di pomodoro cinese da quello Made in Italy".

"Il provvedimento rappresenta un passo determinante per impedire che vengano spacciati come Made in Italy prodotti di bassa qualità provenienti dall’estero che non rispettano i rigidi paramenti di qualità di quelli nazionali", ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, precisando che “il decreto garantisce trasparenza sulla reale origine su prodotti base della dieta degli italiani che rappresentano circa tre-quarti della spesa ma resta ancora anonima l’origine dei legumi in scatola, della frutta nella marmellata o nei succhi, del grano impiegato nel pane, biscotti o grissini senza dimenticare la carne o il pesce venduti nei ristoranti”.

"L’Italia, che è leader europeo nella qualità, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari dell’Ue – ha aggiunto Prandini – poiché in un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della tracciabilità con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti, venendo incontro alle richieste dei consumatori italiani ed europei". Il provvedimento risponde anche alle richieste di quell’80% di italiani che, secondo il rapporto Coldiretti/Censis, verifica gli ingredienti di cui si compongono gli alimenti da acquistare, scorrendone quella sorta di carta d’identità istantanea che è l’etichetta. L’etichettatura di origine obbligatoria dei cibi è una battaglia storica della Coldiretti ed è stata introdotta per la prima volta in tutti i Paesi dell’Unione Europea nel 2002 dopo l’emergenza mucca pazza nella carne bovina per garantire la trasparenza con la rintracciabilità e ripristinare un clima di fiducia.

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